Mauro Evangelisti e Cristiana Mangani per Il Messaggero
NO GLOBAL ROMA RISCHIO SCONTRI
Ha facce diverse la protesta che sta mettendo a ferro e fuoco mezza Italia. Ha il volto dei disoccupati, quello del sud che si sente abbandonato, e quello degli studenti e dei precari. E nasconde focolai di agitazione che, secondo i nostri esperti di intelligence, vengono alimentati da frange più organizzate che hanno un disegno preciso: alzare il livello di tensione.
Ogni occasione è buona per entrare in guerra. Tante le date importanti per la vita politica e internazionale del nostro Paese, a cominciare dal 25 marzo prossimo, quando nella Capitale arriveranno quaranta tra capi di Stato e di governo europei per le celebrazioni dei trattati di Roma. Tre giorni ad alto rischio scontri, con il centro storico che sarà off limits per permettere maggiore sicurezza agli ospiti. Zone chiuse in tutta l' area intorno a piazza Venezia, non si potrà passare neanche a piedi. Quirinale e dintorni blindati.
Andrà in pensione la zona rossa, perché le aree soggette a restrizioni verranno definite blu zone proprio dal colore della bandiera europea.
GLI OSPITI EUROPEI Le celebrazioni si svolgeranno in Campidoglio e rappresenteranno la prima uscita internazionale per il sindaco Virginia Raggi. L' occasione è il sessantesimo anniversario della firma dei Trattati di Roma che, nel 1957, hanno istituito la Comunità economica europea avviando il percorso che ha portato poi alla nascita della Ue.
In tutto il centro circoleranno auto blu super scortate, con a bordo Merkel, Hollande, May, Rajoy, e moltissimi altri. Mentre nelle stesse ore si svolgeranno cinque tra iniziative culturali e cortei, dove potranno ritrovarsi varie sigle della galassia antagonista, e anche formazioni di destra, compresa Forza Nuova. Casapound, invece, manifesterà a L' Aquila. Bisognerà dunque evitare che i diversi gruppi entrino in contatto tra loro.
Per questo ieri, in Questura, si è svolta la prima riunione operativa.
E, sebbene non ci siano minacce evidenti, il timore è che possano entrare in azione gli stessi agitatori che hanno colpito a Napoli, a Bologna, e ieri a Roma, davanti all' università La Sapienza dove era atteso il ministro dell' Istruzione Valeria Fedeli per presenziare a un convegno promosso dall' associazione Treellle.
Il tema riguardava il futuro dell' università. Un gruppo di studenti ha chiesto di partecipare, ma si è presentato in corteo con striscioni e fumogeni. Volevano varcare il portone della facoltà di Lettere, protetto dalle forze dell' ordine.
E' bastato un attimo per far scoppiare i disordini. Calci, spintoni, lanci di uova e vernice contro gli agenti. A fine manifestazione il bilancio è stato di 4 agenti contusi e 40 giovani identificati, che saranno deferiti all' autorità giudiziaria.
APPUNTAMENTI A RISCHIO Le tensioni di questi giorni, comunque, allarmano la nostra intelligence, perché vengono lette come una sorta di prova generale in vista del G7 di maggio che si svolgerà a Taormina, e che avrà la sua fase preparatoria in diverse città d' Italia. Molti gli appuntamenti istituzionali in calendario, a cominciare da Firenze, quando il 30 e il 31 marzo si riuniranno i ministri della cultura, il 9 e il 10 aprile toccherà a Roma discutere di Energia, il 10 e l' 11 a Lucca con gli Affari esteri, dall' 11 al 13, invece, l' evento più a rischio: si terrà a Bari l' incontro dedicato ai temi economico-finanziari. E poi Taormina, data del vertice il 26 e 27 maggio.
Di fronte ai continui focolai di agitazione, gli 007 riflettono sul livello di minaccia. «Esistono - scrivono nella loro relazione annuale indicazioni di un rinnovato attivismo che sono giunte anche dall' area siciliana, la quale, dopo una fase di depotenziamento della protesta, ha mostrato di seguire con interesse gli sviluppi giudiziari inerenti al sistema satellitare Muos di Niscemi, specie a seguito del provvedimento di dissequestro dell' impianto satellitare avvenuto in agosto. In questo contesto sono emersi i primi segnali di propositi contestativi in direzione del Vertice G7 in programma a Taormina».
Spinte eversive e anti-sistema muovono anche «le compagini della destra estrema impegnate a fomentare strumentalmente alcune situazioni di diffusa tensione sociale in chiave anti-immigrati e a cavalcare il disagio popolare a fini di proselitismo, innescando potenziali derive xenofobe e razziste». Mentre «l' attivismo in chiave antimilitarista si è tradotto in un aumento della propaganda controinformativa, che ha stigmatizzato, tra gli altri aspetti, la percepita intensificazione delle politiche autoritarie e repressive in ambito nazionale e il protagonismo dell' Unione Europea, indicata come nuovo polo dell' imperialismo capitalista, potenzialmente alternativo e autonomo rispetto a quello statunitense».
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