STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI
1 - LA CENSURA DEL CERIMONIALE E I CORPI DI MARMO SENZA VELI DIVENTANO UN CASO INTERNAZIONALE
Giovanna Vitale per “la Repubblica”
È stato un blitz condotto dal Cerimoniale di Stato a poche ore dall’evento. Al termine di una serie accurata di sopralluoghi, la consigliera Ilva Sapora entra nei Musei Capitolini con una mission molto precisa: impacchettare le statue più imbarazzanti, velare ceramiche e porcellane raffiguranti scene di nudo.
In tutto una decina di capolavori — dalla “Venere esquilina” alle due fanciulle greche che corrono con i seni al vento del gruppo scultoreo “Ephedrismos” — lungo il percorso che il presidente iraniano Rouhani avrebbe dovuto seguire per raggiungere la Sala dell’Esedra insieme al premier Renzi. E in verità qualche problema pare esserci stato pure lì. Anche il monumento equestre di Marco Aurelio, durante il sopralluogo, aveva sollevato perplessità. Forse a causa dei bronzei attributi del cavallo, la delegazione iraniana avrebbe fatto pressione affinché i due leader non parlassero proprio davanti all’imperatore, come previsto all’inizio.
«MEGLIO ACCANTO»
Costringendo a un rapido trasloco di arredi e palco. Un “eccesso di zelo” che tuttavia non è piaciuto a Palazzo Chigi. Nonostante il Cerimoniale abbia spiegato che la decisione di oscurare le sculture fosse stata presa «per rispetto » degli ospiti ma anche per tutelare le opere d’arte esposte al passaggio del corposo seguito, l’entourage del premier non ha gradito, infastidito dal polverone che si è subito sollevato. Tanto più in occasione di una visita importante e proficua per le relazioni tra i due paesi, coronata dalla firma di accordi commerciali.
STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI
Una disposizione non nuova, in realtà: già tre mesi fa, in occasione dello sbarco a Firenze dello sceicco Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, principe ereditario degli Emirati Arabi, il Cerimoniale italiano stabilì di coprire un nudo di Jeff Koons per non turbare la sensibilità dell’ospite illustre. Utilizzando, allora, un paravento di carta decorata con gigli. In ossequio al codice di decoro vigente nei paesi arabi, dove è normale nascondere le parti sessuali.
A ottobre nessuno si scandalizzò. Stavolta, invece, la politica è insorta, gridando alla “censura”, al “provincialismo”, addirittura alla “sottomissione”. Con il leghista Salvini ad attaccare: «Follia, Renzi accoglie con tutti gli onori il presidente dell’Iran che vorrebbe eliminare Israele», e la Meloni a denunciare «l’indecente livello di sudditanza culturale della sinistra ». Spingendo due senatrici pd, Pezzopane e Cardinali, a parlare di «gesto che travalica i doveri del buon padrone di casa».
STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI
Accuse che hanno trovato immediata eco sui media internazionali. Da Le Figaro on line a
Newsweek, mentre il Guardian titolava: «Roma copre le statue di nudi per evitare al presidente iraniano di arrossire». E Bbc News rincarava: «L’Italia ha anche scelto di non servire vino nei pranzi ufficiali, cosa che la Francia, dove Rouhani andrà poi, si è rifiutata di fare». Ma gli archeologi gettano acqua sul fuoco.
«È un modo di dialogare, di venire incontro a culture diverse», osserva Andrea Carandini, «anche se è un’arma a doppio taglio: si rispetta l’altro ma non la nostra identità, fondata sul mondo classico che puntava molto sulla conoscenza del corpo. Perciò forse sarebbe stato meglio farlo altrove ». Più netto lo storico ex soprintendente di Roma Adriano La Regina: «Sono valutazioni di opportunità politica. Non ne farei una questione culturale».
STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI
2 - SOTTOMISSIONE
Massimo Gramellini per “la Stampa”
I geni del cerimoniale che hanno inscatolato quattro statue peraltro velate del museo Capitolino nel timore che, vedendole, il presidente iraniano Rohani avesse uno sgomento ormonale e stracciasse i contratti con le nostre aziende sono i degni eredi di un certo modo di essere italiani: senza dignità.
Quella vocazione a trattare l’ospite come se fosse un padrone. A fare i tedeschi con i tedeschi, gli iraniani con gli iraniani e gli esquimesi con gli esquimesi. A chiamare «rispetto» la smania tipica dei servi di compiacere chi li spaventa e si accingono a fregare. Su questa tradizione millenaria, figlia di mille invasioni e battaglie perdute anche con la propria coscienza, si innesta il tema modernissimo del comportamento asimmetrico con gli Stati musulmani. Se un’italiana va in Iran, si copre giustamente la testa.
STATUE COPERTE AI MUSEI CAPITOLINI PER LA VISITA DI ROHANI
Se un iraniano viene in Italia, gli copriamo ingiustamente le statue. In un modo o nell’altro - in un mondo e nell’altro - a coprirci siamo sempre noi. E la suscettibilità da non urtare è sempre la loro. Ma se la presenza di donne sigillate da capo a piedi su un vialone di Baghdad urtasse la mia, di suscettibilità? Non credo che, per rispetto nei miei confronti, gli ayatollah consentirebbero loro di mettersi la minigonna.