MISTERO BUFFO EXPO – CONTINUA L’EPOPEA DEL COMMISSARIO SALA ALLE PRESE CON IL NUMERO DEI VISITATORI – ADESSO VIENE FUORI CHE SPESSO I TORNELLI NON FUNZIONANO PER IL CALDO, OPPURE CHE I BIGLIETTI VENGONO STRAPPATI A MANO – E NATURALMENTE IL NUMERO DEGLI INGRESSI VIENE GONFIATO (A SPANNE)
Gianni Barbacetto per “Il Fatto Quotidiano”
Giuseppe Sala, il commissario di Expo, nega di volersi candidare a sindaco di Milano. Ma lascia che il suo nome continui a circolare, non senza compiacimento. Mentre qualcuno va ripetendo che potrebbe essere Matteo Renzi, alla fine, a stoppare le primarie milanesi del centrosinistra – che rischiano di trasformarsi in una guerra intestina tra candidati deboli o debolissimi – per imporre Mr Expo, primo sindaco del Partito della Nazione. Vedremo come andrà.
Certo che già oggi è incredibile il credito che politici e giornaloni continuano a dare a Sala, il quale sul numero dei visitatori prima ha mentito, gonfiando le cifre, e poi per coprire le sue bugie ha inventato una storia incredibile ed esilarante con due argomenti che si contraddicono tra loro. Dice Sala: Non ho i numeri degli ingressi. Uno: perché il caldo blocca i tornelli. Due: perché i tornelli li blocco io, per rendere più veloce l’entrata, quando sotto il caldo si formano code troppo lunghe. Moltissimi hanno riso, naturalmente.
Pochissimi si sono fatti vedere mentre ridevano. I giornali hanno fatto finta di credere a Sala. E perfino il prefetto di Milano ha dovuto mostrare di prenderlo sul serio. Il presidente del Consiglio comunale di Milano, Basilio Rizzo, gli aveva chiesto i dati di Expo. Francesco Paolo Tronca ha girato la domanda a Sala e poi ha risposto così: “La società Expo ha comunicato di avere compiuto una valutazione relativa agli ingressi che, al 15 luglio, ammonta a circa 7,4 milioni di ingressi”.
IN REALTÀ SONO molti di meno: 4,3 milioni. Ma il bello è la spiegazione che il povero prefetto, funzionario dello Stato, è costretto suo malgrado a dare: “Tale valutazione, pur basandosi sul controllo digitale ai tornelli, è caratterizzata da significativi livelli di incertezza e indeterminatezza”. Come mai? Parte la supercazzola. “A ciascuno dei varchi si manifestano situazioni operative differenziate, ricorrenti ma non riconducibili a un processo di verifica automatizzato degli accessi, che rendono difficile –se non impossibile –effettuare una rilevazione degli accessi effettivamente corrispondente al numero di persone presenti all’interno del sito espositivo”. Sedetevi e concentratevi.
“La società Expo, quando si verificano picchi di afflusso, a volte permette l’accesso ai visitatori senza passaggio del biglietto sul lettore ottico, ma solamente ritirandolo; ciò è avvenuto, in modo particolare a maggio e giugno con l’ingresso mattutino delle scuole e sta avvenendo, a volte, in luglio per velocizzare gli ingressi ed evitare code sotto la calura anomala”.
Non basta: “Sempre in funzione delle altissime temperature, viene riferito che si sono verificati problemi di lettura, in quanto gli apparati digitali nelle teste dei tornelli hanno subito malfunzionamenti mentre, in generale, si sono spesso registrati problemi tecnici di lettura dei biglietti su smartphone (codice a barre non rilevabile, luminosità insufficiente etc); infine, nei primi dieci giorni di maggio i sistemi di rilevazione hanno funzionato male e la società Expo ha riferito di avere conseguentemente perso i files di lettura degli ingressi”.
Da non credersi. Sala, per non dare i numeri veri, che smentiscono seccamente le previsioni, dice al prefetto che non ha i numeri e dunque li inventa e li aggiusta; e non li ha perché faceva troppo caldo, perché c’era troppa coda, perché ha aperto i tornelli, perché i tornelli non funzionano, perché i telefonini non vengono letti... E, infine, perché ha perso i files. Ricorda i bambini che non hanno studiato e alla maestra raccontano storie incredibili e troppo complicate. O John Belushi che nel film Blues Brothers spiega alla fidanzata perché l’ha abbandonata all’altare, in un crescendo di panzane megagalattiche. Peccato che Sala guidi una società pubblica: le sue scuse fanno ridere, ma non sono divertenti.