UN PIGNATONE IN SENATO - LA PROCURA DI ROMA CONVOCA I SENATORI PER IL CASINO DI NOVEMBRE, QUANDO I GRILLINI IMPEDIRONO AI COLLEGHI DI VOTARE LO SBLOCCA ITALIA - MAI UNA PROCURA HA MESSO BECCO SULLE QUESTIONI “INTERNE” DEL PARLAMENTO
Dagoreport
Panico a palazzo Madama e riunioni in alto loco convocate a rotta di collo: la Procura di Roma ha cominciato a convocare i senatori - orrore! disdoro! - come persone informate sui fatti. Quali fatti? Ma il casino in aula dello scorso novembre - ricordate? - quando per bloccare lo Sblocca-Italia i grillini hanno bloccato l'aula e impedito ai colleghi di votare.
Apriti cielo! Mentre Calderoli si limitava a ringhiare che trattavasi di "un attentato agli organi costituzionali!", qualcun altro dalle parole è passato ai fatti: presa carta e penna, via! subito!, ha spedito una bella denuncia alla procura. A firmare, una decina di valorosi senatori sfuggiti alle briglie dei loro capigruppo: i socialisti Buemi e Barani, le piddine Ginetti e Pezzopane, il leghista Candiani, gli Ncd Albertini e Giovanardi...
Pignatone li ha presi sul serio, molto sul serio. In procura hanno aperto un fascicolo. Adesso hanno convocato i senatori. Risultato: un putiferio istituzionale.
Già, già. La magistratura non può impicciarsi degli "interna corporis" come assicurano i vecchi di palazzo Madama. Al Senato e alla Camera vige l'autodichia, e mai nella storia della Repubblica una procura si è sostituita agli organi di giurisdizione interna per censurare o sanzionare i parlamentari relativamente alle loro attività politiche.E anche il filibustering o l'occupazione dell'aula, a guardar bene, atti politici sono.
Insomma, è un casino. I capoccioni di Villa Arzilla alle tre si sono riuniti per studiare una strategia che salvi la faccia ai senatori, sia denuncianti che denunciati. L'unica e' appellarsi al l'unico precedente che si ricordi: la sentenza 379 della Corte costituzionale, con cui la Corte dava ragione a Montecitorio che rivendicava l'autodichia nel caso in cui i "reati" contestati rientrassero nel perimetro del suo regolamento.
PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICA
Pietro Grasso ancora non si è pronunciato, probabilmente diviso tra la sua anima di ex procuratore e quella di presidente del Senato. Ma anche se è un magistrato fino al midollo, stavolta dovrà arrendersi all'evidenza: il suo collega Pignatone rischia una colossale figuraccia.