sebastian kurz

PENSATE DI LAVORARE TROPPO? MENO MALE CHE NON SIETE AUSTRIACI – I DATORI DI LAVORO POTRANNO CHIEDERE DI SFORARE I TURNI FINO A 12 ORE AL GIORNO (60 A SETTIMANA) SENZA GIUSTIFICARE LA RAGIONE – KURZ LA CHIAMA “FLESSIBILITÀ”, MA SINDACATI E OPPOSIZIONE SONO IMBUFALITI

Gaia Cesare per “il Giornale”

 

STRACHE KURZ

Minacce di morte ai deputati che hanno votato le nuove misure: pietre tombali e ceri davanti alle loro abitazioni. I sindacati che minacciano un autunno caldissimo. L' opposizione che attacca l' Fpö, la destra «sociale» oltranzista al governo, per aver ceduto alle pressioni degli alleati conservatori Övp del Cancelliere Sebastian Kurz, definendo entrambi «traditori dei lavoratori», accusati di essersi inchinati ai grandi gruppi industriali.

 

STRACHE KURZ KERN

E i due leader dei partiti al potere che parlano di «un' escalation senza precedenti» e di «un incredibile deragliamento». L' Austria si spacca dopo l' approvazione in Parlamento della nuova legge sulla flessibilità dell' orario di lavoro. Le 8 ore quotidiane e le 40 settimanali restano in piedi ma la novità crea a dir poco scompiglio a Vienna: il datore di lavoro potrà infatti chiedere di sforare fino a 12 ore il turno giornaliero e fino a 60 quello settimanale, senza essere costretto a giustificarne la ragione.

sebastian kurz

 

Niente confronto con i sindacati, addio alla concertazione che finora è stata prassi in Austria e respinti in Aula tutti gli emendamenti dell' opposizione. Il governo mostra di voler adottare la linea dura, non solo sul fronte immigrazione. E addirittura anticipa l' entrata in vigore del provvedimento: avrebbe dovuto essere il 1° gennaio 2019, sarà invece il 1° settembre di quest' anno. «Per garantire chiarezza e sicurezza - spiegano i vertici dell' esecutivo - dopo la discussione dei giorni passati che ha causato molta incertezza e disinformazione».

 

SEBASTIAN KURZ HEINZ-CHRISTIAN STRACHE

Ma l' opposizione si indigna: abbiamo scoperto di questa novità solo oggi (ieri, ndr) dai mass media. Chiede un referendum ma la proposta avanzata dai socialdemocratici viene bocciata spingendo il leader ed ex cancelliere Christian Kern a denunciare: «È il punto più basso raggiunto nel rapporto con i lavoratori negli ultimi trent' anni della nostra storia».

 

kurz

Solo dopo le proteste delle settimane scorse, che hanno scatenato consigli di fabbrica e assemblee (il provvedimento riguarda tutti i settori e gradi del lavoro dipendente), il vicecancelliere Strache (Fpö) ha spinto perché venisse introdotta la volontarietà della prestazione straordinaria. Un cambiamento che non soddisfa comunque le organizzazioni sindacali: «Il carattere volontario esiste solo sulla carta, l' emendamento è una tigre di carta».

 

kurz

La legislazione austriaca già prevedeva la possibilità di estendere l' orario di lavoro a 10 ore giornaliere e a 50 settimanali ma finora la flessibilità andava contrattata con i consigli di fabbrica e non solo con il singolo lavoratore, come prevedono invece le nuove misure.

Un cambiamento non da poco.

 

Equilibrato, tuttavia, dalla possibilità per i lavoratori - prevista dalla nuova legge - di rifiutare l' undicesima e dodicesima ora di lavoro, senza la necessità di spiegare il perché.

I partiti di governo difendono le misure: «La realtà mostrerà la nuova verità, cioè che nulla cambierà per gran parte dei dipendenti. Se i lavoratori vogliono, possono lavorare di più e guadagnare di più o utilizzare più blocchi di tempo libero».

 

SEBASTIAN KURZ SULLA FICO-MOBILE

E in effetti, la questione del tempo libero è uno dei punti che i deputati favorevoli alla riforma mettono sul piatto: «La giornata di 12 ore consente una settimana di lavoro di quattro giorni», spiega Barbara Rosenkranz, ex candidata alle presidenziali dell' Fpö, che poi ha lasciato per fondare la lista separata Flö.

 

Ma anche la Conferenza dei vescovi nei giorni scorsi aveva criticato il pacchetto sostenendo la necessità di concedere più ore di riposo ai lavoratori per dare respiro alle famiglie. Proteste sono annunciate ora in tutta l' Austria.

 

Con il paradosso, nel frattempo, che dall' altra parte del mondo, la Corea del Sud si rallegra invece per aver ridotto da 68 a 52 le ore di lavoro settimanali.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - QUANDO LA MELONI DICE "NON SONO RICATTABILE", DICE UNA CAZZATA: LA SCARCERAZIONE DEL TORTURATOR ALMASRI È LA PROVA CHE LA LIBIA USA I MIGRANTI A MO' DI PISTOLA PUNTATA SULL'ITALIA - CHE POI PALAZZO CHIGI NON SAPPIA GESTIRE LE SITUAZIONI DI CRISI E' LAMPANTE: SAREBBE BASTATO METTERE IL SEGRETO DI STATO, INVECE CHE MANDARE PIANTEDOSI A CIANCIARE DI " ALMASRI, PERICOLO PER LA SICUREZZA", E NESSUNO SI SAREBBE FATTO MALE - L'ATTO GIUDIZIARIO DELLA PROCURA DI ROMA NON C'ENTRA NIENTE CON IL CASO SANTANCHÈ - LO STRETTO RAPPORTO DI LI GOTTI CON I MAGISTRATI - LE VOCI DI VOTO ANTICIPATO PER CAPITALIZZARE ''GIORGIA MARTIRE DELLA MAGISTRATURA''. CHE NON È SUL TAVOLO: SOLO MATTARELLA DECIDE QUANDO SCIOGLIERE LE CAMERE (E SERVIREBBE CHE O LEGA O FORZA ITALIA STACCASSERO LA SPINA AL GOVERNO...)

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

DAGOREPORT - AL PROSSIMO CONSIGLIO EUROPEO SARANNO DOLORI PER LA MELONI INEBRIATA DAL TRUMPISMO - IL PRIMO NODO DA SCIOGLIERE SARÀ LA RATIFICA, UNICA MANCANTE DEI 27 PAESI, ALLA RIFORMA DEL MECCANISMO EUROPEO DI STABILITÀ (MES), A GARANZIA DI UNA CRISI BANCARIA SISTEMICA. LA DUCETTA AVEVA GIA' PROMESSO DI RATIFICARLO DOPO LA FIRMA DEL PATTO DI STABILITÀ. MA ORA NON POTRÀ INVENTARSI SUPERCAZZOLE DAVANTI A MACRON, SCHOLZ, TUSK, SANCHEZ, LEADER CHE NON NASCONDONO DIFFIDENZA E OSTILITÀ NEI CONFRONTI DELL'UNDERDOG CHE SI È MESSA IN TESTA DI ESSERE IL CAVALLO DI TROIA DELLA TECNODESTRA AMERICANA IN EUROPA - MA IL ROSPO PIÙ GROSSO DA INGOIARE ARRIVERÀ DALL’ESTABLISHMENT DI BRUXELLES CHE LE FARÀ PRESENTE: CARA GIORGIA, QUANDO VAI A BACIARE LA PANTOFOLA DI TRUMP NON RAPPRESENTI LE ISTANZE EUROPEE. ANZI, PER DIRLA TUTTA, NON RAPPRESENTI NEMMENO L’ITALIA, MEMBRO DELLA UE QUINDI SOGGETTA ALLE REGOLE COMUNITARIE (CHE HANNO TENUTO A GALLA IL PIL ITALIANO CON I 209 MILIARDI DI PNRR), MA RAPPRESENTI UNICAMENTE TE STESSA…

donald trump elon musk

DAGOREPORT – SIC TRANSIT GLORIA MUSK: A TRUMP SONO BASTATI MENO DI DIECI GIORNI DA PRESIDENTE PER SCAZZARE CON IL MILIARDARIO KETAMINICO – LA VENDITA DI TIKTOK A MICROSOFT È UN CAZZOTTO IN UN OCCHIO PER MR. TESLA (BILL GATES È UN SUO ACERRIMO NEMICO). POI C’È LA DIVERSITÀ DI VEDUTE SUL REGNO UNITO: MUSK VUOLE ABBATTERE IL GOVERNO DI STARMER, CHE VUOLE REGOLAMENTARE “X”. E TRUMPONE CHE FA? DICE CHE IL LABURISTA STA FACENDO UN “GOOD JOB” – L’INSOFFERENZA DEL VECCHIO MONDO “MAGA”, L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I DAZI ALL’EUROPA: IL TYCOON ASPETTA PERCHÉ VUOLE DISCUTERE CON LONDRA…

stefano boeri cino zucchi beppe sala

DAGOREPORT! LA "POLITECNICO CONNECTION" MILANESE, CHE HA PORTATO AI DOMICILIARI STEFANO BOERI E CINO ZUCCHI ERA STATA RACCONTATA SUL “FATTO” DA EMILIO BATTISTI NELL’AGOSTO DEL 2022 – L’ARCHITETTO SQUADERNAVA LA RETE DI RELAZIONI PROFESSIONALI TRA I VINCITORI DEL CONCORSO E I COMMISSARI BOERI E ZUCCHI LA “RIGENERAZIONE URBANA” A COLPI DI GRATTACIELI, SULLA QUALE IL SINDACO SALA TRABALLA, NASCE SEMPRE NELLA SCUOLA DI ARCHITETTURA DEL POLITECNICO, DOVE IMPAZZA DA DECENNI UNA LOTTA INTESTINA TRA DOCENTI, QUASI TUTTI DI SINISTRA - L’INUTILITÀ DEI CONCORSI, OBBLIGATORI, PERÒ, PER LEGGE, QUANDO SAREBBE PIÙ ONESTO CHE...

nicola gratteri giorgia meloni magistrati magistratura toghe

DAGOREPORT – IN POLITICA IL VUOTO NON ESISTE E QUANDO SI APPALESA, ZAC!, VIENE SUBITO OCCUPATO. E ORA CHE IL CENTROSINISTRA È FRAMMENTATO, INCONCLUDENTE E LITIGIOSO, CHI SI PRENDE LA BRIGA DI FARE OPPOSIZIONE AL GOVERNO NEO-TRUMPIANO DI MELONI? MA È OVVIO: LA MAGISTRATURA! - LA CLAMOROSA PROTESTA DELLE TOGHE CONTRO NORDIO ALL’INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO, LE INDAGINI SU SANTANCHE' E LA RUSSA, I DOCUMENTI DEI SERVIZI SEGRETI SU GAETANO CAPUTI, PASSATI “ACCIDENTALMENTE” DALLA PROCURA DI ROMA AL “DOMANI”: TUTTI “INDIZI” CHE LA GUERRA È COMINCIATA – VIDEO: GRATTERI CONTRO NORDIO A “OTTO E MEZZO”

giorgia meloni ignazio la russa daniela santanche

QUESTA VOLTA LA “PITONESSA” L’HA FATTA FUORI DAL VASO: IL “CHISSENEFREGA” LANCIATO A GIORNALI UNIFICATI POTREBBE ESSERE LA GOCCIA CHE FA TRABOCCARE IL VASO DELLE SUE DIMISSIONI - LA MINISTRA DEL TURISMO, CON ARROGANZA MAI VISTA, DICHIARA URBI ET ORBI CHE SE NE FOTTE DEL PARTITO E DELLA MELONI (“L’IMPATTO SUL MIO LAVORO LO VALUTO IO”). INFINE LANCIA UN AVVERTIMENTO ALL’AMICO-GARANTE LA RUSSA (“NON MI ABBANDONERÀ MAI”) – ALT! LA "SANTADECHÈ" SMENTISCE TUTTO: "SE GIORGIA MELONI MI CHIEDESSE DI DIMETTERMI NON AVREI DUBBI. NON HO MAI DETTO 'CHISSENEFREGA". QUINDI NON UNO, MA QUATTRO GIORNALISTI HANNO CAPITO MALE E HANNO FATTO "RICOSTRUZIONI FANTASIOSE"?