LA NUOVA DESTRA MAIALA - C’ERA TUTTA ROMANORD ALLA FESTA ULTRASH DI DE ROMANIS - LA ROMA CHE HA FATTO LA FORTUNA DELLE SMART PRIMA E DELLE MICROCAR POI - LA ROMA CHE SI E’ VOLUTA DISTINGUERE DA QUELLA POPOLANA E NEOREALISTA DEL CENTRO STORICO, DI TRASTEVERE, DEL LONTANISSIMO TESTACCIO - LA ROMA IN CUI I RAGAZZI NON SI RICONOSCONO NEI CESARONI (CHE INFATTI ABITANO NELLA MERIDIONALISSIMA GARBATELLA), MA NEI FILM DI GABRIELE MUCCINO….

Alberto Infelise per La Stampa

"C'era tutta Romanord", dice il giovane portavoce del senatore, immortalato tra gli altri gaudenti in maschera pseudoellenica alla festa di Carlo De Romanis, 30 anni, neo-eletto alla Regione Lazio. Festa alla quale era sorridente invitata anche la presidente della Regione. Come a dire, ma quale volgarità e privilegi? Tra tuniche, pepli e maschere suine c'era la creme della Roma moderna.

Perché Romanord non è, come potrebbe pensare chi venisse da fuori il Raccordo Anulare, un casello autostradale. E nemmeno un quartiere della capitale. Romanord è una categoria dello spirito, una formattazione dell'anima (de li mortacci loro, chiosano - plebei - a Romasud).

Se nel resto d'Italia lo sbraco togato ha rinfocolato tutti i pregiudizi possibili sulla Roma ladrona del magna-magna, nell'intenzione degli organizzatori quella festa doveva essere uno degli eventi irrinunciabili per una certa gioventù di "tendenza Renata". E dietro a quel "c'era tutta Romanord" c'è tutto un modo romanissimo di dividersi in caste, di rivendicare un'appartenenza elitaria che segni una distanza forte dal resto della città. Ab origine, Romanord era la Roma dei Parioli e del quartiere Trieste.

La Roma che si era voluta distinguere da quella popolana e neorealista del Centro storico, di Trastevere, del lontanissimo Testaccio. Ma anche dalla Roma dei burocrati papalini di Borgo o degli invasori piemontesi di Prati. Era la Roma della destra ancient regime, che non disdegnava però il vicino di casa radical chic avvolto nel cachemere al primo soffiare di Ponentino.

La Roma di Villa Borghese e Villa Ada, dell'inarrivabile Tennis Club Parioli, del millefoglie di Cavalletti (unico dessert commestibile per intere generazioni di romani). Una Roma di moda, alla quale, inevitabilmente, ogni nuovo ricco voleva appartenere. E così fu. Non che tutti andassero a vivere a piazza Euclide, ma si replicarono, dove si poteva, gli stilemi di quel sogno di Dolce Vita. Romanord sono diventate, nel tempo, piazza della Balduina, Collina Fleming e soprattutto Vigna Clara (con venti chilometri di Cassia e Cassia bis a calare per l'ora dell'aperitivo, visto che la nuova Romanord un po' guarda a Milano e ai suoi riti da bere).

E' la Roma che ha fatto la fortuna delle Smart prima e delle Microcar poi. La Roma che ha nel mensile Vigna Clara Pocket il magazine in cui specchiarsi orgogliosa. La Roma in cui i ragazzi non si riconoscono nei Cesaroni (che infatti abitano nella meridionalissima Garbatella), ma nei film di Gabriele Muccino, vero eroe locale, raro caso di profeta in patria. Raro ma non unico.

Proprio come l'onorevole De Romanis, anche il Federico Moccia di "Tre metri sopra il cielo" è un venerato ex allievo di Villa Flaminia, la scuola con più alto rapporto essere umano/microcar al mondo, e il suo Step infrange cuori di delicate parioline. Come i ggiovani dell'Ultimo bacio parlano i ragazzi di quella Romanord, in un birignao riconoscibilissimo che ha reso il " cioè ggiurah!" la cifra distintiva di un vernacolo assurto al rango lingua.

Va da sé che il nuovo romanordista di piazza dei Giuochi Delfici sia vissuto dal tradizionale romanordista di via Ximenes come un usurpatore di titolo, un viterbese del sud, calcisticamente un laziale. Ma tant'è. Oggi possono a buon diritto dire "C'era tutta Romanord" senza tema di smentite. E andarne profondamente fieri. Anche se mezza Romanord fatica a condividere lo stile Polverini , restando ferma nella convinzione che quello stile lì sia irrimediabilmente Romasud.

 

 

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