LA LUNGA AGONIA DI ATENE – ANCORA MANCANO DIECI MESI AL VOTO IN GERMANIA E LA MERKEL DICE “NO” A QUALUNQUE IPOTESI DI TAGLIO DEL DEBITO ELLENICO CHE HA RAGGIUNTO LA VETTA: 300 MILIARDI DI EURO - I TEDESCHI VOTERANNO PER IL RIGORE: DEL RESTO, CONTINUANO A GUADAGNARE CON GLI INTERESSI SUI DEBITI DEI GRECI…

Andrea Tarquini per "la Repubblica"

Muro, linea dura, chiusura a riccio: speriamo su un accordo per la Grecia, dicono governanti e portavoce tedeschi come ripetendo un mantra vuoto, ma di haircut, di taglio del debito, non si parla. Leadership europea? Mancano dieci mesi alle elezioni politiche federali qui nella prima potenza europea ormai esposta anch'essa ai venti della recessione, e come per ogni capo dell'esecutivo anche per Angela Merkel la rielezione è priorità. Al massimo, si propone un buy-back di parte del debito greco, assolutamente insufficiente.

Mentre a Bruxelles si negoziava fino a tarda sera, qui a Berlino l'establishment restava arroccato. Né il dramma presente della miseria di massa laggiù, né il rischio concreto di uno scontro sociale con possibili esiti violenti in un paese membro dell'Unione europea e della Nato sembrano incrinare il rigorismo a oltranza.

«Ci sono ragioni giuridiche per cui escludiamo un taglio al debito greco», ha detto già ieri mattina il portavoce della cancelliera, sottosegretario Steffen Seibert. Il rifiuto tedesco ha spiegato - «si fonda sui capitoli relativi ai problemi di bilancio del diritto pubblico tedesco, e poi ci sono anche altri Stati dell'eurozona contrari a cancellare il debito di Atene».

La formazione di un fronte dei rigoristi a oltranza all'ultimo vertice europeo è un argomento decisivo in più per la Germania. Insieme al richiamo all'articolo 125 del Trattato sul funzionamento della Ue, articolo che secondo la Repubblica federale vieta a ogni Stato dell'Unione di assumersi debiti di altri Stati membri. Sullo sfondo c'è il problema evidente che ogni decisione radicale dovrebbe passare per il necessario voto del Bundestag in un clima da fine legislatura, e con l'opposizione Spd che incalza chiedendo al governo di dire «la verità ai nostri contribuenti». «Spendere per salvare l'euro è inevitabile», ammonisce lo sfidante Peer Steinbrueck.

La proposta ufficiale tedesca, almeno fino a ieri sera, restava la trovata del buy-back: con finanziamenti forniti dalla Troika (Ue, Bce, Fmi), Atene ricomprerebbe dai creditori privati a tassi ridotti parte del suo debito. Risparmiando tra 21 e 30 miliardi. Cifra enorme, ma ridicola rispetto a quelle sullo sfondo.

A cominciare dai circa 300 miliardi del totale del debito ellenico: 40 dovuti a privati, 60 alla Bce, 200 agli Stati Ue, al fondo europeo Fesf e al Fondo monetario. Mentre la recessione perdurante erode ogni risorsa ad Atene, il debito sovrano greco è già salito dal 170 al 190 per cento del prodotto interno lordo, e il volo continua.

Cifre da capogiro, bomba a tempo per tutti. Ma un taglio del debito greco, ha detto Norbert Baerthle, responsabile per il Bilancio del gruppo parlamentare Cdu (il partito della cancelliera) pensando agli elettori a casa, «avrebbe conseguenze fatali per gli altri paesi interessati agli aiuti, Irlanda, Spagna, Portogallo, poi Cipro», e «incoraggerebbe a diminuire lo sforzo riformatore». Intanto, scrive Spiegel online, la Germania guadagna ancora con gli alti interessi sui debiti ripagati dai greci.

 

CADUTA EURO EURO SI SCIOGLIE L EURO CHE AFFONDA ANTONIS SAMARAS Merkel e Samaras SCONTRI AD ATENE SCONTRI AD ATENE SCONTRI AD ATENE

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