NON SI VEDE PIÙ UNA LIRA - UNA DONNA DI ROVIGO EREDITA UNA FORTUNA DALLO ZIO EMIGRATO IN GERMANIA: DUE MILIARDI DI VECCHIE LIRE, MARCHI E BOT - MA PER COLPA DI MONTI, BANKITALIA NON LE PUO’ CAMBIARE I SOLDI IN EURO

Enzo Cusmai per “Il Giornale

 

diecimila lirediecimila lire

Anche i più nazionalisti, quando si tratta di soldi, vorrebbero essere nati in Germania. Se, per esempio, un tedesco scopre vecchi marchi in cantina, si presenta alla banca centrale e in pochi giorni ottiene il corrispettivo in euro. Se un italiano trova un tesoretto in lire è due volte sfigato: perde dei soldi e si sente preso in giro dallo Stato. Se poi capita di ereditare marchi e lire in contemporanea, allora ci si rende conto di quanto si possa essere discriminati proprio nella Ue.

cinquemila lirecinquemila lire

 

Com'è successo a Sara Ferrari, una 43enne di Rovigo. La donna, nipote di Salvatore, zio orafo emigrato a Berlino molti anni fa, diventa la sua unica erede perché il parente era celibe e senza figli. E nella cassetta di sicurezza in una filiale della Deutsche Bank trova un piccolo tesoro: due miliardi di vecchie lire, tra Bot e denaro contante, oltre a circa un milione di marchi tedeschi. Ma la piccola fortuna le ha lasciato un bel po' di amaro in bocca.

 

soldisoldi

Per il cambio della valuta tedesca in euro, infatti, non ci sono stati problemi: in dieci giorni ha ottenuto il corrispettivo che ammonta a circa 730.000 euro. Per il denaro italiano, invece, il discorso è stato mortificante. Bankitalia le ha detto che quei soldi non possono più essere incassati. E per questo deve ringraziare il solito Stato italiano che ha posto il limite più anticipato d'Europa per la convertibilità della lira.

 

mario monti intervistato da alan friedman 3mario monti intervistato da alan friedman 3

E per far cassa, a fine 2011, con Monti ha anticipato i tempi di qualche mese, emanando un decreto in cui si stabilisce che «le vecchie lire ancora in circolazione si prescrivono a favore dell'Erario con decorrenza immediata e che il relativo controvalore è versato all'entrata del bilancio dello Stato per essere assegnato al Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato». Una norma che Sara ritiene inaccettabile: vuole contestarla con azioni giudiziarie contro Bankitalia e il ministero delle Finanze, con ricorso alla Corte Europea.

 

bankitalia big bankitalia big

Ma le vecchie lire non indignano solo Sara, ma tutti quelli che le ritrovano. Come Roberto, un quarantenne disoccupato che ha trovato una valigia con 190 milioni inservibili. O come Giovanna, che ha tardato a cambiare 20 milioni di vecchie lire e ora potrebbe usarli solo per far la brace in una grigliata. E che dire di Claudia Moretti, pesarese, che ha trovato cento milioni nella casa di suo zio defunto ormai inservibili?

 

Corte costituzionale Corte costituzionale

O dei 60 milioni trovati nel sottotetto della villetta di Paolo Burgato e Rosetta Sostero, entrambi uccisi a Lignano a scopo di rapina? Insomma, sono tanti i casi in cui la lira rispunta e rivendica il suo ruolo di moneta. Ma la legge blocca ogni legittima rivendicazione. Eppure le procedure italiane non convincono e infatti non sono state condivise da altri Paesi Ue. L'Italia è stata la prima in ordine di tempo a limitare il cambio. Quasi tutti gli altri Paesi hanno infatti adottato termini più lunghi e, in molti casi, come in Germania, non è stata prevista alcuna scadenza.

 

Ma non è escluso un colpo di scena. Ci sono diverse cause in corso che contestano la legge portata anche all'attenzione della Corte Costituzionale. Un giudice, infatti, ha sollevato la questione di legittimità perché il governo Monti, cambiando le carte in tavola, avrebbe «violato il principio di affidamento e di certezza del diritto» e di fatto «espropriato» i cittadini possessori delle lire per l'equivalente di un miliardo e mezzo di euro a favore del bilancio dello Stato.

VALIGIA SOLDIVALIGIA SOLDI

Ultimi Dagoreport

donald trump zelensky putin

DAGOREPORT - UCRAINA, LA TRATTATIVA SEGRETA TRA PUTIN E TRUMP È GIA' INIZIATA (KIEV E UE NON SONO STATI NEANCHE COINVOLTI) - “MAD VLAD” GODE E ELOGIA IN MANIERA SMACCATA IL TYCOON A CUI DELL'UCRAINA FREGA SOLO PER LE RISORSE DEL SOTTOSUOLO – IL PIANO DI TRUMP: CHIUDERE L’ACCORDO PER IL CESSATE IL FUOCO E POI PROCEDERE CON I DAZI PER L'EUROPA. MA NON SARA' FACILE - PER LA PACE, PUTIN PONE COME CONDIZIONE LA RIMOZIONE DI ZELENSKY, CONSIDERATO UN PRESIDENTE ILLEGITTIMO (IL SUO MANDATO, SCADUTO NEL 2024, E' STATO PROROGATO GRAZIE ALLA LEGGE MARZIALE) - MA LA CASA BIANCA NON PUO' FORZARE GLI UCRAINI A SFANCULARLO: L’EX COMICO È ANCORA MOLTO POPOLARE IN PATRIA (52% DI CONSENSI), E L'UNICO CANDIDATO ALTERNATIVO È IL GENERALE ZALUZHNY, IDOLO DELLA RESISTENZA ALL'INVASIONE RUSSA...

donnet, caltagirone, milleri, orcel

DAGOREPORT - COSA POTREBBE SUCCEDERE DOPO LA MOSSA DI ANDREA ORCEL CHE SI È MESSO IN TASCA IL 4,1% DI GENERALI? ALL’INIZIO IL CEO DI UNICREDIT SI POSIZIONERÀ IN MEZZO AL CAMPO NEL RUOLO DI ARBITRO. DOPODICHÉ DECIDERÀ DA CHE PARTE STARE TRA I DUE DUELLANTI: CON IL CEO DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, OPPURE CON IL DUPLEX CALTAGIRONE-MILLERI? DIPENDERÀ DA CHI POTRÀ DARE PIÙ VANTAGGI A ORCEL - UNICREDIT HA IN BALLO DUE CAMPAGNE DI CONQUISTA: COMMERBANK E BANCO BPM. SE LA PRIMA HA FATTO INCAZZARE IL GOVERNO TEDESCO, LA SECONDA HA FATTO GIRARE LE PALLE A PALAZZO CHIGI CHE SUPPORTA CALTA-MILLERI PER UN TERZO POLO BANCARIO FORMATO DA BPM-MPS. E LA RISPOSTA DEL GOVERNO, PER OSTACOLARE L’OPERAZIONE, È STATA L'AVVIO DELLA PROCEDURA DI GOLDEN POWER - CHI FARÀ FELICE ORCEL: DONNET O CALTA?

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO