1. NEPPURE ALLO SPREGIUDICATO PRESIDENTE DELL’ENI ENRICO MATTEI SAREBBE PASSATA PER LA TESTA DI NOMINARE UN MEMBRO DEL GOVERNO NEL BOARD DELL’AZIENDA PUBBLICA 2. LA MALA-IMPRESA E’ RIUSCITA INVECE, CON LA SCELTA DEL VICE MINISTRO LAPO PISTELLI, A RENZI E AL SUO MINISTRO–AZIONISTA L’IMBELLE PADOAN
DAGOREPORT
Neppure allo spregiudicato e intraprendente presidente dell’Eni, Enrico Mattei, che nel dopoguerra si serviva dei partiti come dei taxi pagandogli di volta in volta la corsa (finanziamento occulto) sarebbe passata per la testa di nominare all’ente pubblico un sottosegretario in carica al governo. La scandalosa impresa è riuscita invece al piccolo Ceasescu di Rignano sull’Arno, che ha fatto nominare dal pavido quisling Claudio Descalzi, che oggi guida il colosso dell’energia, a ‘’vice president senior’’ dell’Eni l’attuale vice ministro agli Esteri, Lapo Pistelli.
Matteo Renzi e il rivale Lapo Pistelli
Alla faccia dell’autonomia di una delle prime aziende italiane quotate in Borsa.
Ma nel giro quarantotto ore il cazzone toscano è riuscito in un’altra impresa forse impossibile anche nella prima Repubblica: far dimettere un più che riluttante Franco Bassanini da presidente della Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) per trasferirlo a palazzo Chigi come suo consulente per la “banda” larga.
Cioè c’è stato un “patteggiamento” con tanto di riconferma a Metroweb, sotto gli occhi dell’imbelle ministro-azionista del Tesoro, Pier Carlo Padoan, per uno scambio di poltrone come si faceva una volta al mercato delle vacche.
Un benvenuto allora nel “Giglio Tragico” al prode costituzionalista Bassanini. Andrà a fare compagnia alla super-lottizzatata Antonella Manzione. L’ex capo pizzardona di Firenze, piazzata da Renzi a dirigere l’ufficio legislativo.
Franco Bassanini e Linda Lanzillotta
Raccontano intanto a Montecitorio le malelingue che senza il “contentino” a Bassanini, che fino all’ultimo ha resistito all’aut aut del Premier&Segretario, a palazzo Madama la fragile maggioranza avrebbe perso un altro voto.
Il voto della senatrice e compagna di Bassanini, Linda Lanzillotta, che lo scorso febbraio è trasmigrata da Sciolta civica (Monti) al Pd renziano delle “anime morte”.
Il “Grande Degrado” delle istituzioni e degli enti pubblici, però, non sembra appassionare più i Gabibbo alle Vongole Stella&Rizzo in servizio al Corrierone di Fontan-amara. Vedi, tra gli altri, il “caso” clamoroso dell’impresentabile (o meno) neo governatore Pd della Campania, Enzo De Luca, che per la legge Severino non può dare seguito al mandato popolare appena ricevuto.
Mentre i “repubblichini” di largo Fochetti, Ezio Mauro e Sorgenio De Benedetti, si sono trasformati (o trasfigurati di fronte agli attoniti lettori scalfariani) negli ultimi “scudi umani” a difesa di un governo Renzi (fallimentare) senza progetto e, soprattutto, senza dignità istituzionale.
E perché allora gridare alla immoralità e illegalità diffuse (o evocare Mafia Capitale), se a volte i metodi spartitori (e ricattatori) messi in atto dal governo guidato dal piccolo Ceasescu - sia pure senza mezzi coercitivi o criminali - fanno pensare, comunque, a certe pratiche divisorie poste in essere proprio all’ombra del Campidoglio degli inquisiti e in altre amministrazioni?