MISTERI DELLA MALA - DALLE TELEFONATE ANONIME ALLA SUPERTESTIMONE, PASSANDO PER L’APPELLO DI WOJTYLA, IL CASO DI EMANUELA ORLANDI È TROPPO INTRICATO PER ESSERE RISOLTO SEMPLICEMENTE APRENDO UNA TOMBA - L’IPOTESI PIÙ ACCREDITATA È CHE LA RAGAZZA SIA STATA UCCISA POCHI GIORNI DOPO IL RAPIMENTO - DI SICURO, FU RAPITA PER FARE PRESSIONE SUL VATICANO CHE AVEVA TRASFERITO NELLA POLONIA DI LECH WALESA I SOLDI DEPOSITATI DALLA BANDA DELLA MAGLIANA..

Massimo Lugli per "la Repubblica - Edizione Roma"

E adesso si ricomincia. Capitolo chiuso anche se, in realtà, nessuno si aspettava che dalla tomba di Renatino, il boss dei Testaccini freddato da due vecchi complici con una pallottola alla nuca il 2 febbraio del 90 potesse uscire qualcosa di più del suo cadavere. Il mistero di una ragazzina quindicenne, un cucciolo tenero con una fascia nera vagamente hippy sulla fronte, svanita nel nulla 29 anni fa, conserva tutte le sue ombre nonostante un´inchiesta giudiziaria che, dopo aver promesso rivelazioni clamorose, sembra destinata a segnare il passo: i quattro indagati, tutti a piede libero, che giurano e spergiurano di non aver niente a che vedere con tutta questa storia e neanche uno straccio di prova per incastrarli.

L´impressione generale è che Sergio Virtù, Angelo Cassani ("Ciletto"), Gianfranco Cerboni ("Giggetto") e il quarto uomo di cui nessuno conosce il nome possano dormire sonni tranquilli. Su Emanuela, divenuta un´icona di intrighi, trame e depistaggi, si è detto, scritto e ipotizzato di tutto. Fantasie degne di Don Brown ma la sostanza resta quella di una gigantesca incognita, a cominciare dalle domande fondamentali: che fine ha fatto Emanuela?

LA SCOMPARSA
Di Emanuela si cominciò a parlare in sordina, quando sui muri comparvero i primi manifesti fatti stampare dai familiari. Molti, come quasi sempre in questi casi, pensavano a una fuga anche se la quindicenne non era assolutamente il tipo che scappa di casa. Le indagini scattarono, sul serio solo il 25 giugno, dopo la prima telefonata di "Pierluigi", il telefonista che, in seguito, lasciò il posto a "Mario" e un mese dopo, all´"Amerikano", la voce ufficiale dei rapitori, l´uomo che sfuggì per un soffio alla squadra mobile di Nicola Cavaliere, chiamò 17 volte e scomparve nel nulla.

Dilettanti allo sbaraglio, in un´epoca in cui i rapimenti seguivano un protocollo standardizzato e professionale: un lungo periodo di silenzio, le prime richieste di riscatto, la trattativa con un emissario dei familiari (cosa che generò una categoria di avvocati specializzati nel ramo) e la rituale foto dell´ostaggio con il quotidiano di pochi giorni prima. Di Emanuela arrivarono solo la copia di un documento e un nastro registrato, un sonoro agghiacciante tra lacrime e richieste d´aiuto.

Poi più nulla, nonostante l´appello di Papa Giovanni Paolo II che scaraventò la vicenda sulle prime pagine di tutto il mondo. E nessuno, ancora oggi, ha la prova che la ragazza sia stata uccisa. L´ultima follia è stata cercarla in un ospedale psichiatrico di Londra ma avvistamenti e false piste si sono accavallati negli anni, dalla Grecia alla Turchia e perfino Alì Agca aveva aggiunto l´ultimo dei suoi deliri quando ha detto al fratello della ragazza che Emanuela è viva e sta bene. Ma l´ipotesi più accreditata resta quella che la sventurata quindicenne sia stata assassinata (o sia morta per un errore dei suoi carcerieri) pochi giorni dopo il rapimento, un sequestro anonimo fatto scattare con una trappola: uno dei pochi dati certi è che l´adolescente salì di sua volontà su una macchina verde.

LA "SUPERTESTIMONE"
L´inchiesta, destinata ormai all´archivio, fu riaperta, di fatto, dopo le dichiarazioni di Sabrina Minardi, ex moglie del calciatore Bruno Giordano, ex donna di De Pedis, una bellezza soave distrutta dagli anni e dalla cocaina. «Una donna molto provata, che ha paura e probabilmente ha detto tutto quello che sa» la descrive Raffaella Notariale, autrice del bestseller "Segreto Criminale" edito di Newton Compton che ci ha lavorato spalla a spalla per mesi.

Cosa sa veramente Sabrina? Di certo la testimone ha debordato, le ha sparate grosse e ha detto di aver visto il cadavere di Emanuela vicino a quello del piccolo Domenico Nicitra (che fu ucciso dieci anni dopo). Eppure fu proprio lei, Sabrina, a far ritrovare la BMW (appartenuta, in passato, a Flavio Carboni, il faccendiere del caso Calvi, poi assolto) che sarebbe stata usata per il sequestro. Sabrina dice e tace e gli altri?

A cominciare dall´Accattone, quell´Antonio Mancini, il gangster che ha ispirato il personaggio di "er Ricotta" e che ha ammesso candidamente: «Si, a rapire Emanuela siamo stati noi della Magliana». Nessuna prova neanche qui. E se quella della gang di "Romanzo Criminale" (l´unica organizzazione che, almeno per un certo periodo ha regnato come forza egemone sull´anarchica e frazionata mala romana) fosse solo un gigantesco depistaggio?

IL VATICANO
Emanuela, e questo è poco ma sicuro, non fu rapita per denaro ma per fare pressioni su qualcuno: questa, almeno, la versione più accreditata. Qualcuno che si trovava all´interno delle mura leonine. Il Vaticano è al tempo stesso, ambientazione e motivo di tanti segreti a cominciare dalla sepoltura di De Pedis nella Basilica. Una donazione della famiglia, religiosissima, del boss assassinato o qualcos´altro? E perché la procura, che solo ad aprile affermava perentoriamente: «Non apriremo la tomba» ha improvvisamente invertito la rotta?

Che ruolo ha avuto, veramente monsignor Paul Casimir Marcinkus che fu addirittura sospettato di essere l´Amerikano prima che la Minardi sparasse a palle incatenate sulla sua memoria? Domande su domande, le risposte, di certo, non sono nascoste nella bara di De Pedis. E probabilmente non arriveranno mai.

 

 

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