MARCELLO COME HERE! - DELL’UTRI LASCERÀ L’OSPEDALE LIBANESE SOLO QUANDO GLI VERRÀ COMUNICATO IL NUOVO LUOGO DI DEGENZA. CHE NON DEVE ESSERE REBIBBIA
Sandra Amurri per "il Fatto Quotidiano"
Passerà ancora un bel po' di tempo prima di vedere il cofondatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, mentre, tenuto sotto braccio dagli agenti della Dia e immortalato dalle telecamere, scende le scalette dell'aereo che da Beirut lo riporta a Roma per scontare sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa. Una cella a Rebibbia per lui è pronta da quando, venerdì scorso, il Presidente libanese ha apposto l'ultima firma al decreto di estradizione, pubblicato in esclusiva da Il Fatto.
Ma il direttore dell'ospedale Al Hayat dove si trova piantonato da metà aprile, poco dopo essere stato arrestato nel lussuoso Hotel Phoenicia, non firma le dimissioni finché il governo libanese non gli comunica il nome del nosocomio o della clinica privata romana dove potrà essere ricoverato.
Un colpo di scena, l'ennesimo: il suo avvocato Akram Azoury ha inoltrato alle autorità libanesi la richiesta che il suo assistito venga ricoverato in un ospedale specializzato in malattie cardiologiche, che non sia quello di Rebibbia. Come si sa il braccio destro di Berlusconi, prima di arrivare a Beirut ha subìto un intervento di angioplastica al San Raffaele di Milano, tant'è che disse di non essere scappato bensì di aver scelto il Libano, ma perchè lì, nel terzo mondo, ci sono ottimi ospedali che, poi deve aver confuso con l'hotel Fhoenicia dove è stato arrestato.
Lungi da lui l'idea di voler sfuggire al carcere, ovviamente, come ha sempre ripetuto, visto che nel silenzio e nella solitudine della cella senza telefoni che squillino, segretarie che ricordino gli appuntamenti, trova il giusto riposo (sono sue parole). E le richieste non finiscono qui. Il suo legale avrebbe anche avanzato la richiesta di un aereo Cai della Presidenza del Consiglio per evitare che l'imbarazzo del viaggiare piantonato e magari anche ammanettato gomito a gomito con passeggeri incensurati possa rischiare di affaticare il suo cuore sofferente.
Con noi, invece, ieri, sul volo di linea Beirut-Roma delle 4,25 c'era la moglie Miranda Ratti che avevamo contattato il giorno prima nella città libanese per un'intervista. "Non parlo, tutto quello che potrei dire, anche sulle condizioni del tempo verrebbe travisato. I giornalisti più che occuparsi di me dovrebbero raccontare lo stato della giustizia in Italia, accadono cose da far rabbrividire, sapesse!".
Per poi concludere: "Se deciderò di parlare glielo farò sapere". Le basta il tempo del decollo, per capire che quella seduta pochi posti più avanti è la giornalista del giorno prima, e cercare, come mostrano le immagini, di nascondersi fino a coprirsi il viso con il cuscinetto per tentare di non farsi riconoscere.
Miranda Ratti, divenuta la signora Dell'Utri grazie a quel Filippo Alberto Rapisarda, finanziere, amico dei mafiosi che a una festa di carnevale le presentò Marcello suo dipendente - fino a quando non lo diventò di Berlusconi - infastidita da uno spicchio di sole che trapela dall'oblò, che a confronto il luccichio della fascia di brillanti all'anulare è nulla, con il tono di chi pretende, chiede allo steward la mascherina.
Non l'abbiamo signora, mi dispiace. "Ma com'è ridotta questa Alitalia, fa proprio pena", sbotta. Esattamente come l'ha ridotta il Presidente di quel partito, Forza Italia, fondato anche da suo marito. Ma questa è un'altra storia. La domanda che non possiamo non farci è: cosa è venuta a fare a Roma?
Il dubbio è che sia proprio venuta a cercare le sponde giuste affinché il marito possa ottenere di essere portato in un ospedale dove non siano ricoverati i condannati appartenenti all'"associazione dei malfattori", traduzione libanese del reato mafioso. Sta di fatto che vuoi per una cosa vuoi per un'altra Dell'Utri che mai si sarebbe voluto sottrarre alla giustizia italiana, che era andato in Libano per curarsi, è ancora a Beirut, contro la sua volontà .
E per la gioia di Berlusconi che dopo la batosta elettorale ancora da smaltire il suo rimpatrio sarebbe come guardarsi allo specchio. Meglio che resti in Libano. Tanto i soldi per pagare circa 600 euro al giorno la suite dell'ospedale Al Hayat, i voli aerei e gli hotel di lusso per la famiglia in un modo o nell'altro si trovano.
marco e marcello dellutri DELL UTRI DELLUTRI CON L AVVOCATO MASSIMO KROGH DELLUTRI, BERLUSCONIl dellutri utri big dellutri in ospedale