Cosimo Caridi per il “Fatto Quotidiano”
Beccati con le mani nella marmellata. Ieri Wikileaks ha pubblicato la trascrizione di una teleconferenza del Fondo monetario internazionale, in cui Poul Thomsen, direttore del Fmi in Europa, ipotizza minacce incrociate a Grecia e Germania per arrivare a un credit event (crisi del debito).
Secondo quanto pubblicato da Wikileaks, Thomson ha detto che "se il governo ellenico verrà sottoposto alle giuste pressioni alla fine cederà, come già successo in passato quando è rimasto senza soldi".
poul thomsen capo della troika in grecia
La sua interlocutrice Delia Velculescu, capo missione in Grecia del Fmi, già soprannominata Draculescu per il periodo in cui guidò il Fondo a Cipro, risponde: "Giusto". Thomsen riprende: "E questo probabilmente accadrà. In questo caso bisogna trascinarla fino a luglio", dopo il referendum sulla Brexit del 23 giugno.
La teleconferenza è avvenuta il 19 marzo, pochi giorni dopo che il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble aveva detto, pubblicamente, che si sarebbe opposto a una riduzione del debito greco. Bce e Commissione Ue detengono circa 300 miliardi di euro dei prestiti fatti ad Atene, quasi la totalità della somma dei vari salvataggi. Il Fmi chiede, dalla scorsa estate, che il debito venga rinegoziato.
Lo scorso luglio, durante un Eurogruppo ad alta tensione, anche i leader europei avevano lasciato aperta la porta a una ristrutturazione del debito, mai avvenuta. Il Fmi vuole che la Grecia aumenti il suo avanzo primario per il 2018 al 3,5% del Pil.
Questo si tradurrebbe in un taglio alla spesa tra i 7 e i 9 miliardi, cifra molto più alta dei 5 miliardi chiesti da Bruxelles per non parlare dei 1.800 milioni proposti da Atene. Si tratta quindi di far migliorare i conti greci, cancellando parte del debito e aumentando i tagli dello Stato, in particolare con una riforma della pensioni molto più dura di quella messa sul tavolo da Euclidis Tsakalotos, ministro delle Finanze ellenico.
La minaccia di creare una crisi del debito rievoca lo scorso luglio, quando milioni di ellenici si misero in coda davanti ai bancomat. Ma anche questo non basterebbe al Fmi. Infatti nella stessa teleconferenza Thomsen spinge la collega a far pressione sulla Germania, usando la questione dei rifugiati bloccati in Grecia.
E poi simula un ultimatum alla Cancelliera tedesca: "Guardi, signora Merkel lei deve affrontare un problema, deve pensare a cos' è più costoso: continuare senza il Fmi" e affrontare il Bundestag (il Parlamento tedesco, ndr) o accettare "la riduzione del debito di cui noi riteniamo la Grecia abbia bisogno per tenerci a bordo".
In altre parole Thomsen intende ricattare la Merkel con una possibile uscita del Fmi dalla Troika, in cambio di condizioni più adeguate alla ripresa economica greca, anche se per questo dovesse creare una nuova corsa agli sportelli ellenici. Il Bundestag la scorsa estate si era già espresso sull' impossibilità di continuare con un piano di salvataggio, per la Grecia, senza la supervisione del Fondo di Washington.
Per Merkel e Tsipras lo scenario, al quale tramavano Thomsen e Velculescu, si tradurrebbe in una crisi di governo, in entrambi i paesi. Il Fondo monetario internazionale "non commenta le fughe di notizie - ha detto una sua portavoce - Abbiamo affermato chiaramente cosa pensiamo sia necessario per una soluzione duratura delle sfide economiche della Grecia (…) C' è un collegamento tra le riforme attuabili e il debito cancellabile".
Silenzio a Berlino, dove Angela Merkel deve muoversi con attenzione per non perdere l' appoggio del Parlamento tedesco, e di quello europeo, per poter giocare tutte le carte contro un possibile Brexit. Di tutt' altro tenore le risposte che arrivano da Atene: Tsipras ha tenuto una riunione d' urgenza con i ministri di Esteri e Finanze Kotzias e Tsakalotos. Fonti del governo hanno anche fatto sapere che Atene "non accetterà che si giochi con il Paese".
Lo stesso primo ministro greco ha scritto ieri a Christine Lagarde, direttore generale del Fondo monetario internazionale, chiedendo conto di una possibile uscita di scena del Fmi dal salvataggio greco e di una nuova crisi del debito voluta dallo stesso Fondo. Intanto si lavora per capire chi ha inviato a Wikileaks il documento.
Dalla traslitterazione del cognome Velculescu, divenuto Velkouleskou, sembra opera di un madrelingua greco. Forse la stessa fonte che la scorsa estate inviò all' organizzazione di Julian Assange un documento in cui si provava che nel 2009 Fmi e Germania avevano bloccato un taglio alle spese militari da parte del governo ellenico, già allora alla prese con la crisi del debito. Atene comprò quegli armamenti da un' azienda tedesca.