1 - MICHELE SERRA A CIRCO MASSIMO: "MI GIRANO I COGLIONI QUANDO MI CHIAMANO RADICAL CHIC. QUELLO CHE HO SCRITTO È STATO STRAVOLTO. SIAMO IN EGEMONIA CULTURALE DELLA DESTRA. MI HANNO COLPITO DIMENSIONI DELLA REAZIONE - NON DEL WEB, DI CUI MI IMPORTA POCHISSIMO"
Da “Circo Massimo - Radio Capital”
Un'Amaca totalmente stravolta. A Circo Massimo, su Radio Capital, Michele Serra torna sulle critiche al suo ormai celebre corsivo sul bullismo definito classista: "In rete viaggiano i riflessi di quello che si dice. Sono pochissime le persone che leggono il testo.
MICHELE SERRA E. IL BULLISMO A SCUOLA
Quindi si scatenano tempeste perfette che in questo caso si sono fondate, a mio avviso, sullo stravolgimento esatto di quello che ho scritto", dice il giornalista a Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto, "Io ho parlato della scuola in modo quasi strumentale, perché ho detto che le manifestazioni di aggressività di genitori e alunni contro i professori sono più frequenti negli istituti tecnici che nei licei perché i figli dei signori vivono in condizioni privilegiate e perché i ceti popolari sono più esposti alla devianza sociale, alla fatica di stare dentro le regole. Mi sembrava", spiega, "di aver detto una banalissima cosa di sinistra e ho scoperto che non è così".
Serra racconta di essere stato molto colpito dalle "dimensioni della reazione": "E non parlo solo della reazione del web, di cui, spero di non sembrare arrogante, mi importa pochissimo, perché nel web ci sono un sacco di persone intelligenti le cui parole annegano in un mare di superficialità, di approssimazione, di propaganda.
Parlo anche della reazione di persone che conoscono la storia della sinistra, come Luca Telese. Il mio concetto", continua, "è stato ribaltato, e questo mi fa pensare che il paradigma vincente sia quello di destra. Dire che le condizioni dei ceti popolari sono infinitamente peggiori e ricominciare a parlare in modo anche abbastanza brutale, come forse ho fatto, della differenza di classe, viene frainteso perché il paradigma populista ti costringe a dire che il popolo è buono e ha ragione. Non è così. Se oggi Engels scrivesse 'Le condizioni della classe operaia in Inghilterra' gli darebbero del radical chic e gli direbbero di non permettersi di parlare così male del popolo".
Per l'autore de L'Amaca si tratta di una "battaglia culturale" che "in questo momento è persa": "Si è parlato per anni, fino al 2000, con qualche ragione, dell'egemonia culturale della sinistra. Oggi siamo in totale e assoluta egemonia culturale della destra. Bisogna prepararsi a una lotta di lunghissima durata, molto faticosa anche sul piano personale perché è sul piano personale che si viene aggrediti - non è più una lotta ideologica, ma contro le persone. E contro Repubblica, che viene letta come giornale dell'establishment, dei signori, dei radical chic".
Un termine che a Serra non piace: "Mi girano molto i coglioni quando mi chiamano radical chic. Lavoro da quando ho 19 anni, ho dovuto mantenere i miei genitori da vecchi perché avevano una pensione bassa, e soprattutto non sono radicale: sono popolare e riformista, e credo di scrivere in un giornale popolare e riformista. Certo, che usa i congiuntivi, cosa che è diventata quasi una colpa", continua, "L'accusa di essere radical chic è quindi un falso ignobile che ci porteremo in groppa per molti anni.
Quelli che la usano dovrebbero rileggere Tom Wolfe: i radical chic erano i miliardari che brindavano con le pantere nere. La sinistra, però, riformista non è mai stata radical né tantomeno radical chic, ma popolare e moderata. Io mi rifaccio a quella storia e sento di appartenere a quella storia. Una storia talmente dispersa che si possono generare equivoci di questo tipo. Uno indica la differenza di classe e la lettura che viene fatta è 'disprezza i poveri'. È terribile. Vuol dire non capire il senso delle parole e non avere gli strumenti critici per leggerle e decifrarle. Bisogna combattere contro demagogia, populismo. Contro il pensiero di destra, volendo riassumerlo brutalmente".
Serra aggiunge che "non c'è dubbio che i figli dei ricchi facciano spesso peggio dei figli dei poveri. Non l'ho specificato perché l'Amaca è fatta di 1500 battute, non potevo fare un trattato sulla condizione della società". Poi specifica: "è molto diverso riferirsi agli anni '70 o parlare di oggi: negli anni '70 i ceti popolari consideravano un onore che i figli si diplomassero o si laureassero, e nei confronti della scuola c'era una sorta di venerazione perfino eccessiva. Adesso no. Oggi i genitori vanno a menare quelli che hanno messo 4 al loro bambino. E l'idea di voler alzare il proprio livello culturale è morta o è in agonia.
michele serra e francesco piccolo
C'è stata una rivalutazione dei modi rozzi, dei modi bruschi, del parlare schietto - anche questo fa parte della vittoria del populismo - che ha tolto a chi sta sotto nella classe sociale una leva preziosa". Fra i tanti insulti, Serra racconta di aver ricevuto "tante lettere bellissime di critica.
Purtroppo, ed è terribile, queste parole critiche, utili alla discussione, scompaiono nel web. Per trovarle bisogna andare con il lanternino e farsi strada fra offese personali e parolacce. Io penso che da questo punto di vista i giornali abbiano ancora un futuro, se vengono fatti bene. E il loro futuro è al riparo dal web. Bisogna creare dei luoghi in cui la parola abbia un peso e sia rispettata. Sennò non ne veniamo più fuori".
2 - IL MARCHESE ABBATE: "SERRA? E' CONVINTO CHE SE HAI VISTO I FILM DELLA COMENCINI E DELLA ARCHIBUGI SEI UNA PERSONA MIGLIORE. DIETRO LE SUE PAROLE C'E' UN PROGETTO POLITICO. VOGLIONO APRIRE LE PORTE DEL PD A CALENDA, FIGLIO DELLA ROMA TRA I PARIOLI E CORSO TRIESTE", DICE A RADIO CUSANO
Il marchese Fulvio Abbate è intervenuto stamattina ai microfoni di ECG, il programma condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio su Radio Cusano Campus, l'emittente dell'Università degli Studi Niccolò Cusano.
Abbate è tornato sul discusso editoriale di Serra a proposito di periferie e bullismo: "Solo coloro che hanno letto i romanzi di Cristina Comencini e hanno poi apprezzato i film di Francesca Archibugi secondo Serra sono in possesso di una vera educazione. Una certa sinistra virtuosa ha questa idea della cultura.
La cultura per loro non è mai ribellione, non è mai rivolta, ma è compostezza, educazione, saper mettere bene il cucchiaio e la forchetta a tavola. Michele Serra è veramente convinto che se tu hai visto i film della Archibugi e letto i romanzi della Comencini sei una persona migliore. Dovremmo riscrivere la storia e dire che gli assassini del Circeo, Ghira, Izzo e Guido, non erano figli della borghesia romana, bensì ragazzi del Tiburtino terzo. Non è così, erano tre orrendi figli della borghesia. Questo taglia la testa al topo".
Ancora su Michele Serra: "Oggi purtroppo il figlio dell'operaio non riesce nemmeno a proseguire nel mestiere del padre. Oggettivamente, si è fermato l'ascensore sociale ed è inaccettabile. Ma un conto è dire questo, un altro è il moralismo di Michele Serra quando scrive quelle cose. Dietro quelle parole c'è un progetto politico che porta anche i colleghi di Serra come la Archibugi e Virzì ad andare all'assemblea del Pd. Vanno lì perché vogliono aprire le porte a Carlo Calenda, persona della Roma tra Parioli e Quartiere Trieste. E invece la sinistra dovrebbe innalzare la bandiera rossa in nome della ribellione degli ultimi e delle classi subalterne".
3 - LEGGETE “L’AMACA” DI MICHELE SERRA SUL BULLISMO E SCUOLA E VERGOGNATEVI PER LUI - L’EDITORIALISTA DI “REPUBBLICA”, ARALDO DELLA PIU’ AUTOREFERENZIALE SINISTRA PROGRESSISTA, SFODERA TUTTO IL SUO CLASSISMO E LE PEGGIORI APPROSSIMAZIONI PER “SPIEGARE” LA MOLTIPLICAZIONE DEGLI EPISODI DI VIOLENZA IN CLASSE CONTRO I PROFESSORI