NON C’È PIÙ LA LEGA DI UNA VOLTA – SALVINI NOMINA UN NIGERIANO RESPONSABILE IMMIGRAZIONE DEL PARTITO – E LUI DICE: “BINGO BONGO O KYENGE ORANGO NON È RAZZISMO, RIENTRA IN UNA LOGICA DI SCONTRO POLITICO”

Matteo Pandini per "Libero Quotidiano"

 

Matteo SalviniMatteo Salvini

È un nigeriano di 59 anni con due figli e altrettanti nipoti (più dieci fratelli e un esercito di cugini e parenti sparsi per il mondo) il nuovo responsabile immigrazione della Lega Nord. Si chiama Toni Iwobi. Arrivato in Italia a 21 anni, aveva ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di studio grazie all’iscrizione all’università di Perugia. Poi, dopo tre mesi in Umbria, il salto a Bergamo. Spirano, nella Bassa. La culla del Carroccio. Qui trova gli amori della sua vita. La donna che diventerà sua moglie e il partito che diventerà la sua famiglia.

 

Nel secondo caso il colpo di fulmine scatta nel 1990, grazie alla conoscenza di Antonio Magri, il fondatore del sindacato autonomo lombardo (quello messo in piedi insieme a Rosi Mauro). Toni diventa militante nel 1993. Assessore ai servizi sociali quando la Lega conquista Spirano. Ora è capogruppo, dopo che il sindaco uscente (Giovanni Malanchini) è stato confermato a furor di popolo. L’anno scorso Iwobi ha tentato il salto in Regione Lombardia. Circa 2mila voti, secondo dei non eletti tra i lumbard orobici. Torna in Nigeria tutti gli anni (recentemente c’è stato un mesetto). Viene da una famiglia cattolica.

TONI IWOBI 
TONI IWOBI

 

Come detto ha dieci fratelli (oggi rimasti in sei) più un esercito di cugini e nipoti sparpagliati per il mondo. Francia, Usa, Inghilterra. Parla italiano molto meglio di Antonio Razzi ed è madrelingua inglese. Ecco, Toni Iwobi è la carta che Salvini ha deciso di giocarsi in vista della manifestazione contro Mare Nostrum organizzata per sabato 18 ottobre a Milano.

 

Una risposta padana alla democratica Cècile Kyenge? Iwobi nega ogni paragone: «Io sono in Lega da una vita!». Rivela che l’ha chiamato Salvini in persona per offrirgli l’incarico. Quando risponde alle domande di Libero è nel municipio di Spirano «perché devo incontrare i cittadini per parlare dei loro problemi». Ci scusi dottor Iwobi, s’offende se la chiamano negro? «Ma nooo, dipende dal contesto. Se uno me lo dice con tono negativo magari lascio anche correre, ma comunque non dimentico di essere di colore. Un africano. Un nigeriano. Non dimentico le mie origini».

COSIMO TORLO E CECILE KYENGE COSIMO TORLO E CECILE KYENGE

 

 Eppure la Lega spesso ha usato toni duri contro gli stranieri. Bingo bongo, Kyenge-orango, robe del genere... «Non è razzismo, rientra in una logica di scontro politico». Non s’è mai sentito a disagio tra i lumbard? «Mai! E comunque il razzismo è un sentimento, che spesso è nascosto e arriva anche da insospettabili. Ma nella Lega non ho mai subito discriminazioni. Mai, mai e mai. Invece mi sono arrivate molte minacce e lettere anonime, quando mi sono candidato in Regione».

 

Perché si è innamorato della Lega? «Per il federalismo. La Nigeria ha 36 Stati autonomi e confederati. È un progetto che funziona in Africa, perché non dovrebbe funzionare qui, che siamo nel primo mondo?». Andrà a Lampedusa? «Certo, con questo incarico dovrò andare anche lì. Mare Nostrum è una follia...». Anche lei è arrivato in Italia dall’Africa, no? «Sì, ma c’erano controlli. Io ho ottenuto il permesso di soggiorno solo perché ero iscritto all’università. E ho dovuto presentare una serie di documenti. Ah, sono laureato in informatica».

 

SIMBOLO LEGA NORDSIMBOLO LEGA NORD

Ora la accuseranno di utilizzare le sue origini per coprire il razzismo della Lega, lo sa? «Massì» sbuffa. E attacca: «Io sono nella Lega da vent’anni. Sono contento e sono molto grato a Salvini per questo incarico. La Kyenge è diventata ministro perché di colore? Eh, credo di sì...». Un anno fa, quando fu candidato alle Regionali, per intervistarlo arrivarono anche alcuni giornalisti stranieri. Non è l’unico leghista «abbronzato», per dirla come Berlusconi definì Obama. A Varese hanno Sandy Cane, eletta sindaco di Viggiù e feroce contestatrice della Kyenge: «Provoca»sbottò nel luglio di un anno fa. Il dottor Iwobi sembra un pezzo di pane. Basta dare un’occhiata al suo profilo Facebook. Decine di foto con tutti i big della Lega. Salvini, Bossi, Maroni, Calderoli Stucchi. Immagini in mezzo ai militanti. A Pontida. Nelle piazze. Dice: «Sono nigher ma la Lega è una famiglia».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO

bpm giuseppe castagna - andrea orcel - francesco milleri - paolo savona - gaetano caltagirone

DAGOREPORT: BANCHE DELLE MIE BRAME! - UNICREDIT HA MESSO “IN PAUSA” L’ASSALTO A BANCO BPM IN ATTESA DI VEDERE CHE FINE FARÀ L’ESPOSTO DI CASTAGNA ALLA CONSOB: ORCEL ORA HA DUE STRADE DAVANTI A SÉ – PER FAR SALTARE L'ASSALTO DI UNICREDIT, L'AD DI BPM, GIUSEPPE CASTAGNA, SPERA NELLA "SENSIBILITA' POLITICA" DEL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, EX MINISTRO IN QUOTA LEGA – IL NERVOSISMO ALLE STELLE DI CASTAGNA PER L’INSODDISFAZIONE DI CALTAGIRONE - LA CONTRARIETA' DI LEGA E PARTE DI FDI ALLA COMPLETA ASSENZA IN MPS - LE DIMISSIONI DEI 5 CONSIGLIERI DEL MINISTERO DELL'ECONOMIA DAL “MONTE”: FATE LARGO AI NUOVI AZIONISTI, ''CALTARICCONE" E MILLERI/DEL VECCHIO - SE SALTA L'OPERAZIONE BPM-MPS, LA BPER DI CIMBRI (UNIPOL) ALLA FINESTRA DI ROCCA SALIMBENI, MENTRE CALTA E MILLERI SAREBBERO GIA' ALLA RICERCA DI UN'ALTRA BANCA PER LA PRESA DI MEDIOBANCA-GENERALI...

pier silvio marina berlusconi fedele confalonieri

DAGOREPORT – MARINA E PIER SILVIO NON HANNO FATTO I CONTI CON IL VUOTO DI POTERE IN FAMIGLIA LASCIATO DAL TRAMONTO DI GIANNI LETTA (L'UOMO PER RISOLVERE PROBLEMI POLITICI) E DALL'USCITA DI SCENA DI GINA NIERI, EX MOGLIE DI PAOLO DEL DEBBIO, PUPILLA DI CONFALONIERI, ADDETTA AI RAPPORTI ISTITUZIONALI DI MEDIASET) - FUORI NIERI, IN PANCHINA LETTA, GLI STAFF DEI FIGLI DI SILVIO STANNO FACENDO DI TUTTO PER PRIMEGGIARE. TRA I PIÙ ATTIVI E AMBIZIOSI, SI SEGNALA IL BRACCIO DESTRO DI “PIER DUDI”, NICCOLÒ QUERCI - COME MAI OGNI SETTIMANA CONFALONIERI SI ATTOVAGLIA DA MARTA FASCINA? AH, SAPERLO...