1.APPALTO AL SALVATORE DELL’UNITÀ. IL CAPO DEI LAVORI: “GARA STRANA”
Giacomo Amadori per “Libero Quotidiano”
La firma del contratto per la costruzione del nuovo ospedale della Spezia avvenuta il 22 maggio, a 9 giorni dalle elezioni regionali liguri, invece di tirare la volata alla candidata governatrice Raffaella Paita, spezzina doc, rischia di essere un boomerang. Infatti in pochi si erano concentrati sull’iter di assegnazione dell’appalto al gruppo di imprese guidato dalla lombarda Pessina costruzioni spa. Anche perché quando l’azienda vinse la gara, a febbraio, la Piesse del presidente Massimo Pessina e dell’ad Guido Stefanelli non era ancora socio di maggioranza della casa editrice che dovrebbe riportare in edicola l’Unità, lo storico quotidiano della sinistra comunista e poi democratica.
In pochi fuori dai confini liguri si erano accorti di tutto questo. Eppure da mesi intorno al progetto di costruzione dell’ospedale in località Felettino stava bollendo qualcosa di grosso. Con tanto di coinvolgimento dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) di Raffaele Cantone. L’aspetto più particolare è che a quella gara si presentò solo uno dei sette soggetti invitati, con in tasca un’offerta praticamente senza ribasso, sufficiente però a vincere una sfida senza concorrenti.
L’ingegnere capo della Asl 5, il siciliano Massimo Buccheri è il responsabile del procedimento e accetta di rispondere alle domande di Libero. La chiacchierata dura una quindicina di minuti. Il professionista sembra difendere l’operato della stazione appaltante, la Asl 5, e quello del suo braccio operativo, l’agenzia regionale Ire. Per questo, verso la fine, gli domandiamo: dunque secondo lei non c’è niente di torbido e opaco in questa vicenda (la vittoria assegnata all’unico concorrente)? Nonostante il quesito sia posto in modo anodino e anzi invogli al diniego, arriva la sorpresa.
«Questo non glielo so dire, apparentemente no (ride ndr). Che cosa ci sia dietro non lo so». Insomma il responsabile del procedimento non sa che dire sull’assegnazione dell’appalto. A questo punto buttiamo lì un «obiettivamente è una gara un po’ strana…».E la risposta ci spiazza: «È una gara un po' strana, sì.Diciamo così».
Con Libero Buccheri si è lasciato sfuggire almeno un’altra frase che lascia trasparire stupore: infatti ha definito la procedura negoziale scelta per assegnare l’appalto «molto particolare vista l’entità dell’opera (175 milioni di euro comprensivi di tutto ndr)». Anche la lunghissima gestazione del progetto, conclusasi alla vigilia dell’appuntamento elettorale, lascia interdetto il tecnico: «Io sono arrivato qui nel gennaio 2011, da allora a oggi siamo riusciti a firmare il contratto,quanto al prima le posso dire solo che non so perché ci sia voluto tanto tempo, ci sono stati tre o quattro appalti che sono stati annullati, è una storia che dura per quello che mi risulta da trenta-trentacinque anni ».
A questo bisogna aggiungere che l’affare è stato gestito direttamente dal ticket Claudio Burlando (il governatore uscente)-Paita, praticamente estromettendo l’assessore alla sanità Claudio Montaldo. La colpa di quest’ultimo, secondo i ben informati, è quella di aver annunciato pubblicamente il suo voto non per la cocca di Burlando, Paita appunto, bensì per il suo antagonista, il civatiano Luca Pastorino. Sarà per questo che alla firma del contratto Montaldo non è stato invitato.
Agli amici che lo hanno contattato in questi giorni l’assessore ha spiegato da sotto i baffi: «Quel giorno ero a Roma. Ma in altri tempi Claudio (Burlando ndr)mi avrebbe detto resta qui che c’è da firmare oppure avrebbe rimandato al giorno dopo». Evidentemente Burlando e Paita, in previsione di una scorpacciata di applausi e sorrisi preelettorali, hanno preferito lasciare fuori dalle foto di rito l’assessore traditore. In queste ore Montaldo evita i giornalisti e, con chi cerca di trascinarlo nell’agone, taglia corto: «Si sa che i miei rapporti con Burlando sono al minimo sindacale e che il presidente ha gestito direttamente l’ultima fase dell’ospedale di Felettino».
Ricapitoliamo la vicenda. Nel gennaio del 2014 il governo Letta stanzia 119 milioni per il nosocomio, il gabinetto di Matteo Renzi appone le ultime firme e poi si può partire con la gara. Per iniziare la Regione indice la gara per il progetto esecutivo e la costruzione della struttura vuota per un importo di 133,5 milioni. Chi vuole costruire l’ospedale deve, però, accettare di incassare meno di 100 milioni cash e il resto in «natura», accollandosi il vecchio ospedale Sant’Andrea, valutato dalla Regione 25,7milioni.
Al bando iniziale rispondono otto gruppi di aziende e sette vengono invitati alla gara, in quanto in possesso dei requisiti richiesti. Ma a febbraio, al momento della presentazione delle offerte, alla Asl 5 ne giunge solo una, quella del gruppo guidato da Pessina spa di cui fanno parte anche Psc spa e Coopservice. Nella busta c’è un’offerta con un ribasso intorno allo 0,01 per cento, praticamente nullo. Il minimo per far considerare comunque valida la gara.
Spiega l’ingegner Buccheri: «Mediamente queste gare si chiudono con il 20-25 di ribasso. In questo appalto, che è molto particolare, abbiamo chiesto a chi voleva partecipare di prendersi incarico un "peso", il vecchio nosocomio. Sostanzialmente chi ha partecipato ha considerato l’acquisto del Sant'Andrea alla stregua di un ribasso ». Tutti gli altri gruppi hanno evidentemente ritenuto antieconomico l’obbligo in bando dell’acquisto di quella struttura fatiscente. Non la Pessina spa che sottolinea, anzi, di aver «ritenuto congruo il bando, avendo maturato nel corso di decenni l’esperienza, pubblicamente riconosciuta, nella costruzione e gestione di strutture ospedaliere, nonché nella riconversione immobiliare di aree dismesse».
Al contrario un altro dei concorrenti, il colosso emiliano Consorzio cooperative costruzioni (Ccc) il 15 dicembre 2014 ha presentato un’istanza all’Anac, ritenendo incongrua e non aggiornata la valutazione del Sant'Andrea. Ma la prima stima, risalente al 2009, del Politecnico di Torino era stata confermata dallo stesso "organo tecnico" nel maggio del 2014 e per questo Cantone il 22 aprile 2015 "promuove"la Regione.
Esattamente un mese dopo, il 22 maggio, arriva la sospirata firma del contratto. Quello stesso venerdì la Piesse srl di Stefanelli (60per cento) e Massimo Pessina (40 per cento), durante il consiglio d’amministrazione dell’Unità srl, svoltosi a Firenze, diventa azionista di maggioranza della società editoriale, passando dal 40 all’80 per cento delle quote.
Stefanelli, avvistato alle cene di finanziamento del Pd organizzate da Matteo Renzi, viene confermato amministratore delegato. La coincidenza di date è stata maliziosamente sottolineata da alcuni quotidiani e ha fatto infuriare la Pessina spa che ha annunciato querela contro tutti coloro che «arbitrariamente sovrappongono l’assegnazione dell’appalto per la costruzione e gestione del nuovo ospedale di La Spezia, con la partecipazione alla nuova azienda editrice che sta lavorando per riportare il giornale l’Unità in edicola
2. COMUNICATO STAMPA PESSINA COSTRUZIONI
In relazione agli articoli di stampa comparsi oggi su alcuni quotidiani nazionali e siti internet di informazione, la Pessina Costruzioni Spa ha dato mandato ai propri legali di presentare una querela per diffamazione ai danni dei quotidiani “Il Giornale” e “Il Fatto quotidiano”.
OSPEDALE SANT'ANDREA LA SPEZIA
La Pessina Costruzioni Spa diffida poi anche gli esponenti politici che per motivi elettorali hanno deciso di infangare il nome della nostra società, arbitrariamente sovrapponendo l’assegnazione dell’appalto per la costruzione e gestione del nuovo ospedale di La Spezia, con la partecipazione alla nuova azienda editrice che sta lavorando per riportare il giornale l’Unità in edicola.
Nella vicenda che riguarda l’assegnazione dell’appalto per il nuovo ospedale di La Spezia, la Pessina Costruzioni Spa ha partecipato ad una regolare procedura di gara pubblica bandita in data 21 giugno 2014, in conformità alla disciplina del Codice dei contratti pubblici.
Altri competitori hanno manifestato interesse a partecipare alla gara, ma hanno ritenuto di non presentare l’offerta, considerando antieconomico l’obbligo in bando dell’acquisto della vecchia struttura dell’ospedale S. Andrea. A differenza della Pessina Costruzioni Spa che, avendo maturato nel corso di decenni l’esperienza, pubblicamente riconosciuta, nella costruzione e gestione di strutture ospedaliere, nonché nella riconversione immobiliare di aree dismesse, ha ritenuto congruo il bando.
Tra questi competitori, uno in particolare, invece, ha richiesto all’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da dott. Raffaele Cantone, un parere sulla valutazione del complesso immobiliare del S. Andrea, lamentando che il valore di tale bene fosse stato valutato in modo incongruamente elevato.
OSPEDALE SANT'ANDREA LA SPEZIA
Con parere n. 49 del 22/4/2015, il Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, dott. Cantone, sulla base dei chiarimenti forniti dalla stazione appaltante, ha ritenuto congrua la stima del bene immobile dell’ex S. Andrea, in quanto tale cifra è stata resa da un organo tecnico competente ed aggiornata a distanza di tempo tenendo conto dei mutamenti intervenuti.
Il parere di Anac ha dato definitivamente “disco verde” alla conclusione della procedura di gara comunitaria cui ha partecipato solo la Pessina Costruzioni Spa, la cui offerta è stata valutata da una Commissione di esperti indipendente.
Il 4 maggio 2015 la stazione appaltante (l’Ire) ha emesso la delibera di aggiudicazione definitiva sull’appalto, per poi arrivare alla stipula del contratto il 21 maggio scorso.