Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”
Espulsa «per aver gridato» una serie di domande nello Studio Ovale, «rifiutandosi di uscire, nonostante gli inviti ripetuti». Così la portavoce della Casa Bianca, Sarah Huckabee Sanders, ha spiegato in una nota l' esclusione di una giornalista della Cnn, Kaitlan Collins, 26 anni, dall' evento di mercoledì pomeriggio: la dichiarazione congiunta nel «Rose Garden» rilasciata da Donald Trump e da Jean-Claude Juncker.
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Il provvedimento punitivo ha suscitato la reazione del «White House press corps» e anche dell' emittente Fox News, principale concorrente della Cnn, che è intervenuta con un comunicato: «Esprimiamo la nostra forte solidarietà con la Cnn, in difesa del diritto di pieno accesso per i nostri giornalisti come parte di una stampa libera e senza restrizioni».
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L' incidente risale all' altro ieri, mercoledì 25 luglio. Nello Studio Ovale sta per iniziare il vertice su dazi e commerci tra la delegazione europea guidata da Juncker e quella americana capeggiata da Trump.
Un gruppo di reporter, statunitensi ed europei per l' occasione, è ammesso al cospetto dei due leader per 10 minuti. Dopo un' ora e trenta minuti di attesa, arriva il momento. I funzionari della Casa Bianca cercano di organizzare la formazione: «Facciamo una tv americana e un' europea e poi una fila di giornalisti americani e una europea».
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Ma è un tentativo velleitario. Una quarantina di persone entra disordinatamente e si piazza davanti al salottino dove sono in attesa Trump, Juncker e gli altri. Dopo le dichiarazioni, di solito è il momento delle domande «gridate» dai giornalisti, nella confusione totale, con i cameramen e i fotografi che lavorano di spalle per tenere le posizione.
È accaduto anche mercoledì e, possiamo testimoniarlo direttamente, la giornalista Cnn non è stata né particolarmente aggressiva né invadente. E comunque né più né meno degli altri.
Ha urlato gli interrogativi del giorno: le conversazioni registrate dall' avvocato Michael Cohen sul pagamento di 150 mila dollari all' ex modella di Playboy, Karen McDougal; il seguito del vertice di Helsinki con Vladimir Putin.
Il comportamento del presidente è imprevedibile: qualche volta risponde, altre addirittura sembra cercare l' occasione per dire qualcosa. Ma mercoledì era uno dei frequenti giorni «no». Trump, si è limitato a ripetere: «grazie», «grazie».
Il segnale che la stampa doveva uscire subito. I funzionari dei servizi segreti hanno cominciato ad agitarsi e ad accompagnare i reporter all' uscita. In breve ci siamo ritrovati tutti fuori, compresa Kaitlan Collins.
Nessuno ha avuto l' impressione che fosse successo qualcosa di diverso dal solito. Poche ore più tardi Sanders e il suo vice Bill Shine, appena arrivato da Fox News, hanno convocato Collins. La giornalista ha raccontato così il colloquio: «Mi hanno detto che le domande che avevo fatto erano inappropriate per il luogo. E inoltre avevano detto che stavo gridando».
La Cnn l' ha subito difesa. D' altra parte lo scontro è sistematico da almeno un anno e mezzo. Trump ha più volte attaccato platealmente Jim Acosta, 47 anni, il capo dei corrispondenti della tv alla Casa Bianca, arrivando a negargli la parola durante le conferenze stampa.
La Cnn ha costruito una campagna promozionale sull' immagine di avversario numero uno di Trump. E il presidente ha scelto la Cnn come l' esempio più chiaro di «fake news».
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