INCHIAVABILE MA INDISPENSABILE - RENZI VA BERLINO E INCONTRA LA MERKEL IN GRAN SEGRETO (PER GOVERNARE NON SERVE IL PERMESSO DEL PD MA DI BERLINO)

Maria Teresa Meli per "Corriere.it"

Giovedì scorso, undici luglio, erano in pochissimi a saperlo: tre, quattro persone al massimo. Poi tra venerdì sera e sabato mattina anche una fetta ristrettissima del gruppo dirigente del Partito democratico ha appreso la notizia. E ha capito che Matteo Renzi fa sul serio: sta puntando dritto su palazzo Chigi, convinto di arrivarci, da segretario o da candidato premier oppure ricoprendo entrambe le cariche.

È per questa ragione che è volato su a Berlino per incontrare in gran segreto la cancelliera Angela Merkel. Il sindaco di Firenze ha preparato con cura questo colloquio e ha chiesto, anzi, intimato, e ottenuto il massimo silenzio dai pochi fedelissimi che erano a conoscenza delle sue intenzioni.

Del resto, non si può debuttare in politica estera andando subito a spifferare incontri e contenuti dei colloqui. Tanto meno quando si incontra la Merkel, il premier più importante dell'Europa, la cancelliera che anche dopo le elezioni di settembre continuerà a guidare il governo tedesco, perché gode della fiducia dei suoi connazionali. E quindi, visto che la signora è un tipo tosto, tanto vale cercare di conoscerla subito e, soprattutto, di farsi conoscere subito.

Renzi vuole che gli alleati europei sappiano chi è questo giovane sindaco, che, inneggiando alla rottamazione, ha mietuto qualche vittima eccellente, e che ora punta dritto alla presidenza del Consiglio. Era stato Massimo D'Alema a consigliare a Renzi di farsi un'esperienza internazionale e di farsi conoscere in Europa, candidandosi a Strasburgo e rinunciando sia alla segreteria del partito sia alla poltrona di palazzo Vecchio.

Ma il sindaco ha fatto a modo suo: ha tenuto da conto la prima parte del discorso dell'ex premier e ha risposto «no, grazie» alla seconda, perché l'ha interpretata come un modo per sbarrargli il passo nel Pd. Sospetto, questo, certamente non peregrino, dal momento che Massimo D'Alema, conversando con più di un dirigente del partito, si è lasciato sfuggire questa frase: «Ma mica vorrete dare il Pd a Renzi?».

Preoccupazione che, come è noto, l'ex presidente del Consiglio condivide con parecchi «Democrat». E non si tratta solo degli ex Ds. Anche in campo franceschiniano il primo cittadino del capoluogo toscano non viene visto per niente bene: «Quello se diventa segretario non fa prigionieri», osservava qualche tempo fa Gianclaudio Bressa.

Ma si diceva del piano di Renzi per farsi conoscere sullo scenario internazionale. Non c'è solo l'Europa nel carnet del sindaco di Firenze (il quale, per esempio, ha un buon rapporto con Tony Blair, di cui è un grande estimatore). Ci sono anche gli Stati Uniti. Tappa inevitabile per chi vuole candidarsi al governo dell'Italia. E qui subentra in gioco la fortuna. Già perché Obama ha cambiato l'ambasciatore nel nostro Paese. A villa Taverna arriverà John R.Phillips, che, come anticipava Il Foglio qualche giorno fa, conosce bene Renzi. I due si sono visti alla Casa Bianca due anni fa e da allora, complice l'amore di Phillips per la Toscana (ha una tenuta nel senese), sono rimasti in buoni rapporti, e si sono visti anche a Firenze.

Dicono addirittura che l'ambasciatore sia un estimatore del Renzi politico. Comunque, grazie al fatto di essere sindaco di una città d'arte così famosa nel mondo, Renzi avrà la possibilità di incontrare i protagonisti della politica internazionale, cosa che ha assolutamente intenzione di fare.

Senza però trascurare assolutamente l'Italia, perché il sindaco sa bene che è nel nostro Paese che deve essere votato, alle primarie, come alle elezioni vere. Perciò non farà vacanze, o quasi. Solo una settimana in agosto. Per il resto batterà tutta l'Italia. Grazie alle feste democratiche e alle tante presentazioni del suo ultimo libro. Del resto, Renzi è richiestissimo nel territorio.

L'unico suo dubbio, a questo punto, riguarda quando candidarsi. A luglio, a sorpresa, magari nel corso di qualche incontro pubblico? O in agosto? Certo, la lentezza con cui il gruppo dirigente del partito sta preparando il congresso innervosisce qualche renziano, che teme che le assise nazionali slittino a febbraio del 2014.

Comunque, Renzi si comporta già come un segretario nonché un candidato premier. Sondaggi alla mano, sta cercando di capire quali sono i temi che interessano di più gli italiani. Tra questi, c'è senz'altro il problema della forte tassazione sul lavoro, mentre pare che Iva e Imu siano in questa fase argomenti assai meno sentiti. Per questo motivo, il sindaco di Firenze continua a ripetere ai suoi compagni di partito di lasciar stare l'Imu e di concentrarsi su altri temi.

E, sempre a proposito di sondaggi, ultimamente Renziha registrato un certo calo di popolarità, anche se nelle rilevazioni fatte settimanalmente da Swg per Agorà resta al primo posto, sopra, benché di poco, a Giorgio Napolitano. Comunque la maggioranza degli elettori lo vuole assolutamente alla guida del Partito democratico: il 59 per cento. Una cifra considerevole se si calcola che Guglielmo Epifani, nello stesso sondaggio, ottiene il 7 per cento e Pippo Civati addirittura il 6.

 

MATTEO RENZI FOTO LAPRESSE MATTEO RENZI E DAN BROWNLETTA-RENZIOBAMA E ANGELA MERKEL FOTO LAPRESSE TONY BLAIR JOHN PHILLIPS

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