DAGONOTA
La Cina è vicina, ma il “partito della nazione” si allontana nonostante il “Corriere della Sera” festeggi in prima pagina, gongolante, il successo nel Pd di Pippo Sala, appena promosso candidato sindaco. E insieme a lui il suo principale sponsor, il premier cazzaro Renzi. Ma non regge alla prova dei numeri (e non soltanto) l’equazione politica elaborata dagli strateghi di via Solferino che il “partito-città” è uguale al “partito-nazione”.
Così, nell’abbracciare senza vergogna il tracciato segnato con l’aratro dal piccolo Ceasescu di Rignano sull’Arno nella Milano post Expo, il direttore Machete Fontana affida al suo commentatore una nota-peana per rendere omaggio al manager Sala e archiviare la stagione arancione di Giuliano Pisapia. Il classico calcio al cane che affoga o lascia la poltrona di comando.
“La città si gode una notte, almeno una notte, da laboratorio. Rispolvera l’antica frase di Gaetano Salvemini: ‘’Quel che oggi pensa Milano domani lo penserà l’Italia”, vola alto Venanzio Postiglione. E non possiamo immaginare quale sarà la prosa-slurp del Corrierone il giorno che il candidato del Pd dovesse andare a occupare la poltrona di Palazzo Marino. Anche perché l’impresa non si annuncia per niente facile per Pippone Sala. Mentre servirebbe una grande provvista di cautela da parte del Corriere e dei suoi sostenitori affinché l’aspirante sindaco non vada incontro a un flop più clamoroso del suo ultimo Expo.
Basta qualche dato per ridimensionare l’esito delle primarie nel Pd e spegnere sul nascere gli entusiasmi sia sulla “città-nazione” sia sul “laboratorio” politico di rito meneghino. Milano conta infatti quasi un milione di elettori attivi. Alle consultazione nei gazebo, allestiti dal partito di Renzi, sono andati a votare appena 61 mila militanti-iscritti. Cifra ben al di sotto (meno ventimila) della precedente tornata (2011) e nonostante il “soccorso giallo”.
A Chinatown hanno chiuso bottega per sostenere la corsa di Sala. Chiuse le urne, Pippo il vincitore ha raccolto il 42% (24 mila voti), ma i suoi competitori-avversari, Francesca Balzani (33,9%) e Pierfrancesco Majorino (23,1%), alla fine – e per quel poco che vale algebricamente parlando – hanno ricevuto più consensi (57%) pari a 34 mila voti.
Il che rivela una profonda spaccatura nel partito. E parlare di “mal di pancia” come fanno i giornali-amici appare soltanto un eufemismo. Dal “laboratorio” immaginifico del Corriere già si sprigionano i primi miasmi velenosi. E nonostante la sua conversione sulla via del Nazareno, il Sala ritinto di “rosso” e di “giallo” (in omaggio alla Cina) è percepito ancora come un corpo estraneo allo zoccolo duro del partito, che si è mobilitato per i candidati di sinistra, la Balzani e Migliorini.
Una conversione-tatuaggio che, allo stesso tempo, ha finito per omologarlo tout court proprio “alla sinistra” facendo perdere all’ex braccio operativo di Letizia Moratti la solida comunanza ideale (per non dire ideologica che oggi sembra una bestemmia) con i suoi ex amici del centro-destra. Tant’è che sembrano aprirsi nuovi scenari in vista del voto delle comunali di primavera, se la ditta Berlusconi&Salvini riuscirà (come sembra) a mettere in campo l’ex city manager della città, Stefano Parisi.
passera e giovanna salza al pranzo per i senzatetto organizzato dai city angels a milano 12
Un altro tecnico, dopo Sala e Corrado Passera neanche fosse una gara per presiedere Confindustria. Nel 2011 il Popolo delle libertà è uscito primo dalle urne. Sia pure per un soffio: 28,7% contro il 28,6 del Pd. Letizia Morati, sconfitta soprattutto dal listone arancione di Pisapia che raccoglieva pezzi importanti della sinistra (Verdi, Di Pietro, Lista civica, Radicali, Verdi, Milly Moratti), raccolse oltre 75 mila preferenze.
majorino balzani pisapia al pranzo per i senzatetto organizzato dai city angels a milano
E non appaiono consensi che, per le ragioni appena esposte, possano prendere la strada che incrocia Sala sulla via di Palazzo Marino. Massi’, come suggerisce il Corriere, godiamoci una “notte da laboratorio” sia pure con il dubbio che potrebbe essere proprio il dottor Stranamore Pippo Sala la sola vittima dell’esperimento politico “partito-città”.