UN MONDO BIPOLARE. MA NEL SENSO PSICHIATRICO - IERI ABBRACCI CON I LEADER EUROPEI PER ALLENTARE LE SANZIONI, OGGI LA RUSSIA DI PUTIN TORNA A MINACCIARE: "PUNTEREMO I MISSILI CONTRO LA SVEZIA"
Nicola Lombardozzi per "la Repubblica"
ambasciatore russo in svezia viktor tatarintsev
Subito dopo il giorno dei sorrisi e degli abbracci interessati con l’Europa nella speranza di allentare le sanzioni economiche, riprendono i toni grevi da Guerra Fredda. E si comincia con quello che suona come un brutale avvertimento alla Svezia, paese Ue dalla frontiera calda reduce da una serie di incidenti e di allarmi sui cieli e sui mari per minacciose incursioni di mezzi militari russi. «Se vi dovesse saltare in mente di aderire alla Nato, la Russia punterebbe subito contro di voi le sue truppe e le sue testate atomiche».
Questa durissima frase del corpulento ambasciatore russo a Stoccolma, Viktor Tatarintsev, campeggia da ieri mattina su tutti i notiziari tv e web di Svezia diffondendo un clima di allarme in tutto il Paese. Il segnale di Mosca arriva proprio mentre è in corso un dibattito sulla possibilità di cedere alle forti pressioni Usa e accettare l’ingresso nella Alleanza atlantica.
Stoccolma viene vista, tra l’altro, con sospetto dal Cremlino, anche per le sue posizioni politiche all’interno della Ue molto vicine a quelle delle tre repubbliche baltiche e degli ex Paesi socialisti, tutti classificati a Mosca come “anti russi”. Per gli stessi motivi i rapporti sono diventati sempre più difficili anche con la confinante Finlandia a sua volta tentata di assicurarsi maggiori tutele con un’annessione alla Nato. Al Presidente finnico, in visita a Mosca proprio questa settimana, Putin aveva rivolto un consiglio intriso di sottili minacce: «Il miglior modo di garantirvi la sicurezza, è quello di mantenere la vostra condizione di neutralità ».
obama e putin in vestito tradizionale cinese
Bastone e carota dunque, usati con disinvoltura e nel volgere di poche ore. Venerdì, nel clima disteso e conciliante del Forum di San Pietroburgo, Putin aveva volutamente dimenticato l’incidente recente del congelamento di beni russi da parte di Francia e Belgio. Nei due Paesi europei sono stati sequestrati assist di grande valore nell’applicazione di una sentenza della corte d’arbitrato dell’Aja riguardo il rimborso di oltre 50 miliardi di dollari che la Russia deve agli azionisti del colosso petrolifero Yukos, mandato in fallimento a seguito dell’arresto e della persecuzione giudiziaria dell’oligarca ribelle Mikhail Khodorkovskij.
Ieri, finito il vertice e congedato i potenziali investitori, il Presidente ha liberamente affrontato l’argomento alla sua maniera: «Difenderemo i nostro interessi in maniera legale. La Russia non riconosce l’autorità di questa Corte e le sue sentenze non ci interessano».