conte haftar

“STABILIZZIAMO LA LIBIA” – IL GENERALE KHALIFA HAFTAR INCONTRA IL PREMIER CONTE (E OGGI MOAVERO) IN GRAN SEGRETO PER FISSARE I DETTAGLI DELLA CONFERENZA DI PALERMO – L’UOMO FORTE DELLA CIRENAICA APRE AL RITORNO IN LIBIA DELL’AMBASCIATORE GIUSEPPE PERRONE (CHE LUI STESSO AVEVA DEFINITO “PERSONA NON GRATA” – LA MEDIAZIONE DEI RUSSI E L’INTERVENTO DI AL SISI…

1 – HAFTAR A CONTE: «STABILIZZIAMO LA LIBIA»

Cristiana Mangani e Sara Menafra per “il Messaggero”

 

CONTE HAFTAR

Una visita tenuta segreta, ma non del tutto inaspettata: ieri sera, subito dopo la fine del vertice con Salvini e Di Maio, il premier Conte ha incontrato il generale libico Khalifa Haftar arrivato nella capitale al riparo dagli annunci ufficiali. Il leader cirenaico resta a Roma anche oggi e in agenda ha già un incontro con il titolare della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi.

 

L' obiettivo, manco a dirlo, è fissare gli ultimi dettagli della conferenza che si svolgerà a Palermo tra il 12 e il 13 novembre per discutere della stabilità della Libia: «Sosteneteci nella stabilizzazione del paese», ha chiesto il generale già nel vertice di ieri sera. E nell' ottica della stabilizzazione del paese, avrebbe fatto una richiesta precisa: che l' Italia mandi nuovamente in Libia l' ambasciatore Giuseppe Perrone, richiamato a Roma dopo che lo stesso generale aveva contestato alcune sue dichiarazioni alle televisioni locali, ma considerato uno degli autori del piano di stabilizzazione del paese. Una mossa che viene considerata particolarmente significativa, sia per il vertice di Palermo, sia per il ruolo italiano nel paese.

GIUSEPPE PERRONE

 

L' AMBASCIATORE

Venerdì, a palazzo Chigi era arrivato il leader dell' autorità tripolina al Serraj, sempre con gli stessi temi all' ordine del giorno. Ma i primi segnali di avvicinamento con Bengasi erano arrivate nelle stesse ore: il rappresentante dell' Onu Ghassam Salamè era arrivato nella capitale della Cirenaica per ribadire l' invito italiano e della comunità internazionale al vertice di Palermo.

 

Dopo quell' incontro, anche il ministro Moavero Milanesi aveva accreditato che Haftar molto probabilmente avrebbe partecipato alla conferenza di Palermo, ma la visita tra ieri sera e oggi, evidentemente affrettata, sembra chiudere il cerchio.

 

VINCENZO MOAVERO MILANESI CON IL GENERALE KHALIFA HAFTAR

Fondamentale per la mediazione è stato il ruolo della diplomazia russa. Sebbene Putin abbia chiamato personalmente Giuseppe Conte per annunciargli che non sarà presente a Palermo, la «vicinanza» che ha espresso al ruolo giocato dall' Italia non sarebbe un dato puramente formale.

 

KHALIFA HAFTAR

Proprio grazie a Mosca, Roma è riuscita a portare dalla sua parte prima il presidente egiziano al Sisi e quindi, se il risultato della riunione di queste ore sarà confermato, Haftar. L' apertura del generale al ritorno a Tripoli di Perrone, sarebbe il coronamento dell' operazione diplomatica, fortemente indebolita dall' assenza di una rappresentanza italiana permanente nell' area. Incassata la presenza del generale, dovrebbe diventare più semplice anche coinvolgere rappresentanze di alto livello in particolare dagli Stati uniti e dalla Russia.

 

giuseppe conte incontra fayez al serraj 3

Roma preme per avere il segretario di stato Mike Pompeo, ma Washington non ha ancora risposto. Da Mosca dovrebbe arrivare il primo ministro Dmitri Medvedev. Tra gli europei, finora, la partecipazione confermata più rilevante è quella della cancelliera tedesca Angela Merkel. Non è chiaro se Emmanuel Macron sarà della partita, anche perché le tensioni con la Francia in tema di immigrazione non accennano a fermarsi.

 

IL CASO MODANE

Due giorni fa, l' ennesimo incidente al confine: stavolta la gendarmeria francese ha usato un treno locale italiano per fare un rimpatrio, suscitando la ribellione dei dipendenti delle ferrovie locali italiane. A riferire l' episodio è La Stampa, che sulle pagine locali racconta di un uomo, forse del Mali, fatto salire dalla gendarmeria su un treno diretto a Torino alla stazione di Modane. I ferrovieri italiani hanno protestato con i francesi e accettato di far salire l' uomo sul treno solo dopo un' ora di trattative.

 

IL GENERALE HAFTAR

Ma il segnale è quello già registrato da mesi: i francesi puntavano a mandare l' uomo in Italia senza neppure avvertire le autorità e dunque verificare se davvero provenisse dalla frontiera italiana. Ieri, Salvini ha commentato l' episodio con un tweet: «Il personale di Trenitalia ha informato la polizia italiana: solo dopo insistenze, l' immigrato ha pagato il biglietto. Risultato: 47 minuti di ritardo. Parigi dovrebbe rimborsare i viaggiatori».

 

2 – VISITA «SEGRETA» DI HAFTAR A ROMA (CON LA MEDIAZIONE DEL CAIRO)

Lorenzo Cremonesi per il “Corriere della Sera”

 

AL SISSI HAFTAR

Il generale libico Khalifa Haftar è arrivato ieri a Roma per incontrare in queste ore sia il premier Giuseppe Conte che il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi. Una visita, questa dell' uomo forte della Cirenaica determinato a diventare massimo responsabile del futuro esercito unificato del suo Paese, che si iscrive nella lunga lista di contatti e preparativi in vista della conferenza sulla Libia organizzata dal governo italiano a Palermo il 12 e 13 novembre. Il viaggio è tenuto nella massima segretezza.

 

Per motivi di sicurezza Haftar è sempre restio a far conoscere i propri spostamenti. Lo stesso riserbo sui suoi movimenti aveva caratterizzato la sua visita a Roma nell' estate 2017. Il suo ufficio e l' abitazione a Bengasi sono già stati oggetto di attentati negli ultimi quattro anni.

 

libia ribelli assediano tripoli 9

Il governo italiano è altamente interessato a garantirsi la presenza di Haftar a Palermo. Senza di lui la conferenza risulterebbe monca e in realtà un fallimento. E infatti Moavero Milanesi si era recato a Bengasi lo scorso 10 settembre per un lungo incontro chiarificatore dopo che Haftar aveva pubblicamente dichiarato «persona non grata» l' ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone.

 

giuseppe conte incontra fayez al serraj 1

L' intenzione è adesso di inviare in Libia un nuovo ambasciatore, ma non nell' immediato. Una mossa volta tra l' altro a facilitare il dialogo con Haftar, ma anche calibrata nel tempo per non farla apparire come una debolezza di Roma ai diktat del generale libico.

 

Un ruolo importante a favorire i contatti italiani l' hanno giocato i russi e soprattutto l' intervento personale del presidente egiziano Al Sisi, tra i maggiori sostenitori delle forze armate di Haftar, con il quale Conte ha avuto una lunga telefonata venerdì sera. È possibile che il leader egiziano annunci presto la sua presenza a Palermo.

 

SARRAJ HAFTAR MACRON

I colloqui romani di Haftar seguono quelli di venerdì dei dirigenti italiani con il premier del governo di unità nazionale a Tripoli, Fayez Serraj, e con l' inviato speciale dell' Onu per la Libia, Ghassan Salamè. Con Haftar tema prioritario resta la creazione di un forte esercito che sia in grado si smantellare le milizie, battere le faide tribali, controllare le frontiere (anche contro i traffici illegali di migranti) e in effetti ricostruire la sovranità libica contro il caos violento cresciuto dopo la defenestrazione di Gheddafi nel 2011.

 

Ad aumentare l' anarchia sono stati tra l' altro gli assassinii di almeno una dozzina di capi milizia a Tripoli nelle ultime settimane che rischiano di rilanciare la catena di vendette e rappresaglie.

Ultimi Dagoreport

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A ’STI POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…

donald trump friedrich merz giorgia meloni

DAGOREPORT - IL FINE GIUSTIFICA IL MERZ... – GIORGIA MELONI HA FINALMENTE CAPITO CHE IL DAZISMO DI TRUMP È UNA FREGATURA PER L’ITALIA. AD APRIRE GLI OCCHI ALLA DUCETTA È STATA UNA LUNGA TELEFONATA CON IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ - DA POLITICO NAVIGATO, L’EX NEMICO DELLA MERKEL È RIUSCITO A FAR CAMBIARE IDEA ALLA DUCETTA, PUNTANDO SUI GROSSI PROBLEMI CHE HANNO IN COMUNE ITALIA E GERMANIA (TU HAI SALVINI, IO I NAZISTI DI AFD) E PROPONENDOLE DI FAR DIVENTARE FRATELLI D’ITALIA UN PUNTELLO PER LA MAGGIORANZA PPE ALL’EUROPARLAMENTO, GARANTENDOLE L'APPOGGIO POLITICO ED ECONOMICO DELLA GERMANIA SE SOSTERRA' LA ROTTA DI KAISER URSULA, SUPPORTATA DALL'ASSE FRANCO-TEDESCO – CON TRUMP OLTRE OGNI LIMITE (LA FRASE SUI LEADER “BACIACULO” HA SCIOCCATO “AO’, IO SO' GIORGIA”), COME SI COMPORTERÀ A WASHINGTON LA PREMIER, IL PROSSIMO 17 APRILE?

donald trump peter navarro

DAGOREPORT: COME È RIUSCITO PETER NAVARRO A DIVENTARE L’’’ARCHITETTO" DEI DAZI DELLA CASA BIANCA, CHE STANNO SCONQUASSANDO IL MONDO? UN TIPINO CHE ELON MUSK HA LIQUIDATO COME UN “IMBECILLE, PIÙ STUPIDO DI UN SACCO DI MATTONI”, FU ‘’SCOPERTO’’’ GIÀ NEL PRIMO MANDATO DEL 2016 DALLA COPPIA JARED KUSHNER E IVANKA TRUMP - IL SUO “MERITO” È LA FEDELTÀ ASSOLUTA: NEL 2024 NAVARRO SI È FATTO 4 MESI DI CARCERE RIFIUTANDOSI DI TESTIMONIARE CONTRO ''THE DONALD” DAVANTI ALLA COMMISSIONE D’INCHIESTA PER L’ASSALTO A CAPITOL HILL DEL 6 GENNAIO 2021...