Dagonota
Matteo Renzi è talmente preso in considerazione da Bill Clinton che gli offre di partecipare ad uno dei primi dibattiti del ciclo di conferenze della sua Fondazione, in concomitanza con l’Assemblea delle Nazioni unite.
Con lui discutono di collaborazione internazionale il presidente dell’Argentina, Mauricio Macri (che si è presentato con il cappello in mano), il sindaco di Londra, Sadiq Khan e l’ex ministro delle Finanze della Nigeria, Ngozi Okonjo-Iweala: una prezzemolo di convegni.
In terra americana, il premier cazzone dà il meglio di sè. Nella sostanza dichiara guerra alla Ue. Se la prende con Juncker sugli immigrati ed annuncia che l’Italia farà da sola: scelta obbligata dopo le parole di oggi della Merkel. “Se l’Europa continua così, dovremno fare da soli. Juncker dice tante cose belle, ma non vediamo i fatti. E' un problema per l'Europa. Per questo a Bratislava, è un eufemismo, non l’abbiamo presa bene”.
Decide che le spese per la “messa in sicurezza” delle aree sismiche saranno fuori dal calcolo del deficit. Sbeffeggia Jens Weidmann: “A lui va tutta la mia solidarietà perché il suo compito è affrontare la grande questione delle banche tedesche”. Ed aggiunge: “Il più affettuoso abbraccio di buon lavoro”. Oggi il presidente della Bundesbak aveva osservato che all’Italia non dovrebbe essere riconosciuta ulteriore flessibilità di bilancio.
Insomma, il Ducetto di Rignano è pronto alla guerra con il mondo. Sembra Rambo. Ma a dargli la dimensione del peso specifico è proprio Bill Clinton, che lo fa duettare con Ngozi Okonjo-Iweala. Ospite fissa a Davos dove prende la parola solo se all'ultimo momento dà buca un ospite.