LA VENDITTA DI ‘O GUARGUAGLIONE CONTINUA - COMUNIONE E FATTURAZIONE SPUNTA NELLE CARTE DELL’INDAGINE SULLE PRESUNTE TAGENTI DI FINMECCANICA ALLA LEGA - DALLE CONFESSIONI DEL BRACCIO DESTRO GUARGUAGLINI, BORGOGNI, RISULTEREBBE CHE I 10 MLN DI FONDI NERI DESTINATI ALLA LEGA SAREBBERO FINITI IN PARTE ANCHE NELLA CASSE DI CL, CHE AVREBBE APPOGGIATO ORSI (OSPITE FISSO AI MEETING CIELLINI) PER LA SUA NOMINA AD AMMINISTRATORE DELEGATO…

Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"

Non solo Lega. C'è una pista dell'inchiesta sulle mazzette di Finmeccanica che punta verso CL. Al Fatto risulta che il movimento di Comunione e Liberazione è citato negli atti dell'inchiesta della Procura di Napoli sulle presunte mazzette pagate ai politici per la commessa di 12 elicotteri AW-101 venduti all'India da Agusta Westland nel 2010.

Nessun esponente del movimento ispirato all'insegnamento di don Giussani (come peraltro nessun leghista) risulta indagato per le dichiarazioni di Lorenzo Borgogni, ex direttore centrale relazioni istituzionali di Finmeccanica, a sua volta indagato a Roma.
Sulla base delle sue accuse i magistrati hanno indagato il presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Giuseppe Orsi per corruzione internazionale e riciclaggio.

Borgogni sostiene di avere appreso da fonti non meglio precisate che Orsi, allora amministratore di Agusta Westland, avrebbe chiesto a due consulenti di gonfiare la loro parcella da 41 a 51 milioni di euro per generare la provvista di una tangente per la Lega. Al Fatto però risulta che, in misura molto minore anche CL avrebbe beneficiato di parte del "ritorno" in Italia dei 10 milioni. L'ipotesi su cui stanno lavorando i Carabinieri del Noe sarebbe questa: i soldi sarebbero finiti a "Lega Nord e CL, che avrebbero appoggiato Orsi per la sua nomina ad amministratore delegato di Finmeccanica" avvenuta nel maggio del 2011.

Quella nomina fu effettivamente l'esito di un braccio di ferro tra l'allora sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta, grande sponsor di Pierfrancesco Guarguaglini, e la Lega che invece sosteneva le ragioni del rinnovamento rappresentate da Orsi. Il manager di Guardamiglio in provincia di Lodi è sempre stato considerato un alfiere del Nord nel gruppo e ha guidato per anni Agusta Westland, la società con sede vicino a Varese che ha realizzato ottimi risultati.

Orsi insomma aveva i numeri per diventare il capo del gruppo, ma l'appoggio della Lega, e di Maroni in particolare, ha avuto un peso importante. La moglie di Maroni è un dirigente della Alenia Aermacchi, una controllata del gruppo, e l'allora ministro dell'interno è in rapporti confidenziali con il manager. "Orsi è sempre stato più vicino all'Udc. Per tacer di Bersani, piacentino come lui e suo buon amico", ha dichiarato Maroni ieri al Corriere, negando una frequentazione tra le due famiglie, della quale aveva scritto Il Fatto nei giorni scorsi. Prendiamo atto. A prescindere dalla frequentazione tra le due famiglie, resta un dato: Orsi e Maroni in pochi anni hanno cementato un rapporto da vecchi amici che travalica quello che corre normalmente tra un ministro e un manager pubblico.

Il coinvolgimento della Lega nella vicenda delle tangenti Finmeccanica, secondo Maroni "semplicemente non esiste". Anche nel caso di Comunione e Liberazione, come per la Lega, il riferimento negli atti di indagine resta generico: Borgogni non indica un nome preciso del presunto percettore delle mazzette.

Se Orsi è un manager vicino a Comunione e Liberazione, un ospite quasi fisso dei meeting di Rimini, questa circostanza - come nel caso dei rapporti amicali tra Maroni e Orsi - non rappresenta certo una conferma ad accuse gravissime che hanno bisogno di riscontri granitici. L'indagine dei pm napoletani è seria e scrupolosa proprio perché parte da dichiarazioni vaghe di un indagato, anche se a Roma, per storie simili. Non bisogna mai dimenticare che allo stato le accuse a un intero partito e a un movimento politico-religioso che rappresentano milioni di italiani si basano su un racconto vago e derelato di un indagato e non hanno ottenuto alcun riscontro certo.

I pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock e Francesco Curcio, con il sequestro delle carte svizzere effettuato lunedì scorso a Lugano, hanno invece segnato un passo avanti nel riscontrare il ruolo di uno dei due presunti intermediari della mazzetta: Guido Ralph Haschke. Nello studio di Lugano del consulente di Agusta per l'affare indiano sono stati trovati documenti che provano i rapporti di questo professionista 61enne con il gruppo Finmeccanica.

Secondo Borgogni i due intermediari delle tangenti sarebbero stati proprio Guido Ralph Haschke e "tale Michel Christian", non ancora identificato dagli investigatori e indicato dall'ex manager con molti dubbi sul nome esatto. Proprio Michel avrebbe dovuto ricevere da Haschke, secondo il racconto di Borgogni, i 9 milioni di euro da girare a Orsi perché li destinasse alle esigenze della Lega Nord. Sarebbe stato proprio il misterioso ‘Christian Michel' quindi il collettore della presunta tangente padana.

Peccato che Christian MIchel non esiste. Gli investigatori lo stanno cercando da mesi. Al Fatto però un manager di Finmeccanica ha raccontato una storia molto interessante: "Qualche anno fa", racconta il manager sotto garanzia di anonimato, "Guido Haschke in Arabia Saudita mi ha presentato Wally Richard Michel, un consulente francese settantenne con casa a Parigi e interessi nel mondo arabo.

Haschke e Michel (Wally Richard e non Christian) in quel periodo cercavano di coinvolgere altri imprenditori in un mega-progetto lanciato dal re d'Arabia: il KAEC, cioè King Abdullah Economic City una costruzione che si sviluppa su 173 km quadrati sul Mar rosso a nord di Jeddah". A quel progetto lavorava anche un grande gruppo degli Emirati Arabi, la Emaar, e Guido Haschke era direttore non esecutivo della controllata indiana.

Haschke, 61 anni, e il suo amico settantenne francese incontravano gli imprenditori interessati in un hotel di Riyad. Secondo quello che ricorda il manager di Finmeccanica consultato dal Fatto, "Wally Richard Michel voleva diventare agente di Finmeccanica in Arabia. A un certo punto, senza autorizzazione, cominciò a presentarsi come nostro agente e la società fu costretta a fare un esposto legale nei suoi confronti, che probabilmente sarà depositato negli uffici legali e commerciali del gruppo".

 

PIER FRANCESCO GUARGUAGLINI GIUSEPPE ORSI GUARGUAGLINI E GIUSEPPE ORSI Lorenzo Borgogni giussani omi08 i guarguaglini i lettaELICOTTERO AGUSTA WESTLAND roberto-maroni-e-la-moglie-Emilia-Macchii pm napoli woodcock piscitelli curcio

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni economia recessione

DAGOREPORT – ASPETTANDO L'OPPOSIZIONE DE' NOANTRI (CIAO CORE!), VUOI VEDERE CHE LA PRIMA BOTTA DURISSIMA AL GOVERNO MELONI ARRIVERA' DOMANI, QUANDO L'ECONOMIA ITALIANA SARÀ FATTA A PEZZI DAI DAZI DI TRUMP? - QUALCUNO HA NOTIZIE DEL FAMOSO VIAGGIO DELLA DUCETTA A WASHINGTON PER FAR CAMBIARE IDEA AL TRUMPONE? DOVE E' FINITA LA “MERAVIGLIOSA GIORGIA” (COPY TRUMP), "PONTE" TRA USA E UE? SI E' DOVUTA ACCONTENTARE DI ANDARE DA CALENDA! E GLI ELETTORI INIZIANO AD ACCORGERSI DEL BLUFF DA “CAMALEONTE” DELLA PREMIER: FRATELLI D’ITALIA È SCESO AL 26,6%, E IL GRADIMENTO PER LA STATISTA FROM GARBATELLA È CROLLATO AI MINIMI DAL 2022 – IL PNRR A RISCHIO E LA PREOCCUPAZIONE DELLE AZIENDE MONDO ECONOMICO-FINANZIARIO...

ing banca popolare di sondrio carlo cimbri steven van rijswijk andrea orcel - carlo messina

DAGOREPORT: OPA SU OPA, ARRIVEREMO A ROMA! - AVVISO AI NAVIGATI! LE ACQUISIZIONI CHE STANNO INVESTENDO IL MERCATO FINANZIARIO HANNO UN NUOVO PLAYER IN CAMPO: IL COLOSSO OLANDESE ING GROUP È A CACCIA DI BANCHE PER CRESCERE IN GERMANIA, ITALIA E SPAGNA - ED ECCO CHE SULLE SCRIVANIE DEI GRANDI STUDI LEGALI COMINCIANO A FARSI LARGO I DOSSIER SULLE EVENTUALI ‘’PREDE’’. E NEL MIRINO OLANDESE SAREBBE FINITA LA POP DI SONDRIO. SÌ, LA BANCA CHE È OGGETTO DEL DESIDERIO DI BPER DI UNIPOL, CHE HA LANCIATO UN MESE FA UN’OPS DA 4 MILIARDI SULL’ISTITUTO VALTELLINESE - GLI OLANDESI, STORICAMENTE NOTI PER LA LORO AGGRESSIVITÀ COMMERCIALE, APPROFITTERANNO DEI POTERI ECONOMICI DE’ NOANTRI, L’UNO CONTRO L’ALTRO ARMATI? DIFATTI, IL 24 APRILE, CON IL RINNOVO DEI VERTICI DI GENERALI, LA BATTAGLIA SI TRASFORMERÀ IN GUERRA TOTALE CON L’OPA SU MEDIOBANCA DI MPS-MILLERI-CALTAGIRONE, COL SUPPORTO ATTIVO DEL GOVERNO - ALTRA INCOGNITA: COME REAGIRÀ, UNA VOLTA CONFERMATO CARLO MESSINA AL VERTICE DI BANCA INTESA, VEDENDO IL SUO ISTITUTO SORPASSATO NELLA CAPITALIZZAZIONE DAI PIANI DI CONQUISTA DI UNICREDIT GUIDATA DAL DIABOLICO ANDREA ORCEL? LA ‘’BANCA DI SISTEMA’’ IDEATA DA BAZOLI CORRERÀ IL RISCHIO DI METTERSI CONTRO I PIANI DI CALTA-MILLERI CHE STANNO TANTO A CUORE A PALAZZO CHIGI? AH, SAPERLO…

andrea orcel giuseppe castagna anima

DAGOREPORT LA CASTAGNA BOLLENTE! LA BOCCIATURA DELL’EBA E DI BCE DELLO “SCONTO DANESE” PER L’ACQUISIZIONE DI ANIMA NON HA SCALFITO LE INTENZIONI DEL NUMERO UNO DI BANCO BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, CHE HA DECISO DI "TIRARE DRITTO", MA COME? PAGANDO UN MILIARDO IN PIÙ PER L'OPERAZIONE E DANDO RAGIONE A ORCEL, CHE SI FREGA LE MANI. COSÌ UNICREDIT FA UN PASSO AVANTI CON LA SUA OPS SU BPM, CHE POTREBBE OTTENERE UN BELLO SCONTO – IL BOTTA E RISPOSTA TRA CASTAGNA E ORCEL: “ANIMA TASSELLO FONDAMENTALE DEL PIANO DEL GRUPPO, ANCHE SENZA SCONTO”; “LA BCE DICE CHE IL NOSTRO PREZZO È GIUSTO...”

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT – IL GOVERNO RECAPITA UN BEL MESSAGGIO A UNICREDIT: LA VALUTAZIONE DELL’INSOSTENIBILE GOLDEN POWER SULL’OPA SU BPM ARRIVERÀ IL 30 APRILE. COME DIRE: CARO ORCEL, VEDIAMO COME TI COMPORTERAI IL 24 APRILE ALL’ASSEMBLEA PER IL RINNOVO DI GENERALI - E DOPO IL NO DELLA BCE UN’ALTRA SBERLA È ARRIVATA AL DUO FILO-GOVERNATIVO CASTAGNA-CALTAGIRONE: ANCHE L’EBA HA RESPINTO LO “SCONTO DANESE” RICHIESTO DA BPM PER L’OPA SU ANIMA SGR, DESTINATO AD APPESANTIRE DI UN MILIARDO LA CASSA DI CASTAGNA CON LA CONSEGUENZA CHE L’OPA DI UNICREDIT SU BPM VERRÀ CESTINATA O RIBASSATA - ACQUE AGITATE, TANTO PER CAMBIARE, ANCHE TRA GLI 7 EREDI DEL COMPIANTO DEL VECCHIO…

gesmundo meloni lollobrigida prandini

DAGOREPORT - GIORGIA È ARRIVATA ALLA FRUTTA? È SCESO IL GELO TRA LA FIAMMA E COLDIRETTI (GRAN SOSTENITORE COL SUO BACINO DI VOTI DELLA PRESA DI PALAZZO CHIGI) - LA PIU' GRANDE ORGANIZZAZIONE DEGLI IMPRENDITORI AGRICOLI (1,6 MILIONI DI ASSOCIATI), GUIDATA DAL TANDEM PRANDINI-GESMUNDO, SE È TERRORIZZATA PER GLI EFFETTI DEVASTANTI DEI DAZI USA SULLE AZIENDE TRICOLORI, E' PIU' CHE IRRITATA PER L'AMBIVALENZA DI MELONI PER LE MATTANE TRUMPIANE - PRANDINI SU "LA STAMPA" SPARA UN PIZZINO ALLA DUCETTA: “IPOTIZZARE TRATTATIVE BILATERALI È UN GRAVE ERRORE” - A SOSTENERLO, ARRIVA IL MINISTRO AGRICOLO FRANCESCO LOLLOBRIGIDA, UN REIETTO DOPO LA FINE CON ARIANNA: “I DAZI METTONO A RISCHIO L'ALLEANZA CON GLI USA. PUÒ TRATTARE SOLO L'EUROPA” – A BASTONARE COLDIRETTI, PER UN “CONFLITTO D’INTERESSI”, CI HA PENSATO “IL FOGLIO”. UNA STILETTATA CHE ARRIVA ALL'INDOMANI DI RUMORS DI RISERVATI INCONTRI MILANESI DI COLDIRETTI CON RAPPRESENTANTI APICALI DI FORZA ITALIA... - VIDEO

autostrade matteo salvini giorgia meloni giancarlo giorgetti roberto tomasi antonino turicchi

TOMASI SÌ, TOMASI NO – L’AD DI ASPI (AUTOSTRADE PER L’ITALIA) ATTENDE COME UN’ANIMA IN PENA IL PROSSIMO 17 APRILE, QUANDO DECADRÀ TUTTO IL CDA. SE SALVINI LO VUOL FAR FUORI, PERCHÉ REO DI NON AVER PORTARE AVANTI NUOVE OPERE, I SOCI DI ASPI (BLACKSTONE, MACQUARIE E CDP) SONO DIVISI - DA PARTE SUA, GIORGIA MELONI, DAVANTI ALLA FAME DI POTERE DEL SUO VICE PREMIER, PUNTA I PIEDINI, DISPETTOSA: NON INTENDE ACCETTARE L’EVENTUALE NOME PROPOSTO DAL LEADER LEGHISTA. DAJE E RIDAJE, DAL CAPPELLO A CILINDRO DI GIORGETTI SAREBBE SPUNTATO FUORI UN NOME, A LUI CARO, QUELLO DI ANTONINO TURICCHI….