marine le pen

“LA SOLIDARIETÀ È SERVITA SOLO PER SALVARE LE BANCHE CON I SOLDI DEI CONTRIBUENTI” - MARINE LE PEN RANDELLA L’UNIONE EUROPEA: “IL LIVELLO DEI NOSTRI DEBITI È PREOCCUPANTE MA LA RIPRESA ECONOMICA NON SI OTTIENE CON L'AUSTERITÀ, NE È LA PROVA LA CARNEFICINA SOCIALE IN GRECIA. SERVE UN DIVERSO MODELLO - JUNCKER IN LUSSEMBURGO HA FAVORITO PRATICHE DI "OTTIMIZZAZIONE FISCALE" E BARROSO È STATO ASSUNTO IN GOLDMAN SACHS"

Andrea Ducci per il “Corriere della Sera”

 

Signora Le Pen lei rivendica un'alternativa all'attuale Unione Europea. Da dove transita questo percorso e dove conduce?

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

«Siamo davanti a un'Unione Europea incapace di mantenere fede alle promesse. I valori e i principi ispiratori dei trattati sono stati disattesi e soppiantati da una tecnocrazia, affidata a commissari anonimi e oscuri. La tanto invocata solidarietà è servita solo per salvare le banche con i soldi dei contribuenti. Ragione che ci spinge a creare una vasta alleanza con i grandi partiti nazionali tra cui la Lega di Matteo Salvini».

 

Marine Le Pen, leader di Rassemblement National, di passaggio a Roma per un incontro con Matteo Salvini e per un'intervista televisiva con Nicola Porro, riassume con toni impietosi lo stato di salute della Commissione Ue e delle istituzione europee.

 

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

Bruxelles e le sue misure di austerità hanno indebolito l'Italia?

«Io penso che i dogmatismi in campo economico siano uno degli errori dell'Europa attuale. Ecco perché bisogna smetterla con le misure di austerità, che sono socialmente devastanti e economicamente inefficaci».

 

Nei giorni scorsi si è discusso delle misure in deficit adottate in Italia e in Francia. Il debito italiano non consentirebbe margini.

 

Ma il rispetto dei conti e di regole uguali per tutti non è più valido?

«Il livello dei nostri rispettivi debiti è preoccupante e tutto sommato non così distante. Ma la ripresa economica non si ottiene con la corsa all' austerità, ne è la prova la carneficina sociale in Grecia. Serve un diverso modello. Non vogliamo muri, ma sono indispensabili degli argini doganali per proteggerci, per esempio, dal dumping sociale, dalla delocalizzazione. Dobbiamo preservare i nostri mercati nazionali e i nostri campioni industriali».

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

 

L'avvio in Italia di un governo tra Lega e 5 Stelle è un vantaggio per il suo impegno politico in Francia?

«Il punto è quello che Lega e 5 Stelle stanno realizzando. Un'evidenza di due capisaldi politici: le nostre idee possono arrivare al potere, e, che una volta al potere, possiamo davvero cambiare le cose. Matteo Salvini attraverso una politica di fermezza è stato in grado di ridurre l'immigrazione e scuotere l'Ue, mettendola di fronte alle sue bugie e alle sue contraddizioni».

 

Salvini ha attaccato il commissario Juncker invitando a «cercarlo su Google mentre barcolla», perché non sobrio. Sono argomenti solidi per contestare l'Ue?

salvini wilders le pen petri

«Il fallimento Ue é accompagnato dalla decadenza di coloro che portano avanti il progetto europeista: la signora Merkel è rinnegata nel suo stesso partito, Macron è in evidente difficoltà. I fatti sembrano chiari. Juncker è un ex leader lussemburghese, che ha favorito pratiche di "ottimizzazione fiscale". Guardare i video su Juncker aiuta a giudicare chi rappresenta l'Ue. Aggiungerei che il suo predecessore Barroso è stato assunto in Goldman Sachs. Rapporti con la comunità finanziaria, a dir poco, inquietanti».

 

Una sentenza sui falsi impieghi all' Europarlamento ha condannato i deputati del suo partito.

«É una storia montata e non c'è alcuna condanna. Né tanto meno alcun impiego fittizio o arricchimento personale, si tratta piuttosto di una questione sull' interpretazione del ruolo di assistente parlamentare. Siamo innocenti e contestiamo le accuse, attendendo con impazienza un processo».

MATTEO SALVINI E MARINE LE PEN

 

In Europa i tassi di natalità sono in calo e i cittadini Ue crescono grazie al saldo migratorio. Senza questi flussi ci saranno meno risorse per pensioni, stipendi pubblici, istruzione e sanità.

«È un ragionamento fuorviante poiché considera l' uomo solo come mezzo di produzione e di consumo. Attraverso una politica che favorisca natalità possiamo risolvere i problemi demografici. La soluzione non è importare disoccupati in Paesi che contano già milioni di disoccupati».

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”