"C’E’ UN NUOVO SCERIFFO IN CITTA” -PARLA LUTTWAK: "CON I MISSILI SULLA SIRIA TRUMP HA VOLUTO DIRE AL MONDO: 'SIGNORI, IO NON SONO OBAMA'. LO HANNO SCELTO PER RIDARE AUTORITÀ E POTENZA AGLI STATI UNITI, E LUI LO STA FACENDO- L'ULTIMATUM AI RUSSI E QUEL MESSAGGIO A KIM JONG-UN
Anna Guaita per il Messaggero
«C' è un nuovo sceriffo in città». Per Edward Luttwak quei 59 missili cruise lanciati da Donald Trump sulla base aerea siriana rappresentano un messaggio chiaro: la nuova Amministrazione vuole «riaffermare la leadership americana nel mondo». Stratega militare, storico e politologo, Luttwak non nasconde la sua soddisfazione per l' iniziativa di giovedì notte. Il Messaggero lo ha raggiunto nella sua casa di Washington.
Come valuta la decisione di Trump?
«Penso che il presidente abbia voluto dire al mondo: Signori, io non sono Obama. Perché Obama voleva trasformare gli Usa in una socialdemocrazia alla maniera europea, mentre Trump intende riaffermarne la leadership nel mondo».
Era davvero vitale per la sicurezza Usa, come ha sostenuto il presidente?
«E' una questione di vocabolario: non puoi affermare che una cosa è inaccettabile, ma poi non fai nulla. Solo il Papa può farlo. Un presidente no. Obama per anni aveva detto che il comportamento di Bashir al-Assad era inaccettabile e non ha fatto nulla. Trump lo ha detto pure e dopo due giorni ha attaccato. Così la parola inaccettabile riacquista il suo vero significato».
trump e obama alla casa bianca
Ci saranno altri interventi?
«No, a meno che al-Assad non violerà le regole di nuovo. Ma non ci sarà un impegno militare più vasto».
Militarmente come giudica la missione?
«C' erano due possibili strade: una missione con bombardieri, che sarebbero dovuti decollare dalla Gran Bretagna, o il lancio dei missili Cruise. In situazioni come queste i cruise si rivelano più precisi, senza bisogno di mettere a rischio la vita di piloti».
Pensa che il rapporto con la Russia sarà compromesso?
«Non c' era nulla da compromettere. Trump aveva mandato vari messaggi amichevoli alla Russia, senza ricevere nulla in risposta. Comunque, prima di lanciare l' attacco ha dato ordine che i russi fossero avvertiti. E' stato dato loro il tempo di allontanarsi, ma non abbastanza tempo da permettere ai siriani di spostare aerei e materiale».
L' accordo del 2013 per l' eliminazione delle armi chimiche dalla Siria era stato firmato da Usa e Russia. La Russia doveva controllarne la presenza. Non le pare che sia venuta meno al suo impegno?
«Io non credo che la Russia sapesse in anticipo che al-Assad stava per lanciare un attacco chimico. Putin lo avrebbe fermato. Tuttavia sono sicuro che dopo che è accaduto, hanno capito che l' ordine era venuto da lui. E non hanno fatto nulla. Guardi all' Onu, ancora continuano a ostacolare la firma della risoluzione. Questo loro silenzio ha reso inevitabile l' intervento americano».
E' proprio sicuro che l' ordine sia venuto direttamente da Assad?
«Il ministro degli Esteri israeliano Lieberman lo ha pubblicamente annunciato. Pubblicamente. Certo che lo sapevano anche i russi, certo che avevano le stesse informazioni».
Pensa che questa missione militare avrà un' eco anche nei rapporti con altri Paesi nemici?
«Di certo il messaggio arriva chiaro e inconfondibile a Kim Jong-un (il dittatore della Corea del nord). Se Trump dice che un comportamento è inaccettabile, poi non starà con le mani in mano se quel comportamento dovesse continuare».
Come reagisce l' opinione pubblica americana?
«Coloro che hanno votato per lui saranno contenti. Lo hanno votato per ridare autorità e potenza agli Stati Uniti, e lui lo sta facendo».