PIÙ TANGENTI PER TUTTI! - LO SCANDALO DEI FILOBUS, L’IMPRENDITORE D’INCÀ LEVIS SVELA IL SEGRETO DI PULCINELLA: “PER VINCERE UN APPALTO, BISOGNA PAGARE” - “IL SISTEMA È MALATO. DEVI DECIDERE SE LAVORARE E SOTTOSTARE A UN RICATTO O MANDARE TUTTI A CASA” - SILURO SU ALE-DANNO: “CERAUDO MI FECE CAPIRE CHE IL DENARO NON SAREBBE ANDATO AL PRIVATO, MA AD ALTRI. ALLA SEGRETERIA DI ALEMANNO”….

Susanna Salvador per "Il Messaggero"

«C'è stata una fuga di notizie. Non doveva uscire nulla. Poi i giornalisti hanno fatto il resto, strumentalizzando la vicenda politicamente. E proprio quando le elezioni sono vicine». Edoardo 
D'Inca Levis, 60 anni a marzo, ha vissuto fino alla metà degli anni Ottanta a Pordenone, città dove risiedono ancora il padre Elvio e il fratello Vittorio.

È lui il grande accusatore del sindaco di Roma, 
Gianni Alemanno, alla cui segreteria sarebbe stata destinata la maxitangente da 749.460 euro per favorire l'appalto di una fornitura di 45 filobus. Non ha alcun problema a raccontare telefonicamente la sua versione dei fatti. «Sono a Praga, libero e non "prigioniero" come dicono alcuni», dopo essere stato raggiunto da un mandato di cattura internazionale che lo ha spinto a presentarsi di sua volontà a Roma per farsi interrogare dai giudici e trascorrere due giorni in prigione.

Lei è stato dipinto come un oscuro personaggio.
«Non sono un faccendiere. Non mi sono arricchito con la joint venture tra Skoda e Breda Menarinibus che per me ha significato 3 anni di lavoro e solo 120mila euro di guadagno».

Ma la storia della tangente per l'appalto dei filobus la conferma?
«Per vincere una gara d'appalto bisogna pagare, diciamolo. Il sistema è quel che è. È malato. Devi decidere se lavorare e sottostare a un ricatto o mandare tutti a casa... Il risultato è che nel 2012 la Breda Menarinibus ha prodotto due autobus, 350 operai sono in cassa integrazione; l'unica azienda che produce autobus rimasta in Italia è in una situazione tragica e per cercare di aiutarla mi sono messo nei guai.

Povero samaritano a parte, come è nata questa storia?
«Nel 2008 sono stato il promotore di una joint venture tra la ceca Skoda e la Breda Menarinibus per la realizzazione di un nuovo progetto di Filobus trimodale. Nel 2009 questo mezzo fu progettato proprio per la gara internazionale della Municipalizzata di Roma».

E quando sentì parlare per la prima volta di mazzette?
«Durante la fase finale della trattativa, l'allora ad della Breda Menarinibus Roberto Ceraudo mi disse che per avere i favori dell'impresa che aveva vinto l'appalto chiavi in mano e che avrebbe poi acquistato i filobus, era necessaria una mazzetta. Il lavoro di progettazione del nuovo mezzo era durato quasi un anno, la Breda Menarinibus era in una fase critica per mancanza di ordini, per poter proseguire l'attività l'ordine per la commessa di Roma era fondamentale. Anche in Repubblica Ceca il lavoro scarseggiava, accettai di aiutarlo. Trattenuta la parte convenuta con la Breda Menarinibus per il mio lavoro, ritornai l'intero importo a Ceraudo».

Ha mai incontrato personalmente politici o amministratori della Municipalizzata romana?
«No, mai».

Ma la mazzetta alla segreteria di Alemanno?
«Durante una telefonata con Ceraudo, alcuni mesi dopo l'inizio della creazione della joint venture, mi fece capire che il denaro non sarebbe andato al privato, ma ad altri. Alla segreteria di Alemanno».

 

alemanno_mancini_shanghaiEDOARDO INCA LEVISBREDA MENARINI BUSMonti e Alemanno ROBERTO CERAUDO

Ultimi Dagoreport

fazzolari meloni giorgetti salvini poteri forti economia

DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE DAI LORO INVESTIMENTI MILIARDARI IN ITALIA - I VARI BLACKSTONE, KKR, MACQUARIE, BLACKROCK, CHE ALL’INIZIO AVEVANO INVESTITO IN AZIENDE DI STATO, BANCHE, ASSICURAZIONI, RITENENDO IL GOVERNO DUCIONI STABILE E AFFIDABILE, DOPO APPENA DUE ANNI SI SONO ACCORTI DI AVER BUSCATO UNA SOLENNE FREGATURA - DAL DECRETO CAPITALI AD AUTOSTRADE, DALLA RETE UNICA ALLE BANCHE, E’ IN ATTO UN BRACCIO DI FERRO CON NOTEVOLI TENSIONI TRA I “POTERI FORTI” DELLA FINANZA MONDIALE E QUEL GRUPPO DI SCAPPATI DI CASA CHE FA IL BELLO E IL CATTIVO TEMPO A PALAZZO CHIGI (TEMPORANEAMENTE SI SPERA), IGNORANDO I TAPINI DEL MANGANELLO COSA ASPETTA LORO NELL’ANNO DI GRAZIA 2025

donald trump elon musk

DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO ALLA CASA BIANCA DI TRUMP VENGA CONDIZIONATO DAL KETAMINICO ELON MUSK, CHE ORMAI SPARA UNA MINCHIATA AL GIORNO - GLI OPERATORI DI BORSA VOGLIONO FARE AFFARI, GLI AD PENSANO A STARE INCOLLATI ALLA POLTRONA DISTRIBUENDO PINGUI DIVIDENDI, NESSUNO DI ESSI CONDIVIDE L’INSTABILITÀ CHE QUEL “TESLA DI MINCHIA” CREA A OGNI PIÉ SOSPINTO - DAGLI ATTACCHI ALLA COMMISSIONE EUROPEA AL SOSTEGNO AI NAZISTELLI DI AFD FINO ALL’ATTACCO ALLA FED E AL TENTATIVO DI FAR ZOMPARE IL GOVERNO BRITANNICO, TUTTE LE SPARATE DEL MUSK-ALZONE…

matteo salvini giorgia meloni piantedosi renzi open arms roberto vannacci

DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL MARTIRE DELLE TOGHE ROSSE E LO HA COSTRETTO A CAMBIARE LA STRATEGIA ANTI-DUCETTA: ORA PUNTA A TORNARE AL VIMINALE, TRAMPOLINO CHE GLI PERMISE DI PORTARE LA LEGA AL 30% - E "IO SO' GIORGIA E TU NON SEI UN CAZZO" NON CI PENSA PROPRIO: CONFERMA PIANTEDOSI E NON VUOLE LASCIARE AL LEGHISTA LA GESTIONE DEL DOSSIER IMMIGRAZIONE (FORMALMENTE IN MANO A MANTOVANO MA SU CUI METTE LE MANINE MINNITI), SU CUI HA PUNTATO TUTTE LE SUE SMORFIE CON I “LAGER” IN ALBANIA - I FAN DI VANNACCI NON ESULTANO PER SALVINI ASSOLTO: VOGLIONO IL GENERALE AL COMANDO DI UN PARTITO DE’ DESTRA, STILE AFD - I DUE MATTEO...

giorgia meloni - matteo salvini - open arms

DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI GRIDERA' ANCORA ALLE “TOGHE ROSSE” E ALLA MAGISTRATURA “NEMICA DELLA PATRIA”? -L’ASSOLUZIONE È DI SICURO IL PIÙ GRANDE REGALO DI NATALE CHE POTEVA RICEVERE GIORGIA MELONI PERCHÉ TAGLIA LE UNGHIE A QUELLA SETE DI “MARTIRIO” DI SALVINI CHE METTEVA A RISCHIO IL GOVERNO – UNA VOLTA “ASSOLTO”, ORA IL LEADER DEL CARROCCIO HA DAVANTI A SÉ SOLO GLI SCAZZI E I MALUMORI, DA ZAIA A FONTANA FINO A ROMEO, DI UNA LEGA RIDOTTA AI MINIMI TERMINI, SALVATA DAL 3% DI VANNACCI, DIVENTATA SEMPRE PIÙ IRRILEVANTE, TERZA GAMBA NELLA COALIZIONE DI GOVERNO, SUPERATA PURE DA FORZA ITALIA. E LA DUCETTA GODE!

roberto gualtieri alessandro onorato nicola zingaretti elly schlein silvia costa laura boldrini tony effe roma concertone

DAGOREPORT - BENVENUTI AL “CAPODANNO DA TONY”! IL CASO EFFE HA FATTO DEFLAGRARE QUEL MANICOMIO DI MEGALOMANI CHE È DIVENTATO IL PD DI ELLY SCHLEIN: UN GRUPPO DI RADICAL-CHIC E BEGHINE DEL CAZZO PRIVI DELLA CAPACITÀ POLITICA DI AGGREGARE I TANTI TONYEFFE DELLE DISGRAZIATE BORGATE ROMANE, CHE NON HANNO IN TASCA DECINE DI EURO DA SPENDERE IN VEGLIONI E COTILLONS E NON SANNO DOVE SBATTERE LA TESTA A CAPODANNO - DOTATA DI TRE PASSAPORTI E DI UNA FIDANZATA, MA PRIVA COM’È DI QUEL CARISMA CHE TRASFORMA UN POLITICO IN UN LEADER, ELLY NON HA IL CORAGGIO DI APRIRE LA BOCCUCCIA SULLA TEMPESTA CHE STA TRAVOLGENDO NON SOLO IL CAMPIDOGLIO DELL’INETTO GUALTIERI MA LO STESSO CORPACCIONE DEL PD -  EPPURE ELLY È LA STESSA PERSONA CHE SCULETTAVA FELICE AL GAY PRIDE DI MILANO SUL RITMO DI “SESSO E SAMBA” DI TONY EFFE. MELONI E FAZZOLARI RINGRAZIANO… - VIDEO