LA GUERRA È PERSA IN PARTENZA - CIPOLLETTA: “VISTO CHE IL GOVERNO È IMMOBILE, L’UNICO MODO PER SALVARE LE FABBRICHE È ABBASSARE IL SALARIO E LAVORARE DI PIÙ”

Alessandro Barbera per "la Stampa"

Innocenzo Cipolletta è uno dei sette esperti ai quali la Confindustria di Pordenone ha chiesto di elaborare una proposta che evitasse la chiusura degli stabilimenti Electrolux in Italia. «Considero un successo il solo fatto che si discuta una soluzione di compromesso. Ero convinto che gli svedesi avrebbero lasciato».

La strada è in salita però, i lavoratori non sembrano per nulla rassicurati.
«Ovvio, ma alternative ad un accordo in questo senso non ce ne sono. Deve essere chiaro che oggi, in giro per il mondo, c'è sempre un Paese in grado di offrire alle grandi aziende salari più bassi di due, tre, quattro volte, spesso a fronte di una produttività più alta. Oggi è la Polonia, domani sarà un altro».

Nel caso dell'industria degli elettrodomestici c'è ad esempio la vicina Turchia. Non è una battaglia persa in partenza?
«Non è detto. Puntare sulla qualità dei prodotti può essere una sfida vincente anche nei settori maturi. In Cina ci sono 400 milioni di benestanti in grado di acquistare le lavatrici più moderne e sofisticate. Non è solo una questione di costo orario del lavoro, ma di cosa si fa in quell'ora. Noi abbiamo fatto una proposta che abbassa un po' il costo del lavoro e migliora la produttività».

Le faccio l'obiezione da sinistra: possibile che la soluzione sia sempre abbassare i salari e lavorare di più? Non si può far pagare meno tasse alle imprese?
«Ottima idea, se il governo è in grado di farlo. Ma non può essere l'unica soluzione. Poiché lo Stato è lento, e qui occorre trovare una soluzione rapida, la paga scenderebbe da una media di 24 euro l'ora a 19-19,5. È comunque un compromesso per l'azienda, perché spostando le produzioni in Polonia pagherebbe ancora di meno. È la strada scelta dalla Germania ai tempi di Schroeder, e che nel lungo periodo ha portato grandi benefici per tutti, anche salariali. Se un settore riparte, il resto viene da sé».

Oggi c'è un incontro al ministero dello Sviluppo. E se la soluzione alla fine fosse che interviene lo Stato?
«Non immagino come. Se vuole fare la sua parte per mediare, ben venga, ma mi auguro non si perda lo spirito della proposta; in prospettiva può dare risultati importanti».

Altra obiezione da sinistra: negli Usa vanno in direzione opposta, aumentano i salari minimi.
«Una buona notizia per i lavoratori a cui alzeranno il salario. Rammento solo che negli Stati Uniti c'è la ripresa, e che le imprese tornano ad investire. Da noi avviene il contrario».

Una buona notizia anche l'idea di indicizzare i salari all'inflazione?
«Somiglia al solito pasto gratis offerto da una politica miope. Occorre comunque vedere come verrà applicata l'indicizzazione: sul salario minimo non sarebbe un dramma. Ma se si trattasse di un meccanismo automatico, e a un certo punto ripartisse l'inflazione, andrebbe a finire come con la vecchia scala mobile: avrebbe come unica conseguenza la riduzione progressiva del potere d'acquisto dei lavoratori».

Twitter @alexbarbera

 

 

Innocenzo Cipolletta INNOCENZO CIPOLLETTA E MOGLIE ELECTROLUX SCHIAVIelectrolux electrolux

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”