1. PER RENZI UNA SECCHIATA E OBAMA SCHIVA LA VIP-MANIA - IL PREMIER SI VERSA ADDOSSO L’ACQUA GELATA PER BENEFICENZA E SFIDA I DIRETTORI DEI GIORNALI E BAGGIO. MA LE DONAZIONI SONO FERME A 33 MILA EURO
Tommaso Rodano per il Fattoquotidiano.it
C’è cascato pure lui. Matteo Renzi ha fatto la doccia gelata. L’Ice Bucket Challenge è la fiera della vanità e della beneficenza, nata negli Stati Uniti per dilagare nel resto del mondo. Il pretesto, nobilissimo, è impegnare chi partecipa a donare per la ricerca contro la Sla. Il risultato è una lunga sfilata di vip che si bagnano i capelli di fronte a una videocamera e condividono l’impresa.
MARK ZUCKERBERG - ICE BUCKET CHALLENGE
La moda incontenibile non poteva non contagiare anche Renzi, fuoriclasse dei selfie e delle autopromozioni “social”.
A piedi nudi, in una sgargiante mise azzurra (camicia e costume), il premier si è rovesciato addosso il fatidico cesto d’acqua ghiacciata nel giardino dell’albergo di Forte dei Marmi dove è in vacanza da alcuni giorni, per poi pubblicarlo sul suo profilo twitter.
Nel discorso introduttivo ha ringraziato “i simpaticoni ” che lo “hanno tirato in ballo” (Fiorello, poi anche Jovanotti, Francesco Facchinetti e Tiziano Ferro) e ha sfidato a sua volta Roberto Baggio, Paolo Livoli – ex compagno di scuola che fa il medico e si occupa di Sla – e i direttori di riviste, giornali e telegiornali italiani.
Negli Usa il fenomeno Ice Bucket è esploso a ridosso di Ferragosto, grazie a testimonial come Mark Zuckerberg e Bill Gates. Da quel giorno hanno partecipato praticamente tutti: attori di Hollywood, popstar, sportivi, imprenditori e persino l’ex presidente George W. Bush.
BILL GATES - ICE BUCKET CHALLENGE
Barack Obama, sfidato da diversi “famosi”, ha schivato la secchiata, lasciando intendere di tenere ancora al decoro istituzionale. Il presidente degli Stati Uniti, sobriamente, si accontenterà di staccare un assegno per la ricerca contro la malattia. Intanto il Dipartimento di Stato ha diffuso una nota in cui ricorda ai suoi funzionari che per motivi etici bisogna evitare di partecipare a campagne per raccolte fondi private, “a prescindere da quanto nobili siano la cause”. Negli Stati Uniti comunque le donazioni raccolte dall’inizio dell’Ice Bucket mania hanno avuto un’impennata: oltre 42 milioni di dollari.
neymar partecipa alla ice bucket challenge
E in Italia? Anche qui la secchiata è lo spo(r)t estivo di un esercito di (più o meno) famosi: Belen, Elisabetta Canalis, Mario Balotelli, Emma Marrone, Marco Mengoni, il presidente della Juventus, Andrea Agnelli (che ha nominato il suo “nemico” in Figc, Carlo Tavecchio) e tantissimi altri. La politica ha fiutato il fenomeno e comincia a reagire. Ieri pomeriggio, prima di Renzi, si è prestato anche il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Il problema vero è che alla sfilata sui social network non corrisponde la generosità dei portafogli.
Massimo Mauro, ex calciatore, giornalista di Sky e presidente dell’Aisla (Associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica) ha reso noto che in questi giorni di grande battage mediatico l’Ice Bucket Challenge de’ noantri ha prodotto donazioni per appena 33mila euro. Mauro riconosce “la straordinaria importanza del fatto che finalmente si parli di Sla, una malattia che è abituata a rimanere nell’ombra”, ma non nasconde un po’ di delusione per la scarsa generosità dei vip dalla testa ghiacciata.
balo partecipa alla ice bucket challenge
“L’80 per cento delle donazioni – dichiara – sono arrivate via Pay Pal da persone comuni, con donazioni da 5, 10 e 50 euro. Qualche cantante, si è spinto fino a 500, massimo 700 euro, ma non voglio fare nomi”. Quello che non si può tollerare è che la malattia sia da sempre ignorata dalle istituzioni: “Per i governi la Sla non esiste. Zero euro all’anno per la ricerca. Altro che secchiate d’acqua. Ora serve un impegno concreto”.
2. “QUALE CARITÀ, È UN SELFIE AL CUBO”
di Nanni Delbecchi per il Fattoquotidiano.it
Roberto D’Agostino, nel girotondo virale dell’Ice Bucket Challenge poteva mancare la doccia di Matteo Renzi?
Era l’ora! Il nostro premier aspettava questa nomination in trepida attesa, credo proprio che non stesse nella pelle.
Perché?
Perché è un autospot formidabile, un selfie all’ennesima potenza, sta diventando l’unico tormentone di un’estate senza tormentoni.
E poi è a fin di bene.
Come no? Straordinaria beneficenza per chi lo fa, e si posta in rete. La secchiata d’acqua in testa fa subito simpatia. Ma diciamo la verità: nessuno parla più della SLA, la malattia se la sono già dimenticata tutti. L’Ice Bucket è autopromozione allo stato puro spacciata per altruismo. In questo senso la trovata degli inventori è stata davvero geniale.
Renzi ha nominato Roberto Baggio e i direttori dei giornali italiani. Condivide?
Mah, a questo punto l’unica nomination seria da fare sarebbe l’Asilo Mariuccia. Siamo in pieno infantilismo imperante, in piena “immaginocrazia”... Poi però, se uno cerca un posto di lavoro su twitter, mica lo trova.
Però per l’immagine di Renzi è una botta di vita.
Forse sì, visto che ha passato tutta l’estate in posa. L’ultima prodezza è stata il servizio appena uscito sul settimanale ‘Diva e donna’, con tanto di copertina. Sole, amore, jogging e bicicletta con moglie e figli, nel resort della Versilia...
Meglio di quelli che uscivano su Chi, dedicati alla famiglia da sogno di Silvio e Veronica?
Cambia lo sfondo, ma per il resto sono uguali; tutte belle statuine dall’inizio alla fine. Oddio, non che ci sia da stupirsi; Renzi si è messo in posa fin dai primi passi della carriera politica. La sua immagine è stata costruita nei dettagli da Stefano Guindani, il più bravo fotografo di moda di Milano.
È lui che ha scattato la celebre foto con il giubbotto di Fonzie?
Sì. Poi tra i due deve essere successo qualcosa, magari si è ingelosito per la partecipazione ad Amici della De Filippi.
Quindi tutto sommato questa secchiata d’acqua è un buon affare.
Se devo essere sincero avrei preferito una bella secchiata di merda, ma non si può avere tutto dalla vita. Comunque le uniche secchiate che contano, e conteranno, sono quelle elettorali.
3. “POLITICA POP E BUONE AZIONI”
Al.Sch. per il Fattoquotidiano.it
Ovvio che l’avrebbe fatto! Uno come Renzi ci si tuffa a pesce in una cosa così!”. Secondo Giovanna Cosenza, semiologa e presidente del corso in Scienze della comunicazione a Bologna, vede nell’Ice Bucket il compimento del Renzi-pensiero, del suo approccio all’immagine pubblica.
Qualcuno si è stupito nel vedere il presidente del Consiglio partecipare a un’iniziativa del genere.
Io non ho mai avuto dubbi, era la previsione più facile del mondo, mica serviva la sfera di cristallo. Così com’era prevedibile l’avrebbe fatto con addosso una maglietta. È la solita politica spettacolo cui abbiamo assistito negli ultimi vent’anni, solo che adesso va pure in rete.
C’è chi pensa sia solo una forma di fare beneficenza.
È questo il punto: è una sinergia perfetta. Ci metti dentro pure l’obiettivo buono e lo mandi a nozze con la politica pop. Come fa uno a dire di no? Riesci a unire i buoni sentimenti e la politica spettacolo, metti in circolo la tua immagine in rete che la passa ai media tradizionali. E i vantaggi non finiscono qui.
Cioè?
Per i piccoletti di casa nostra è una strategia per entrare nel novero delle Lady Gaga, per internazionalizzarsi. Da un’iniziativa del genere si possono ricavare solo vantaggi: dei nani accanto ai George Bush, ai grandi del cinema di Hollywood.
La performance di Bush però non è stata brillante. Si è buttato in testa l’equivalente di un bicchiere d’acqua.
Infatti non è mai stato un grande comunicatore. La valenza comunicativa dell’Ice bucket è che fa capire quanto sei disposto a soffrire. C'è chi rimane lì a fare gli urletti, chi scappa subito dopo perché non vuole farsi vedere bagnato. È un modo per esibire il proprio corpo, mostrarsi in un momento di imbarazzo.
Sui social network spopola.
Certo, è un piccolo sacrificio che fa tanta simpatia: politici e star disposti a ridicolizzarsi un po’. Ed è anche normale che si espanda a macchia d’olio: con il meccanismo delle nomination come fai a tirarti indietro?
Barack Obama l’ha fatto. Sì all’assegno, ma senza gavettoni gelati, e l’ha pure proibito agli alti diplomatici.
Obama può permettersi di dire di no, lui è di un altro livello. Anche Obama ama esibire il proprio corpo nello sport e nella musica, ma lo fa con grande sobrietà. Chapeau, a lui e a chi lo ha consigliato.
“SOLO UNA SCUSA PER FARE I DEFICIENTI”
Al.Sch. per il Fattoquotidiano.it
‘’È tragico che per raccogliere fondi occorra fare i deficienti”. Massimo Cacciari quando gli si chiede cosa ne pensi dell’Ice Bucket Challenge, tira fuori tutta la sua causticità: una moda frivola perfettamente in linea con la società dell’immagine.
Cos’è che la fa arrabbiare così, professore? In fondo si tratta pur sempre di beneficenza.
La mia è una considerazione perfino banale. Questi spettacolini, anzi, chiamiamoli sketch, non hanno niente a fare con la beneficenza. Aiutare il prossimo è un altra cosa.
C’è chi dice che l’unica cosa che conta sia recuperare fondi.
Questa roba è una réclame per chi lo fa. Se è beneficenza, è beneficenza pelosa. Ci pensi un attimo: se le persone comuni si tirassero l’acqua gelata addosso, che effetti positivi sortirebbero sulla propensione al bene degli individui? Sono mode nate nella società della pubblicità. È tutto banale, tutto molto banale.
Quindi Renzi ha sbagliato a partecipare?
Era ovvio che Renzi lo facesse: o fa il discorso mio, o si butta l’acqua addosso, non ci sono alternative.
Obama si è tirato indietro.
Obama ha fatto la persona seria, ma lui se lo può permettere, Renzi forse no. Lui è un giovane che è nato, si è formato, negli anni in cui è proliferata quest’idea di politica qui. Uno che fa la politica come la fa Renzi, lo dico senza acredine, è perfetto per l’Ice Bucket. Tra l’altro se lo coinvolgono in un gioco del genere, lui mica può tirarsi indietro: lo accuserebbero di snobismo.
MASSIMO CACCIARI OSPITE DI SERVIZIO PUBBLICO
Però l’incontro tra beneficenza e celebrità non è nuovo: penso al Live aid, alle campagne contro il debito di Bono Vox, al Pavarotti & Friends...
Ma cosa c’entra? Il Live aid era una cosa diversa: l’epilogo di una stagione di grande impegno politico, il ’68, Woodstock. Erano eventi organizzati da grandi leader artistici, questi invece sono personaggi che si legano a degli spettacolini senza nessuna coscienza politica alle spalle. Vedo solo il deprimente spettacolo di giovani che si tirano l’acqua addosso.