Paolo Manzo per “la Stampa”
DUE GIOVANI CUBANI NAVIGANO SU INTERNET COL CELLULARE
Il 2015 per Cuba sarà l’anno di Internet con il «potenziamento dei centri Web esistenti» - che oggi sono già 154 -, l’allargamento sino ad almeno 5 volte della «banda», «la creazione di decine di nuovi locali connessi» affinché possano navigare «un maggior numero di nostri concittadini» e la nascita di piazze, vie ed altre aree pubbliche dotate di wi-fi.
A dichiararlo sono alcuni funzionari di Etecsa, l’azienda statale delle tlc cubane, a «Juventud Rebelde», uno dei due quotidiani ufficiali della revolución assieme a «Granma» che, qualche mese fa, aveva scritto in un editoriale che «l’apertura a Internet era prioritaria per il 2015» ma era resa difficile «dall’embargo statunitense».
L’intesa con Washington
Dal 17 dicembre questa giustificazione non regge più - certo l’embargo non è stato eliminato dal Congresso, ma è solo questione di tempo - e, anzi, tra le questioni accordate dall’Avana e da Washington ci sarebbe anche il miglioramento delle comunicazioni Internet per i cubani. Resta da vedere come e quando, perché il problema per connettere Cuba al Web è soprattutto di tipo tecnologico e ci vorranno centinaia di milioni se non miliardi di euro di investimenti (lo dimostra la Cina che, pur non essendo una democrazia, ha Internet praticamente ovunque nelle più importanti città del Paese).
Solo un cavo in fibra ottica
Uno dei principali motivi dell’arretratezza di Cuba dove, secondo le statistiche, il 95% della popolazione non ha Internet a casa, è che a oggi esiste solo un cavo in fibra ottica che la collega al Venezuela, per di più vecchiotto e con una capacità limitata. Inoltre la maggior parte del 5% degli internauti cubani fa affidamento su connessioni dial up, con modem che si appoggiano ancora su normali linee telefoniche. «Sono fermi agli Anni 90», ha detto mesi fa Eric Schmidt, il capo di Google al ritorno da una visita ufficiale per promuovere Internet all’Avana dove ha incontrato anche funzionari del governo.
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Deficit e scappatoie
I giovani cubani sono i più ansiosi per le promesse fatte a «Juventud Rebelde» da Etecsa, anche se hanno trovato da tempo il modo di aggirare il deficit tecnologico. Se infatti per loro è impossibile pagare i 5 dollari l’ora - l’equivalente di una settimana di stipendio - delle connessioni rapide degli hotel internazionali, da tempo molti di loro usano l’Internet «offline». Di che si tratta? Di un sistema semi legale dove i giovani scaricano da una connessione rapida terabyte di film, commedie, giornali, software, applicazioni, anti-virus per poi rivenderli a costi minimi agli altri. Lo chiamano Paquete Semanal ed è il «data sharing» che oggi permette ai cubani di scaricare su tablet, telefonini e pc con una differita di poche ore o giorni le informazioni del resto del mondo.