theresa may dancing queen

MAY DIRE BREXIT! – LA PREMIER BRITANNICA LA SCAMPA: LA CAMERA DEI COMUNI RESPINGE LA MOZIONE DI SFIDUCIA PRESENTATA DA CORBYN CON 326 NO. I FAVOREVOLI SI SONO FERMATI A 306 – IL CAOS BREXIT CONTINUA, ORA L’UE CONCEDERÀ UNA PROROGA OPPURE SARÀ “NO DEAL”? – ECCO PERCHÉ IL CONFINE IRLANDESE È COSÌ IMPORTANTE E STA FACENDO SALTARE L’ACCORDO – VIDEO

 

 

1 – BREXIT: MAY OTTIENE LA FIDUCIA DEL PARLAMENTO

 

Da "www.ansa.it"

theresa may alla camera dei comuni

Il voto di ieri sulla Brexit dimostra che il governo Tory di Theresa May non ha una maggioranza sulla "questione più vitale che è di fronte" al Regno Unito e non è in grado di controllare la Camera dei Comuni. Lo ha sottolineato il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, formalizzando oggi la mozione di sfiducia e aprendo il dibattito. "Il governo ha fallito, restituisca la parola al Paese", ha detto Corbyn, sollecitando l'approvazione della mozione e la strada di elezioni anticipate.

 

jeremy corbyn alla camera dei comuni

Theresa May ha chiesto ai Comuni di respingere la mozione, additando le elezioni anticipate dopo la bocciatura ieri del suo accordo sulla Brexit come "la peggiore strada possibile". Le elezioni - ha detto la premier Tory replicando a Jeremy Corbyn - non sono nell'interesse nazionale: porterebbero divisione mentre il Paese ha bisogno di unità, incertezza quando servono certezze e un ulteriore rinvio mentre il popolo britannico vuole guardare avanti".

 

theresa may alla camera dei comuni 2

Il voto di ieri sulla Brexit dimostra che il governo Tory di Theresa May non ha una maggioranza sulla "questione più vitale che è di fronte" al Regno Unito e non è in grado di controllare la Camera dei Comuni. Lo ha sottolineato il leader dell'opposizione laburista, Jeremy Corbyn, formalizzando oggi la mozione di sfiducia e aprendo il dibattito. "Il governo ha fallito, restituisca la parola al Paese", ha detto Corbyn, sollecitando l'approvazione della mozione e la strada di elezioni anticipate.

THERESA MAY

 

Theresa May ha chiesto ai Comuni di respingere la mozione, additando le elezioni anticipate dopo la bocciatura ieri del suo accordo sulla Brexit come "la peggiore strada possibile". Le elezioni - ha detto la premier Tory replicando a Jeremy Corbyn - non sono nell'interesse nazionale: porterebbero divisione mentre il Paese ha bisogno di unità, incertezza quando servono certezze e un ulteriore rinvio mentre il popolo britannico vuole guardare avanti".

 

2 – BACKSTOP IN IRLANDA, COS’È E PERCHÉ STA FACENDO SALTARE LA BREXIT

 

Alberto Magnani per "www.ilsole24ore.com"

theresa may alla camera dei comuni 1

Uno fra i nodi irrisolti della Brexit è rappresentato dai confini irlandesi, i 499 chilometri che dividono lo spicchio settentrionale dell'Isola fra Repubblica d'Irlanda e Irlanda del Nord. L'argomento è tra le controversie che hanno affossato l'accordo siglato da Theresa May con i partner europei, stroncato dalla Camera dei comuni con uno scarto di oltre 200 voti. 

 

Fronde interne ai Tory (il partito conservatore) e al Democratic Unionist Party (il partito di destra nordirlandese che fa da stampella al governo May) non hanno mai digerito la soluzione concordata dalla premier con i leader Ue: il cosiddetto backstop, un accordo per garantire che non vengano eretto un confine fisico fra Irlanda e Irlanda del Nord.

CORBYN DA' DELLA STUPIDA A THERESA MAY

Perché il tema è così delicato? 

 

Dopo la Brexit, il confine irlandese si trasformerebbe nell'unica frontiera di terra fra la Gran Bretagna (che include l'Irlanda del Nord) e l'Unione europea (che include l'Irlanda, entrata nella Ue nel 1973). Oggi il confine tra i due è invisibile, aperto alla circolazione reciproca di merci e cittadini. Il problema di come valorizzarlo non è mai emerso finché la Gran Bretagna è rimasta all'interno della Ue insieme all'Irlanda. Diventa cruciale ora, visto che Irlanda e Irlanda del Nord si troverebbe improvvisamente soggette a regole doganali diverse: la prima nel mercato unico europeo, la seconda nello spazio autonomo che si vorrebbe ritagliare Londra.

 

BATTIBECCO TRA THERESA MAY E JUNCKER

Nessuno vuole ripristinare i confini, perché un irrigidimento delle frontiere si ripercuoterebbe sull'interscambio interno (dal valore di circa 3 miliardi di euro nel 2016) e risveglierebbe vecchie tensioni politiche, in teoria pacificate dalla fine degli anni ‘90. Da qui la scelta di tamponare il problema con la “polizza” del backstop.

 

Ma cosa vuol dire? E come si manifesta?

Il termine backstop, preso in prestito dal baseball, indica la rete di protezione dispiegata alle spalle del ricevitore: si allude a una soluzione di emergenza per tenere la «palla nel campo» ed evitare che vada a sbattere, figurativamente, sulla faccia degli spettatori. Nel contesto della Brexit, è il compromesso sui confini irlandesi raggiunto da Theresa May nel patto siglato con i partner europei a novembre 2018.

theresa may

 

La clausola assicura che non sarà imbastito alcun «hard border» (confine fisico) fra Irlanda e Irlanda del Nord qualora Regno Unito e Ue falliscano nel trovare una partnership commerciale sul lungo periodo. Il Regno Unito dovrebbe restare allineato all'unione doganale, cioè rispettarne i principi di base; l'Irlanda del Nord rientrerebbe in pieno nell'unione doganale e dovrebbe, in aggiunta, rispettare alcune norme del mercato unico europeo.

 

theresa may annuncia l'accordo sulla brexit

In teoria, il divorzio fra Londra e la Ue dovrebbe scattare il 29 marzo 2019, con un periodo di transizione per metabolizzare i vari accordi in scadenza al 31 dicembre 2020. Il backstop potrebbe servire solo dopo quella data, in assenza di un accordo bilaterale che lo renda superfluo. «Ma gli accordi richiedono anni, non mesi – dice al Sole 24 Ore Matteo Villa, ricercatore Ispi – Quindi è probabile che rimanga il backstop. L'accordo peggiore, ma l'unico possibile».

THERESA MAY

 

Perché è criticato?

L'accordo di backstop ha suscitato le ire sia dei cosiddetti Hard Breexiter, i difensori più strenui di una Brexit dura e pura, sia degli unionisti nordirlandesi. I primi ritengono che la permanenza nell'unione doganale sia la negazione stessa della Brexit, visto che obbligherebbe la Gran Bretagna a restare - di fatto - nel perimetro delle regole commerciali Ue.

 

confine irlandese backstop 4

Una limitazione che impedirebbe al paese di fissare una tariffa doganale autonoma, vanificando la retorica sulle «nuove politiche commerciali» di un paese affrancato da Bruxelles. I secondi temono che il backstop sia il primo passo per isolare l'Irlanda del Nord dal resto della Gren Bretagna, rompendo l'unità del Regno e “consegnando” Belfast alla Ue e all'Irlanda. In aggiunta il Regno Unito non potrebbe recedere unilaterlmente dall'accordo: l'ennesima prova, a detta dei più critici, della «dipendenza da Bruxelles» dell'Isola.

confine irlandese backstop 5

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”