NESSUNO TOCCHI TARCISIO (PER ORA) - LA TATTICA DI RATZINGA-ZETA È QUELLA DI IMPORRE UNA TREGUA A TEMPO SU BERTONE IN NOME DELL’UNITÀ MA IN CASO DI NUOVI COLPI DI SCENA ALLORA IL PAPA CONSEGNEREBBE LO SCALPO DEL SEGRETARIO DI STATO AI PORPORATI RIBELLI - LA DECISIONE, PRESA DOPO UNA SERIE DI RIUNIONI CON PADRE GEORG E TRE CARDINALI, È STATA SUBITO TRADOTTA CON DUE INTERVISTE AL MIELE RILASCIATE ALL’ ”OSSERVATORE ROMANO” DALLE EMINENZE ANTI-BERTONIANE SODANO E SANDRI…

Marco Ansaldo per "la Repubblica"

Il Papa con Bertone. Ma solo per ora, e per ragioni tattiche. Se però le critiche dentro il Vaticano, all´interno della Chiesa italiana, e nell´opinione pubblica continueranno, allora Benedetto XVI non tarderà a far sì che l´incarico di Segretario di Stato cambi di mano.
E´ quello che è stato deciso in un incontro ristretto voluto dal Pontefice poche sere fa con un pugno di cardinali, assente Bertone, ma presente il segretario particolare del Papa, don Georg Gaenswein.

Una riunione volta a sancire una tregua nelle divisioni fra Eminenze diverse e le loro cordate, a controllare il ciclone scatenato dai documenti interni diffusi sui media, e soprattutto a ricompattare le fila al vertice dell´Istituzione ecclesiastica così toccata dalla vicenda.

Gli incontri, perché in realtà sono stati più d´uno, si sono svolti la sera di martedì, due giorni dopo il successo della visita compiuta da Benedetto a Milano, ma anche dopo la bufera di polemiche esplose a livello mediatico sul cardinale Bertone. Vi hanno partecipato, all´interno del Palazzo apostolico, 3 porporati, padre Georg e, ovviamente, il Papa. Prima Joseph Ratzinger ha voluto parlare con le Eminenze uno per uno, da solo. Poi, li ha riuniti tutti e tre, alla presenza del suo segretario.

«I dissidi interni al Vaticano ci possono essere - vengono così riferite le parole del Pontefice durante la piccola seduta finale con i convenuti - però non devono emergere all´esterno. Noi dobbiamo pensare a ricompattare l´unità della Chiesa». La parola chiave del Papa è stata, anzi, questa: «Facciamo squadra per difendere la Chiesa». «Non i singoli - ha precisato ancora, guardando i suoi negli occhi - ma la Chiesa stessa». La sostanza del discorso di Ratzinger è che solo l´unione può far uscire integra l´Istituzione ecclesiastica da questo frangente difficile.

La decisione del Pontefice è, dunque, quella di riabilitare Bertone agli occhi dell´opinione pubblica, sostenendolo con più puntelli. L´ultimo in ordine di tempo: l´intervista rilasciata ieri all´Osservatore Romano, il quotidiano ufficiale della Santa Sede, dal cardinale decano Angelo Sodano.

Nell´articolo, il predecessore di Bertone alla Segreteria di Stato, con il quale in passato ha avuto non pochi motivi di attrito, affermava che fra i cardinali ci sono solo normali diversità di opinione. Dichiarazioni prudenti e improntate all´unità, che si accoppiavano per nulla a caso l´altro ieri con quelle del cardinale argentino Leonardo Sandri, un´altra Eminenza di peso ma senza particolari rapporti di condivisione con Bertone.

Che cosa ha assicurato il Santo Padre ai due esperti porporati, considerati fra gli anti-bertoniani? Che presto si occuperà lui stesso della Segreteria di Stato, e che la questione verrà risolta, ma con i tempi giusti. La scelta fatta da Ratzinger dimostra, ancora una volta, quanto il Papa sia a conoscenza, soprattutto ora, della gran parte dei meccanismi che girano intorno alla vicenda, e dei suoi protagonisti.

Tuttavia il Pontefice ha escluso in modo tassativo l´ipotesi di intervenire adesso, in maniera plateale, nei confronti del suo principale collaboratore, suo amico da tanti anni. Una decisione che potrebbe risultare devastante, se fatta subito, per l´immagine della Chiesa nel mondo. Se ci si arriverà, Benedetto compirà questo passo senza clamore, secondo le tradizioni consolidate dell´istituzione, a tempo debito.

Ieri sera il Papa, che ha continuato nella giornata a monitorare la situazione interna, ha celebrato messa nella Basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma, per la solennità del corpo e del sangue di Cristo, il Corpus Domini. Ha poi presieduto la tradizionale processione eucaristica che, percorrendo via Merulana, ha raggiunto la Basilica di Santa Maria Maggiore.

Il giorno prima, nella lettera inviata ai parroci della Diocesi di Roma, il cardinale vicario Agostino Vallini aveva fatto un riferimento implicito alla vicenda dei "corvi", cioè i diffusori delle lettere segrete vaticane, scrivendo: «Rivolgo un invito particolare a partecipare numerosi a questo momento ecclesiale per ringraziare il Signore del dono inestimabile dell´eucaristia, per testimoniare pubblicamente la nostra fede e l´unità della Chiesa di Roma intorno al suo vescovo. In un momento in cui la sede di Pietro è fatta oggetto di gravi e ingiuste illazioni, che disorientano la gente, desideriamo elevare al Signore la nostra fervente preghiera per tutti, perché ci conceda il dono dell`unità e della pace».
(m.ans.)

 

 

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