bonafede davigo nino di matteo

NON DITE A BERLUSCONI CHE IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, ALFONSO BONAFEDE, HA SCELTO PIERCAMILLO DAVIGO COME “CONSIGLIORI” E INTENDE PORTARE NINO DI MATTEO NEL SUO STAFF, MAGARI ALLA GUIDA DEL DIPARTIMENTO PER GLI AFFARI DELLA GIUSTIZIA O ALLA DIREZIONE DELLE CARCERI

Sara Menafra per “il Messaggero”

 

LUIGI DI MAIO ALFONSO BONAFEDE

Una lunga telefonata ieri pomeriggio, all' interno di un dialogo che per il neo ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (ma non solo) e il leader della corrente Autonomia e Indipendenza, Piercamillo Davigo, non si è mai veramente interrotto. Nella squadra che il Guardasigilli pentastellato porterà in via Arenula, l' ex pm di Milano avrà certamente un ruolo di peso. Non parteciperà personalmente, perché il suo obiettivo al momento è vincere la competizione elettorale al Csm dove è candidato capolista di Ai tra i magistrati di Cassazione, ma i suoi consigli saranno tenuti altamente in considerazione.

 

L'INCARICO

Per tutto, escluso il ruolo del pm di Palermo Antonino Di Matteo: il magistrato simbolo del movimento, quello da sempre più vicino, avrà sicuramente un incarico di primo piano. Per lui, Bonafede starebbe pensando al Dag, Dipartimento per gli affari della giustizia, là dove passano tutte le questioni importanti del ministero.

Alfonso Bonafede

 

In alternativa, Di Matteo potrebbe andare al Dap, il dipartimento che si occupa delle carceri, dove sia la Lega, sia gli stessi Cinque stelle hanno intenzione di intervenire con misure restrittive e nuovi provvedimenti in materia di 41 bis. Oppure, terza ipotesi, sottosegretario: posizione di maggiore visibilità, indubbiamente, anche se forse obbligherebbe il magistrato a lasciare la toga (per sempre, stando al contratto di governo).

 

Il gioco delle caselle ministeriali può aiutare a capire anche l' agenda delle priorità da mettere in campo. A capo di gabinetto potrebbe esserci Alessandro Pepe, segretario di Ai e vicinissimo a Davigo. Al legislativo, al momento c' è Fabrizio Brichetti, di Magistratura indipendente, all' epoca indicato da Giovanni Canzio ma in passato candidato di Forza Italia.

 

davigo

Confermarlo potrebbe essere un segnale di non belligeranza con gli azzurri. E' vero, però, che la casella è perfetta per un altro nome di peso di Autonomia e indipendenza: quello di Antonio Patrono, ex membro del Csm, oggi procuratore a La Spezia. Ex di Ai in pensione che pure piace è l'ex procuratore di Torino Marcello Maddalena, come sottosegretario tecnico.

 

GLI ALTRI NOMI

Ma in un ministero come quello della Giustizia, dove il titolare governa sì, ma ha un potere autonomo, quello togato, con cui contrattare giorno per giorno, nessuno ha mai osato occupare tutte le caselle con uomini provenienti dalla stessa corrente della magistratura associata. Probabilmente, non lo farà neppure Bonafede, fedelissimo di Luigi Di Maio ma considerato un cinquestelle ragionevole, uno dei pochi ad aver trattato, nella scorsa legislatura, qualche provvedimento con il Pd.

NINO DI MATTEO

 

La legge sulla Class action, che con ogni probabilità vorrà mandare avanti (la prima battaglia come civilista l' ha fatta contro un sottopasso della Tav a Firenze) alla Camera la votarono anche i democratici. Altro tema che gli sta a cuore è quello dei risarcimenti, oltre al provvedimento bandiera sull' agente infiltrato in tema di corruzione.

 

Per non scatenare guerre interne, Bonafede potrebbe confermare al Dipartimento organizzazione giudiziaria, Barbara Fabbrini, giudice civile fiorentina appartenente alla corrente di sinistra Area. E valutare di tenere in posizioni di peso sia Unicost, corrente centrista e di grande successo tra i magistrati, sia Magistratura e indipendenza, quella da cui si è staccato due anni fa Davigo per formare un suo gruppo autonomo. Da queste parti, un nome apprezzato che potrebbe essere confermato è Santi Consolo, attualmente al Dap.

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”