INVOLUZIONE RUSSA - PUTIN VUOLE UNA “NAZIONE RUSSA NELL’UCRAINA DELL’EST”, MA IL SUO MINISTRO LAVROV SMORZA: “PUNTIAMO AL CESSATE IL FUOCO” - IL DEBUTTO “MAANCHISTA” DELLA MOGHERINI: “PUTIN VIOLA LA PARTNERSHIP, MA LA SOLUZIONE DEVE ESSERE DIPLOMATICA”
1. UCRAINA, MOGHERINI: PUTIN VIOLA PARTENERSHIP, MA STRADA È DIPLOMAZIA
(LaPresse) - Sulla crisi con Mosca, la nuova Alto rappresentante per gli Affari esteri Ue Federica Mogherini ha detto "per me in questa fase è essenziale sostenere il principio che un Paese possa scegliere l'opzione europea senza per questo danneggiare o minacciare la Russia. È una scelta positiva, quella della strada europea. E così dev'essere percepita. Con questa idea abbiamo costruito l'idea di partnership con Mosca".
"Oggi - ha aggiunto - per volontà di Putin, quella partnership non c'è più: la Russia in questo momento non è più partner strategico, ma rimane strategica del nostro continente. È interesse di tutti che Paesi che condividono uno spazio geografico cooperino e lavorino insieme". Sulla crisi in Medioriente Mogherini ha invece detto che "l'Europa può e deve facilitare il dialogo fra le diverse potenze regionali riconoscendole come tali e cercando di avvicinare i Paesi che avvertono la comune minaccia dell'Isis. Possiamo attivare meccanismi virtuosi in tutta l'area".
2. UCRAINA, LAVROV: NESSUN INTERVENTO ARMATO RUSSO, SOLUZIONE PACIFICA
(LaPresse) - Il ministro degli Esteri russo Serjey Lavrov ha assicurato che non ci sarà un intervento militare russo in Ucraina e ha auspicato che nella riunione di oggi a Minsk dovrebbe essere discusso un cessate il fuoco immediato e senza condizioni. Lo riporta Russia Today. Lavrov sta parlando di fronte agli studenti dell'Istituto statale di Mosca per le Relazioni internazionali. "Noi siamo per un dialogo diplomatico per trovare una soluzione pacifica a questa crisi", ha aggiunto.
3. PUTIN APRE LA STRADA A UN NUOVO STATO NELL’UCRAINA DELL’EST - “SERVE UNA NUOVA ORGANIZZAZIONE”. POI IL PORTAVOCE FRENA
Anna Zafesova per “La Stampa”
Vladimir Putin torna a parlare di crisi ucraina e chiede a Kiev di aprire subito «un negoziato non tecnico ma di sostanza sull’organizzazione politica della società e dello Stato» con i separatisti dell’Est ucraino. Che il presidente russo insiste a definire «Novorossia», la Nuova Russia, un termine che aveva già introdotto qualche mese fa nel teorizzare che le regioni a maggioranza russofona dell’attuale Ucraina storicamente appartenevano all’impero e alla cultura russa, e sono state «regalate» agli ucraini dai bolscevichi.
In una intervista al Primo canale della tv russa Putin parla anche di una escalation della guerra se Kiev non cessa il fuoco: «Se qualcuno pensa che i miliziani resteranno in attesa del negoziato promesso mentre l’artiglieria colpisce le loro città, è un illuso».
Quasi un ultimatum, e il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov pochi minuti dopo è stato costretto a precisare che nel parlare di «organizzazione dello Stato» nel territorio controllato dai ribelli Putin non intendeva una secessione, ma un negoziato tra l’Ucraina e la «Novorossia»: «Non è un conflitto tra Russia e Ucraina, è un conflitto interno e solo gli ucraini possono discuterne con la Novorossia e trovare una soluzione».
LA CONTROFFENSIVA DELL ESERCITO UCRAINO CONTRO I FILORUSSI
Ma il gioco terminologico resta ambiguo: Kiev cerca di reprimere la rivolta armata in una parte delle regioni di Donetsk e Luhansk, mentre l’inesistente Novorossia secondo le spiegazioni fornite a suo tempo dallo stesso Putin comprende anche Odessa, Kherson, Dniepropetrovsk e altre regioni non coinvolte nel conflitto.
Qualche giorno fa il presidente della Duma Serghey Naryshkin ha tenuto a Mosca una riunione con gli storici dell’establishment accademico russo ai quali è stata commissionata una voluminosa «Storia della Novorossia» che darà un fondamento «scientifico» alle rivendicazioni sulla natura russa dell’Est ucraino. E adesso si capisce anche perché qualche giorno fa, quando le sorti militari dei ribelli sembravano ormai segnate, i separatisti hanno presentato i nuovi simboli araldici della «Novorossia», sotto la bandiera della quale doveva cominciare la nuova controffensiva dei filo-russi.
putin e poroshenko con ashton e nazarbayev
Controffensiva che ormai avviene con il diretto coinvolgimento delle truppe russe, come testimoniano diversi giornalisti e militari. Il ministero della Difesa ucraino ieri ha comunicato la morte di un ufficiale catturato dai parà del 331° reggimento russo, mentre fidanzate e madri dei militari di questo reparto continuano a denunciare la scomparsa dei loro cari dopo la partenza per «esercitazioni a Rostov». E ieri la battaglia si è spostata anche sul mare di Azov dove due navette della guardia costiera ucraina sono state affondate dai militari russi (le agenzie russe insistono che sono stati i «miliziani»).
Ma Putin – che, dopo un lungo silenzio, è tornato a parlare ogni giorno della crisi - continua a ignorare le accuse di aver invaso l’Ucraina. E resta molto evasivo sul piano di pace, anche se ha accennato di aver discusso a Minsk, martedì scorso, con Petro Poroshenko (che accusa di essere diventato presidente ucraino «con una presa del potere con le armi») di una non meglio precisata «soluzione pacifica». Alla quale però dichiara subito di non credere: «In Ucraina ci saranno elezioni politiche e tutti i partecipanti alla corsa elettorale vogliono dimostrare di essere i più duri».