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1. NON E’ VERO, COME FRIGNA LA MERKEL, CHE “SE FALLISCE L’EURO FALLISCE L’EUROPA”. SE COL GREXIT SALTA IN ARIA LA MONETA UNICA, IL VERO FALLIMENTO SI CHIAMA ANGELA MERKEL 2. FITOUSSI: “RISCHIAMO IL DISASTRO, LA MERKEL POTEVA EVITARLO SE VOLEVA SALVARE LA UE” 3. "HOLLANDE E RENZI? MEZZE FIGURE, SOLO DEI GENERICI DISPENSATORI DI BUONI SENTIMENTI”

tsipras renzi merkeltsipras renzi merkel

1. PER LA MERKEL UNA LEADERSHIP IN CRISI “SE FALLISCE L’EURO FALLISCE L’EUROPA” LA CANCELLIERA: SPERO CHE ATENE NON ESCA, SERVE UN COMPROMESSO

Tonia Mastrobuoni per “la Stampa”

 

Torna sempre utile, la storiella di Angela Merkel che durante le lezioni di nuoto saltava dal trampolino dopo la campanella, alla fine della lezione. Troppo tardi. Lo ha fatto più volte, durante l’interminabile crisi greca. Ma lo scorso fine settimana è stato fatale.

 

merkelmerkel

Ieri ha riunito il partito, ha ricompattato la coalizione di governo dietro la linea del “falco” Wolfgang Schaeuble, ma la sua disfatta storica è sotto gli occhi di tutti. Sarà la “leader riluttante” di un’Europa titubante che ha permesso che la Grecia finisse sull’orlo del lastrico, rischiando di disgregare l’euro. Almeno, la festa per i 70 anni della Cdu non è stata allegrissima, ieri mattina.


All’ingresso del Konrad-Adenauer-Haus, il commissario europeo Oettinger ha dato il tono già la mattina presto, alla riunione del partito: «Vorremmo mantenere la Grecia nell’euro, ma non so se ci riusciremo». 

merkel tsiprasmerkel tsipras


A chi dare la colpa
Nel confronto con i cristianodemocratici, come è emerso più tardi, il tentativo di Merkel e Schaeuble è stato quello di sostenere che è tutta colpa del governo Tsipras - versione espressa anche in una lettera inviata dal ministro delle Finanze al partito. 

MERKEL OBAMA RENZIMERKEL OBAMA RENZI


Con la decisione di indire un referendum, ha detto Merkel, la Grecia ha interrotto le trattative. Il suo tentativo, in conferenza stampa, di sostenere che «oggi l’Europa può reagire in maniera più robusta rispetto a cinque anni fa» rasentava tuttavia il patetico, con le Borse in picchiata da Tokyo a Washington. La Cancelliera ha sottolineato che «l’Europa può esistere solo se è capace di fare compromessi», e «se fallisce l’euro, fallisce l’Europa». 

Alexis Tsipras , Angela Merkel e Francois Hollande (   Alexis Tsipras , Angela Merkel e Francois Hollande (


Merkel ha aggiunto che l’Europa deve sempre trovare un equilibrio «tra solidarietà e responsabilità», soprattutto che «bisogna sempre trovare un compromesso» perché «nessuno può ottenere il 100%». La Cancelliera si è detta «disponibile» a riprendere il dialogo con Atene, dopo il referendum. Secondo la Cancelliera la Grecia ha il diritto di indire un referendum e la Germania ne accetterà il risultato.


La leadership del partito
Molto più duro della leader del Cdu, il vicecancelliere socialdemocratico Sigmar Gabriel. Accanto a Merkel in conferenza stampa - la Cancelliera ha anche incontrato i capi di tutti i partiti per informarli sul fine settimana brussellese più drammatico della storia dell’euro - il ministro dell’Economia ha detto che per la Grecia devono valere le stesse regole che per gli altri paesi europei.

RENZI GUARDA IL CULONE DELLA MERKELRENZI GUARDA IL CULONE DELLA MERKEL

 

Gabriel ha accusato Tsipras di atteggiamento «ideologico» e ha detto che il referendum sarà una scelta del popolo greco sulla «permanenza nell’euro».
Dopo le tensioni delle ultime settimane nel partito, emerse quando erano circolate voci sulle possibili dimissioni di Schaeuble, Merkel ha deciso dalla scorsa settimana di restituire lo scettro della trattativa al suo ministro più importante. 


Qualche sondaggio l’aveva anche data in discesa di qualche punto, rispetto ai suoi soliti, stellari indici di popolarità, a causa della disponibilità a trattare mostrata in queste ultime settimane. Ora che il negoziato sulla Grecia è naufragato, si è ripresa il partito. Ma la corona di regina d’Europa è piuttosto ammaccata.

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2. FITOUSSI: “RISCHIAMO IL DISASTRO LA MERKEL POTEVA EVITARLO SE VOLEVA SALVARE LA UE”

Eugenio Occorsio per “la Repubblica”

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«Io mi chiedo come sia stato possibile che dei governi moderni, responsabili, pieni di ottimi cervelli, non siano riusciti ad evitare che si andasse a finire in una situazione così drammatica». Jean-Paul Fitoussi, decano degli economisti della gauche più illuminata, non riesce a darsi pace. «L’Europa ha accettato, pur di non ricorrere a un supplemento di solidarietà, di prendere un rischio gigantesco, quello di una deflagrazione finanziaria mondiale di portata inimmaginabile. Ma ha anche accettato qualcosa di ancora più orribile», dice il guru di quel crogiuolo di pensiero progressista che è l’università parigina SciencesPo.

 

A cosa si riferisce, professore?

ANGELA MERKEL VERSIONE TOPOLINOANGELA MERKEL VERSIONE TOPOLINO

«Ha ragione per una volta la Merkel. Se salta la Grecia, e con essa sicuramente verrebbe giù l’intera architettura dell’euro, se finisce insomma l’idea di una moneta comune che avrebbe dovuto unirci anziché dividerci, salta l’intera idea dell’Europa. Solo che la cancelliera aveva in mano la possibilità di evitare tutto questo. Non lo ha fatto. Mi dannerò l’anima cercando di capire perché».

 

Forse perché non è facile negoziare con Tsipras e Varoufakis. Si raccontano aneddoti imbarazzanti sull’atteggiamento al tavolo negoziale.

MERKEL HOLLANDEMERKEL HOLLANDE

«Macché. Se avesse voluto il governo tedesco avrebbe chiuso l’accordo. Certo, si trattava di fare ulteriori concessioni alla Grecia, che non ha fatto molto per meritarle. Ma bisognava avere l’intelligenza di astrarsi dal mero contenuto finanziario: bisognava salvaguardare l’integrità dell’Europa, visto che in un’Europa così fatta, ci piaccia o no, ci troviamo a vivere. Bisognava salvare l’idea di un continente che fino a pochi decenni fa era sconvolto da guerre vere, con milioni di morti, e oggi si trova a vivere in pace con una comune ambizione al progresso.

 

draghi tsipras merkel lagarde hollandedraghi tsipras merkel lagarde hollande

Poi, la Merkel poteva, se non altro per riguardo agli altri, pensare: le vicende della storia portano la Germania ad essere la potenza dominante, però la memoria non inganna. Dopo la seconda guerra mondiale a Berlino fu condonato quasi per intero un immane indebitamento, perché non si ripetesse quello che era successo dopo la fine della prima, di guerra, quando invece i debiti non erano stati perdonati e si è dato il via a Weimar e tutto quello che è seguito. Ma dobbiamo proprio ricorrere a questi ricordi odiosi per spingere la Germania ad essere realista, flessibile, magnanima?» 

angela merkel yanis varoufakisangela merkel yanis varoufakis

 

Non c’era solo la Merkel a quel tavolo. Dagli altri governi europei perché non è venuta una parola in favore del buon senso?

alexis tsipras angela merkelalexis tsipras angela merkel

«Semplicemente perché Hollande e Renzi si sono dimostrati non voglio dire delle mezze figure, ma solo dei generici dispensatori di buoni sentimenti.L’iniziativa politica è rimasta ai tedeschi, che sono di natura rigidi e inflessibili. Però in questo caso è inutile scomodare le categorie della differenza antropologica fra un berlinese e un ateniese: serviva uno sforzo di realpolitik. Anche perché c’è una teoria economica di base, che viene insegnata alle scuole medie, che dice che quando hai un forte credito non ha senso accanirsi sul debitore per spillargli per intero quanto dovuto, perché così si finisce con l’ottenere niente. Bisogna per forza negoziare per recuperare almeno metà, o due terzi o un terzo che sia».

Massimo Caputi Jean Paul Fitoussi Massimo Caputi Jean Paul Fitoussi

 

Il problema è nelle cifre in gioco, che sono enormi: il salvataggio dell’Argentina costò 100 miliardi, qui ne sono già stati dispensati 350 e non bastano, fin dove si vuole arrivare?

MERKEL MERKEL

«Guardi, innanzitutto la Germania e gli altri membri della troika, Bce e Fmi, devono mettersi la mano sulla coscienza. Hanno fin dall’inizio imposto una ricetta, quella dell’austerity, che non ha fatto altro che peggiorare la situazione. Avete corso lo stesso pericolo in Italia, vi siete salvati perché avete una struttura industriale di prim’ordine a differenza della Grecia. Io ho scritto l’anno scorso un libro, “La teoria del lampione”, per dimostrare che non bisogna guardare solo al cono di luce del lampione, dove evidentemente si vede solo che bisogna risparmiare, ma ampliare la visione al contesto. E si sarebbe visto che nella condizione attuale imporre alla Grecia una terapia lacrime e sangue avrebbe portato al punto in cui siamo ora. E alla vittoria dei movimenti antieuropei alle elezioni. Bel risultato».

FITOUSSIFITOUSSI

 

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