NELL'ALDE DEI CIELI – GUY VERHOFSTADT ATTACCA SALVINI: “IN CUOR SUO VUOLE PIÙ IMMIGRATI PERCHÉ GLI PORTA PIÙ VOTI” E INCENSA MACRON, CON CUI VUOLE FORMARE UN GRUPPO DI SUPER-LIBERALI: "LEADER DI UNA NUOVA GENERAZIONE DI POLITICI EUROPEI” – “IL ‘BURATTINO’ A CONTE? HO SENTITO PAROLE PEGGIORI SU DI ME. NON AVREI MAI DETTO QUALCOSA DI SIMILE A CIAMPI, NAPOLITANO O MATTARELLA. MI SENTO ITALIANO, I MIEI NEMICI SONO I POPULISTI” – “NIENTE PIU' OFFERTE AL M5S PERCHE'...”
Marco Bresolin per “la Stampa”
Guy Verhofstadt contro Giuseppe Conte
Nel nuovo Parlamento europeo non ci sarà più il gruppo dei liberali europei, decisivi per formare una maggioranza con i popolari e socialisti. «Nascerà un nuovo contenitore, più ampio» annuncia Guy Verhofstadt, ex premier belga e attuale capogruppo dei liberali (Alde) a Strasburgo.
Ma in questo nuovo raggruppamento, che punta a essere il secondo dopo i popolari, «non ci sarà spazio per il M5S». Eppure due anni fa fu proprio Verhofstadt ad architettare un' operazione per portare il Movimento nell' Alde. Oggi ha cambiato idea e l' attacco riservato tre settimane fa al premier Giuseppe Conte segna una rottura ormai insanabile.
Dopo il suo «burattino» urlato in Aula in faccia al premier, molti in Italia l' hanno criticata perché «un belga non può attaccare il premier del mio Paese».
«È la stessa motivazione che usano quelli che mi dicono che non posso attaccare il premier ungherese Orban o il polacco Kaczynksi. Siamo in una politica paneuropea e quando usi determinate parole contro un leader c' è sempre qualcuno che lo vede come un attacco a un intero Paese. Ma non è assolutamente così».
Il suo intervento, in italiano, è stato molto duro «Io ho espresso un sentimento che c' è in Europa. Ma se c' è uno che ama l' Italia, credetemi, quello sono io. L' Italia è un Paese che conosco molto bene, in cui ho vissuto. Mio cognato è di Napoli, il che vuol dire che non è italiano: è molto più che italiano. È del Regno di Napoli!».
Si è pentito di aver usato il termine "burattino" nei confronti di un premier?
«Quando ero primo ministro, dai banchi dell' opposizione mi è capitato di sentire parole peggiori contro di me. Credo che anche nel Parlamento italiano volino parole molto più pesanti di "burattino" all' indirizzo di Conte. Questa è la politica. Capisco che qualcuno si sia sentito toccato, ma non avrei mai detto qualcosa di simile a Ciampi, Napolitano o Mattarella. Credetemi, sono molto più italiano di molti italiani».
Come?
«No, la riformulo meglio: mi sento italiano tanto quanto molti italiani. I miei nemici sono i populisti, ma non la gente che ha votato per loro. Questi cittadini hanno delle paure, si sentono vittime della globalizzazione. E noi li dobbiamo rispettare. Abbiamo il dovere di risolvere i loro problemi. I populisti invece non vogliono risolvere i problemi, ma li vogliono alimentare. I problemi portano la paura e la paura porta voti. Salvini, in cuor suo, vuole più immigrati. Perché ciò gli porta più voti. Altrimenti non si spiegherebbe come mai l' Italia blocca la riforma di Dublino».
Teme per il risultato delle prossime elezioni?
«Come tutti i politici europei sono preoccupato per la crescita di populismi e nazionalismi, ma non si tratta di un fenomeno inevitabile. Può e deve essere contrastato. Loro dicono che non vogliono distruggere l' Ue ma che la vogliono cambiare dall' interno.
In realtà non è così, quelli come Salvini la vogliono distruggere e basta perché vogliono una predominanza degli Stati. Per questo serve una nuova visione e una nuova passione. Sostengo l' appello di Macron: dobbiamo proporre un' alternativa ai nazionalisti, ma anche un' alternativa allo status quo».
GUY VERHOFSTADT CANDIDATO DI MONTI
Come si traduce nella pratica?
«Macron sarà il leader di una nuova generazione di politici europei, nei quali vedo anche altri, come lo spagnolo Albert Rivera o l' olandese Mark Rutte. La prima generazione era quella dei padri fondatori, di Adenauer, Schuman, Monnet: quelli che avevano grandi ambizioni anche se poi hanno dovuto fermarsi al Trattato di Roma e all' unione doganale.
Poi sono arrivati i Mitterrand, i Kohl, i Delors che hanno fatto il mercato interno, l' euro e portato un po' di democrazia nelle istituzioni Ue. Oggi la terza generazione avrà il compito di trovare per l' Europa un nuovo posto nel mondo, per competere con Cina, Russia e India. È un' enorme responsabilità. Abbiamo una finestra di opportunità di cinque anni. È questa la vera ultima chance».
EMMANUEL MACRON - DISCORSO ALLA SORBONA
Dopo le elezioni cosa succederà in Parlamento?
«Per la prima volta socialisti e popolari non avranno la maggioranza. Nascerà una nuova forza europeista, di centro e con una forte spinta riformatrice. Questo gruppo sarà il front-runner del cambiamento. Non si chiamerà più Alde, avrà un nuovo nome e sarà molto più ampio».
gianni pittella manfred weber guy verhofstadt
Sarà aperto anche al Movimento 5 Stelle?
«No, no assolutamente».
Due anni fa, però, lei cercò di portare il M5S nell' Alde. È stato un errore?
«Non credo fu un errore all' epoca, ma credo che lo sarebbe oggi. Comunque già all' epoca non riuscirono a convincerci perché c' erano dubbi sul loro europeismo. In effetti c' erano molte ambiguità, parlavano ancora di un referendum per uscire dall' euro».
LUIGI DI MAIO E ALESSANDRO DI BATTISTA INCONTRANO I VERTICI DEI GILET GIALLI
E allora perché fece quel tentativo?
«Perché molti di loro, soprattutto nel gruppo qui a Bruxelles, sono europeisti. Ma nel momento in cui hanno preso una direzione che va verso Salvini non c' è più alcuna possibilità. È un peccato perché molti esponenti, singolarmente, hanno ancora una chiara linea pro-Ue».