LETTERE AL CORRIERE SELLA SERA
matteo renzi pier carlo padoan
1. I CONTRATTI DERIVATI SOTTOSCRITTI DAL TESORO
Nei suoi articoli pubblicati dal Corriere il 23 dicembre e il 27 novembre, Milena Gabanelli associa i contratti derivati sottoscritti dal Tesoro a «scommesse» e a titoli «tossici». Come è stato più volte spiegato, anche in sede parlamentare, la natura dei contratti derivati sottoscritti dal Tesoro è assimilabile a un’assicurazione contro il rischio di rialzo dei tassi d’interesse sui titoli del debito pubblico.
Con i rendimenti attuali, ai minimi storici assoluti, si tende a dimenticare che fino a pochi anni fa i tassi viaggiavano a livelli molto superiori e il rischio di un’impennata tale da mettere a repentaglio la tenuta dei conti pubblici era ben presente. Per questa ragione negli anni passati sono stati sottoscritti contratti grazie ai quali tale rischio viene neutralizzato per lo Stato e ribaltato sulle controparti. Come tutte le assicurazioni, anche questi contratti hanno un costo.
Chi assicura la propria automobile contro il rischio di furto e incendio paga il premio annuale e tuttavia auspica di trovarla integra sotto casa al mattino. Così il Tesoro sostiene un costo per assicurarsi contro il rischio di un repentino aumento dei tassi, che avrebbe un impatto significativo sui conti pubblici, come peraltro sperimentato in passato.
Roberto Basso, portavoce
Ministero dell’Economia e delle Finanze
RIBATTE LA GABANELLI
Se sono tutte operazioni di copertura e quindi non c’è nessuna scommessa perché non renderle pubbliche e identificare per ogni operazione il titolo di Stato cui si riferiscono? Quali sono le banche che hanno derivati con lo Stato e dall’ingresso nell’euro quali sono i profitti e le perdite annuali dello Stato per ognuna di esse? Ha ricevuto il Mef pressioni da queste banche per l’inserimento dell’art.33 nella legge di Stabilità?
Milena Gabanelli