Ugo Magri per “la Stampa”
ratzinger-berlusconi, incontro all areoporto
C' era una volta la destra cattolica. Rispettosa della Chiesa e dei suoi pastori. Che mai si sarebbe permessa di svillaneggiare i vescovi e, anzi, sempre si schierava dalla parte delle gerarchie... Questa destra, che dai suoi detrattori veniva considerata «clericale» o «baciapile», ormai non esiste più.
E se qualcuno ne cercasse la prova, guardi com' è stato trattato monsignor Galantino dalla Lega o dai giornali berlusconiani. Salvini gli ha dato in faccia del «comunista», Vittorio Feltri del «piazzista da sagrestia». Contro il segretario generale Cei è stato messo in campo tutto l' arsenale tipico dell' anticlericalismo d' antan, compresi i richiami minacciosi al Concordato, alle ingerenze, all' Imu che gli istituti religiosi non pagano, all' 8 per mille e a tutti i mediocri privilegi terreni su cui la politica può consumare le sue vendette. Più esplicita di tanti, la Santanché ha esortato i vescovi a guardare in casa propria, evocando scandali finanziari e di ben altra natura.
silvio berlusconi papa ratzinger
Tale è la violenza delle accuse che l' ex ministro Rotondi, allibito, supplica Berlusconi di battere un colpo: «Ricordi di essere il politico più votato dai cattolici dopo De Gasperi...».
LA METAMORFOSI
Berlusconi certo se lo ricorda. Ma nella memoria pesano altrettanto, se non di più, certe sferzate ecclesiastiche al suo stile di vita, le condanne delle «feste eleganti». Come quando il presidente della Cei Bagnasco tuonò nel 2011 contro i cattivi esempi «che ammorbano l' aria».
E lo stesso Galantino sentenziò sei mesi fa, dopo l' assoluzione per Ruby: «La legge arriva fino a un certo punto, il discorso morale è un altro...». L' uomo di Arcore se l' è legata al dito. Sarà un caso, eppure la conversione laicista di Berlusconi, la sua imprevedibile svolta pro-gay e a sostegno delle coppie di fatto, ha preso slancio da queste scomuniche, come se la condizione di pubblico peccatore gli avesse dato consapevolezza dei diritti suoi e di molti.
berlusconi ratzinger letta lap
L'ESODO
Poi c' è stata la scissione, con tutti i cosiddetti «teodem» (da Sacconi alla Roccella, da Giovanardi a Quagliariello, ma pure Formigoni e Lupi) che hanno seguito Alfano. Cosicché con Silvio sono rimasti solo personaggi agnostici oppure cattolici pallidi, timorosi di contraddire la Pascale, nuova musa di Berlusconi in fatto di libertà civili. L' unico che ne avuto il coraggio è Gasparri.
Non a caso, insieme con Gianni Letta si batte per tenere vivo il dialogo con la Chiesa. Peccato che le relazioni di entrambi siano tutte al passato, con ambienti un tempo autorevoli che la rivoluzione di Francesco ha messo da parte. Dunque spiazzati. Quanto a Salvini, conosce qualche parroco o poco più. Con l' episcopato manca il trait d' union. E si vede.
vladimir luxuria selfie berlusconi pascale
SCONTRO FRONTALE
Il dissidio più serio però riguarda i valori. Sugli immigrati la distanza tra Papa e Lega è abissale. Il centrodestra rivendica (con qualche sprazzo di orgoglio) il dovere dei politici di non farsi fagocitare, riscopre una dimensione autonoma rispetto alla fede. A Galantino il capogruppo «azzurro» Brunetta contesta «l' errore di dare giudizi sulla politica senza sottostare alla prima regola etica che consiste nella responsabilità.
Che significa trasparenza, calcolo dei costi e benefici, soluzione ai problemi. Se la Chiesa chiede "accoglienza", ci deve spiegare come. Con quali risorse. In che tempi e i modi. Altrimenti è tutto un imbroglio». E poi c' è la questione consenso. Il centrodestra interpreta un' Italia spaventata che non vuole immigrati. «Su questo la gente è con noi», assicura Brunetta, «non sta certo con Galantino...».