IL SULTANO DI NAPOLI - CON 243 MILIONI DI EURO SPESI ALL’ANNO, IL QUIRINALE COSTA PIU’ DI QUALUNQUE ALTRA PRESIDENZA DELLA REPUBBLICA O CASA REALE DEL MONDO - IL SETTENNATO DI RE GIORGIO SI CHIUDE CON NUMERI DA RECORD: NON BASTANO NEANCHE I 226 MILIONI STANZIATI DAL TESORO - 15MILA EURO SOLO PER PAGARE CANONE RAI E ABBONAMENTI A SKY - IL COSTO DEL PERSONALE E’ COME QUELLO DI UNA GRANDE AZIENDA: 121 MILIONI…
Franco Bechis per "Libero"
Ci sono voluti sette anni, ma ora finalmente sappiamo che Giorgio Napolitano paga il canone Rai, e che deve essere pure abbonato a Sky come gran parte dei suoi collaboratori. Non spende mica poco: 15 mila euro previsti per il 2013 nel bilancio del Quirinale ieri per la prima volta reso pubblico sia pure in forma sintetica con tabelle e una mini-nota integrativa. Secondo le circolari emanate in materia, il Quirinale come ogni ufficio pubblico dovrebbe pagare un abbonamento annuo di 407,35 euro per ogni stabile di sua proprietà .
La presidenza della Repubblica non è certo povera di proprietà immobiliari, ma hai voglia di mettere insieme stabili per fare quei 15 mila euro. Sul Colle sicuramente il decoder Sky deve essere di moda: si lavora anche di domenica, e fino a notte fonda, mica ci si può perdere le partite della squadra del cuore. Certo, quei 15 mila euro sono una goccia nel mare della spesa della presidenza della Repubblica. La dotazione annuale è di 228 milioni, la più alta al mondo per una presidenza della Repubblica (o una casa reale).
Siccome però non è aumentata negli ultimi anni, Napolitano se ne fa un gran vanto e ieri nella nota del Quirinale che accompagnava il bilancio si piagnucolava sulla cinghia stretta che manco ha potuto recuperare l'inflazione! Quanto al poco invidiabile primato di spesa mondiale, il segretario generale del Quirinale Donato Marra se ne è uscito con una giustificazione che dovrebbe stendere tutti: «la diversità delle funzioni dei Capi di Stato, spesso molto inferiori a quelle attribuite al presidente della Repubblica dalla Costituzione italiana». Ohibò, anche i bambini avevano capito che da qualche anno lì sul Colle si erano montati la testa e allargati un po'.
Ma si pensava che un Napolitano contasse meno di un Barack Obama o di un Francois Hollande. Il Quirinale riceve dal Tesoro 228 milioni di euro l'anno, ma non gli bastano. E infatti ne spende 243,6: quasi 16 milioni in più. E come fanno? A forza di allargarsi da quelle parti hanno imparato a fare perfino la moltiplicazione dei pani e dei pesci? Tranquilli, più di Obama e di Hollande sì. Ma fino a quel punto Napolitano non è ancora arrivato. Quei 16 milioni di differenza vengono pagati in parte con risparmi degli anni precedenti e in parte con entrate proprie.
Perché, sorpresa: ci sono anche quelle e nel suo piccolo il Quirinale è anche una azienda. Incassa 90 mila euro l'anno da "ingressi". Altri 60 mila euro dalla "vendita di pubblicazioni e documentazione". Poi c'è l'azienda agricola, il miracolo del pollice verde di Napolitano. Arrivano infatti 40 mila euro - non così chiari - come «proventi dei boschi e delle formazioni arboree della tenuta di Castelporziano».
Che il Quirinale si sia messo nel tempo libero a fare il fioraio? Forse, ma fa di più: il pizzicagnolo. Perché ben 200 mila euro vengono incassati dai «proventi attività agro zootecniche della tenuta di Castelporziano». E si mette a commerciare in animali (speriamo non in pellicce): altri 40 mila euro arrivano dalla «vendita esemplari fauna selvatica della tenuta di Castelporziano ».
Quanto alla spesa, la più grossa è quella per il personale. Vanno via 121,5 milioni di euro, più 90 milioni di euro di pensioni a fronte di 1.720 fra dipendenti a distaccati. Il costo del personale è simile a quello della Tod's di Diego Della Valle (126 milioni): lì però i dipendenti sono il doppio: 3.549. Al Quirinale il costo per dipendente è di 70.656 euro, alla Tod's la metà : 35.728 euro. Ma sul Colle quel costo va quasi raddoppiato, perché circa la metà dei dipendenti sono militari e vengono pagati da altre amministrazioni dello Stato. E in più vanno aggiunti i consulenti personali del presidente della Repubblica, che costano 2,6 milioni di euro l'anno.
Naturalmente i dipendenti vanno sfamati: circa 400 mila euro il costo degli approvvigionamenti alimentari. E bisogna pure tenere pulite le loro stanze: un milione di euro la spesa. Alla fine restano perfino risorse per fare beneficienza: 779 mila euro. Di questi 550 mila sono «interventi a carattere sociale e solidaristico». Duecentoventinove mila per «attività culturali e sportive».






