LA FEDE E LA “CONOSCENZA” - BENEDETTO XVI HA DECISO: LA RELAZIONE SU “VATILEAKS” SARA’ ILLUSTRATA AI CONCLAVISTI PRIMA DELLA SCELTA DEL SUCCESSORE - DAL 1 MARZO I CARDINALI DELLA COMMISSIONE D’INCHIESTA (HERRANZ, TOMKO E DE GIORGI) ILLUSTRERANNO NELLE CONGREGAZIONI GENERALI I RISULTATI DELLA LORO INCHIESTA - IL FASCICOLONE FINIRA’ COL “BRUCIARE” QUALCHE PAPABILE? - L’OSSERVATORE ROMANO GETTA ACQUA SUL FUOCO…

Giacomo Galeazzi per La Stampa

I conclavisti saranno informati sullo scandalo Vatileaks. All'inizio della prossima settimana, prima di partire giovedì pomeriggio per Castel Gandolfo, Benedetto XVI incontrerà i tre porporati ultraottantenni della commissione d'inchiesta (Julian Herranz,Jozef Tomko, Salvatore De Giorgi) e, secondo quanto si apprende in Curia, li autorizzerà a riferire ai cardinali riuniti dal 1° marzo nelle congregazioni generali i contenuti della loro indagine vincolata da segreto pontificio.

In questo modo gli elettori potranno ascoltare direttamente dai tre commissari papali di "Vatileaks" la disamina reale ed ufficiale sul furto di documenti riservati nell'appartamento di Joseph Ratzinger e sulla situazione in cui si è inserita l'azione del "corvo" Paolo Gabriele.

Il dossier Vatileaks fotografa scontri di potere e guerre interne alle gerarchie ecclesiastiche, ma, precisano Oltretevere, non denuncia scandali nè ricatti a sfondo sessuale. Prima che si aprano per loro le porte della Cappella Sistina i conclavisti potranno perciò avere la versione autentica dopo mesi di illazioni, veleni e sospetti.

Quei contenuti della relazione Vatlieaks aveva forse in mente Benedetto XVI l'11 ottobre quando si affacciò alla finestra del suo studio privato per ricordare lo straordinario discorso di Giovanni XXIII «alla Luna», quello della carezza inviata ai bambini e a sorpresa gelò l'entusiasmo dei 40mila ragazzi dell'Azione Cattolica che stavano ancora scandendo il suo nome.

«Cinquant'anni fa in questo giorno - disse il Pontefice- anche io sono stato qui in piazza, con lo sguardo verso questa finestra, dove si è affacciato il buon Papa, il Beato Papa Giovanni e ha parlato a noi con parole indimenticabili, parole piene di poesia, di bontà, parole del cuore. Eravamo felici e pieni di entusiasmo. Anche oggi siamo felici, portiamo gioia nel nostro cuore, ma direi una gioia forse più sobria, una gioia umile».

E aggiunse:«In questi cinquant'anni abbiamo imparato ed esperito che il peccato originale esiste e si traduce, sempre di nuovo, in peccati personali, che possono anche divenire strutture del peccato. Abbiamo visto che nel campo del Signore c'è sempre anche la zizzania, abbiamo visto che nella rete di Pietro si trovano anche pesci cattivi. Abbiamo visto che la fragilità umana è presente anche nella Chiesa, che la nave della Chiesa sta navigando anche con vento contrario, con tempeste che minacciano la nave e qualche volta abbiamo pensato: il Signore dorme e ci ha dimenticato».

Alla vigilia del ritiro spirituale di Quaresima che vede riuniti fino a sabato il Papa e la Curia romana, in un articolo in prima pagina ("Il tempo del silenzio"), l'Osservatore Romano ha ripreso le dichiarazioni di Benedetto XVI che il giornalista tedesco Peter Seewald ha riferito al settimanale "Focus". "La determinazione del Pontefice non è stata in alcun modo influenzata dalla vicenda del furto di documenti riservati dal suo appartamento", sottolinea il quotidiano della Santa Sede. "Sulla decisione di Benedetto XVI si moltiplicano i commenti e le notizie", scrive il giornale della Santa Sede.

"Nell'autunno del 2011 il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald, autore di tre libri dove sono pubblicate due interviste al cardinale Ratzinger e una a Benedetto XVI, ha iniziato a raccogliere elementi per una biografia del Pontefice che dovrebbe completare non prima del 2014. Per questo nella seconda metà del 2012 ha tra l'altro incontrato più volte monsignor Georg Ratzinger, alcuni degli antichi allievi del Papa e, in estate e in dicembre, lo stesso Benedetto XVI. Di questi incontri Seewald ha parlato con il settimanale tedesco "Focus". Alla domanda che cosa ci si potesse ancora attendere dal suo pontificato, il Papa avrebbe risposto di essere ormai molto avanti negli anni e di ritenere in ogni modo che quanto ha fatto sia sufficiente. Da queste parole emerge dunque quel diminuire delle forze e del vigore con il quale Benedetto XVI ha poi spiegato l'11 febbraio la decisione di rinunciare al pontificato.

La determinazione del Pontefice - prosegue l'Osservatore romano - non è stata in alcun modo influenzata dalla vicenda del furto di documenti riservati dal suo appartamento. Secondo quanto riferisce il giornalista e scrittore tedesco, l'episodio infatti non ha sconvolto il Papa, né gli ha fatto sentire il carico del suo ministero, anche se per Benedetto XVI si tratta di un atto incomprensibile. Nella risoluzione del caso per il Pontefice è comunque importante che in Vaticano vi sia stata l'indipendenza della giustizia e che non si sia verificato l'intervento di un monarca".

 

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