Giovanna Casadio per “la Repubblica”
«Questa è casa mia, la Chiesa è casa mia, io sono cattolico». Luigi Di Maio si ferma a visitare il chiostro di Santa Maria sopra Minerva con il priore frate Riccardo Lufrani. Appena concluso il dibattito sull' Europa con il gesuita Antonio Spadaro, il leader dei 5Stelle, vicepresidente della Camera, è soddisfatto.
Si è parlato di Europa in un convegno organizzato dalla rivista di geopolitica Limes diretta da Lucio Caracciolo, ma soprattutto Di Maio accredita se stesso e i grillini presso l' intellighenzia ecclesiastica. «È la prima volta che incontro padre Spadaro », dice alla fine. Il gesuita direttore di Civiltà cattolica, teologo e intellettuale, vicinissimo a Papa Francesco, dal canto suo premette: «Non esiste nessun placet vaticano a questo incontro, non ce n' era bisogno».
Perché in definitiva, pur parlando di Europa e Brexit, la valenza politica c' è tutta: il Movimento governa la Capitale e, come Di Maio sottolinea, ha l' ambizione di «fare chiarezza tra percezione e realtà dei 5Stelle, che non significa che sono qui per pubblicizzarlo ma perché siamo la prima forza d' opposizione e, secondo qualche sondaggio, la prima del paese». E se si ha l' ambizione di governare, spiega ancora, bisogna aprirsi e ascoltare.
L' intento è dichiarato. I testimoni cattolici sono d' eccezione e si scambiano battute del tipo: «Tempo fa ci saremo accolti nelle reciproche prigioni» (il gesuita padre Spadaro al domenicano frate Lufrani). Quindi, l' Europa. Cambio di rotta e di strategia. I 5Stelle non sono anti europeisti. Di Maio afferma che non lo sono mai stati e che solo una mancata spiegazione delle loro posizioni ha portato al fraintendimento.
PADRE ANTONIO SPADARO CON IL PAPA
«Tutti nel M5S si sentono europei, noi non siamo mai stati una forza che voleva uscire dall' Unione europea pur criticandola molto duramente». D' altra parte l' Europa ha smesso di essere comunità, in nome dell' austerità ha penalizzato i più deboli. Questa Europa della moneta unica, del centralismo burocratico ha tradito i suoi valori fondativi e deve cambiare». Tante citazioni di Jean Monnet, di don Sturzo. Nessuna dell' euroscettico Nigel Farage con cui i 5Stelle hanno avuto un certo feeling.
ANTONIO SPADARO ABBRACCIA PAPA FRANCESCO
Non ne sbaglia una questa volta, Di Maio, in grisaglia con cravatta grigio perla. Nessuno scivolone come quello sulla lobby dei malati di cancro. Inizia con l' omaggio a padre Jacques sgozzato a Rouen e con l' appello al l' unità necessaria nella lotta al terrorismo passa alle rassicurazioni ma anche alle stilettate contro chi strumentalizza il referendum costituzionale sostenendo che cosi il paese sarà più sicuro («Ci vorrebbe più serietà »).
Riferimento alla ministra Boschi. Poi contro la rottamazione. Padre Spadaro parla dell' europeismo di Bergoglio, lo arricchisce di aneddoti sulla piemontesità del Papa: «Papa Francesco è un migrante». Altro tema: periferie e immigrazione.«Periferie - ragiona Di Maio che dopo le amministrative la politica italiana ha scoperto e che hanno determinano la nostra vittoria a Roma e Torino. Non significa spostarsi a Tor Bella Monica, ma ascoltare».