Lettera a Dagospia
Caro direttore ancora una volta approfitto della sua ospitalità per definire un cialtrone Lorenzo Cremonesi per quanto di falso ha scritto nel suo pezzo pubblicato oggi sul “Corriere della Sera” ripreso da Dagospia in merito alla liberazione delle due Simone dieci anni fa a Baghdad.
Ora Basta con questi giornalisti frustrati da aspirazioni da 007 rimaste inappagate ....Io ed i miei ragazzi della Croce rossa italiana eravamo a Baghdad rimasti da soli nonostante attentati e stragi quotidiane a rischiare la vita per dare soccorso a chiunque ne avesse bisogno. Soprattutto ai bambini, molti dei quali trasferiti con ripetuti ponti aerei nei più attrezzati ospedali italiani per essere curati e guariti da malattie molto gravi, elevando al massimo il livello di credibilità e riconoscenza nei nostri confronti.
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Cremonesi era invece impegnato a fare altro e quindi evidentemente quantomeno distratto. E' davvero avvilente che il più prestigioso quotidiano italiano affidi ad uno così analisi tanto delicate. Sempre pronto a dimostrare quel che affermo spero vivamente mi quereli così la verità, che comunque e' già stata accertata dal pool antiterrorismo presso la procura della Repubblica di Roma su indagini svolte con l'ausilio del Ros dei Carabinieri notoriamente di professionalità tra le prime al mondo, verrà fuori ancora una volta.
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Fummo noi della CRI rischiando seriamente la pelle,ad ottenere il recupero dei resti di Fabrizio Quattrocchi e dell'altro cooperante Salvatore Santoro, che nessuno ricorda mai e determinanti nella liberazione di Agliana Cupertino e Stefio i primi ostaggi italiani sequestrati in Iraq.
Ribadisco quindi con forza e solo nel rispetto dell'epica missione della CRI in quel periodo, di aver personalmente avuto l'onore di essere colui che nella veste di commissario straordinario, ha mediato ed ottenuto il rilascio di Simona Pari e Simona Torretta, per i meriti acquisiti sul campo dalla CRI coordinandomi unicamente con l'allora sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dottor Gianni Letta, guida preziosissima e rispettosa della neutralità ed indipendenza istituzionale della CRI.
Risultato ottenuto grazie all'aiuto fondamentale del dr Nawar medico iracheno, offertomi senza nulla chiedere in cambio al rischio della propria vita e di tutta la sua famiglia, purtroppo tutti costretti ancora oggi a non poter mettere piede in Iraq proprio per tale ragione. A tali eroi nessuno ha saputo dire neppure grazie mentre vengono mantenuti lautamente fior di delinquenti per il solo fatto di essersi pentiti.
Grazie infinitamente.
Maurizio Scelli ex Commissario Straordinario CRI