Giuliano Zulin per “Libero quotidiano”
In Italia aumenta la miseria. La quota di popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale è passata da 28,7% a 30,0% tra il 2015 e il 2016. Evviva, avevamo proprio bisogno di una notizia così incoraggiante, alla vigilia della campagna elettorale. Sono oltre 18 milioni (esattamente 18.136.663) i connazionali a rischio che teoricamente non arrivano a metà mese. L' Istat rileva segnali di peggioramento per coloro che vivono da soli (la stima passa dal 31,6% al 34,9%) e, in particolare, per le persone sole con meno di 65 anni (dal 33,1% al 37,0%).
Questi risultati sono tutti ascrivibili al Pd, al governo da quasi cinque anni. Come dire: gli 80 euro che sono costati una trentina di miliardi allo Stato non hanno raggiunto l' obiettivo. Ma non è una novità che la sinistra renda poveri. La storia comunista e post-comunista ce l'ha dimostrato.
I dati ufficiali tuttavia nascondono qualcosa. Intendiamoci: gli indigenti sono sempre esistiti e sempre esisteranno. Nessuno comunque muore di inedia in Italia. Come mai? Ovvio, lo Stato ha messo in piedi un sistema che spreme alcuni per mantenere altri. I quali altri sono sempre di più e prima o poi il sistema scoppierà.
Basta dare un' occhiata alle dichiarazioni Irpef: l' impianto fiscale incentiva infatti a denunciare il meno possibile, così da poter usufruire delle agevolazioni fiscali e dei benefici collegati al reddito, che lo Stato eroga di fatto sulla base di quanto si dichiara, spesso tramite un Isee.
Non ci credete? Quelli che, nel 2015, hanno presentato una denuncia dei redditi sono stati 40,77 milioni. Di questi, tuttavia, solo 30,9 milioni hanno inoltrato una dichiarazione positiva: se si tiene conto del fatto che gli italiani sono 60,655 milioni, ciò vuol dire che oltre la metà dei cittadini italiani (il 50,9%) è a carico di qualcuno. Per la precisione - ha calcolato il professor Alberto Brambilla - a ogni dichiarante corrispondono 1,488 abitanti che, nella maggior parte dei casi, sono persone a carico.
mensa poveri frati antoniano 1
Più in dettaglio i primi 18.542.204 contribuenti (il 45,48%, di cui 6.704.584 pensionati) dichiarano redditi lordi da 0 a 15 mila euro e quindi vivono con un reddito medio mensile di circa 625 euro lordi, meno di quello di molti pensionati; a loro corrispondono circa 27,59 milioni di abitanti che, quindi, anche grazie alle detrazioni, pagano appena 185 euro l' anno di Irpef.
Ora, se si considera che la spesa sanitaria pro capite è pari a circa 1.850 euro, significa che quasi quaranta milioni di italiani (i venti che non presentato il 730 più i 18,5 milioni che versano solo 185 euro di Irpef) hanno la sanità gratis. Chi paga per tutti? L'11,97% dei contribuenti versa il 53,7% di tutta l' Irpef, percentuale che nel 2014 era al 52,2%. Sono coloro che dichiarano più di 35mila euro lordi l' anno, costretti però a sborsare sempre di più per mantenere gli altri.
Considerando infatti che nel 2015 lo Stato ha speso per pensioni, sanità e assistenza 447,36 miliardi e che tale cifra è coperta da contributi solo per circa 172,2 miliardi, ne deriva che il resto è a carico della fiscalità generale. Sempre di quell' 11,97% di contribuenti. Nemmeno cinque milioni di cittadini, che finanziano metà degli assegni Inps. Quelli assistenziali.
E allora sì, certo, ci sono i poveri, gli esclusi, gli inoccupati e gli inattivi. È vero, il Pd aumentando le tasse su chi lavora non fa altro che appesantire ulteriormente il sistema. Però attenti anche ai furbetti. In questi giorni i Caf, i centri di assistenza fiscale gestiti dai sindacati, sono presi d' assalto dalle richieste per ottenere il reddito di inclusione. Qualche centinaio di euro al mese per i poveri, appunto. Soldi buttati, ahinoi, perché 200 euro in più non fanno la differenza per una famiglia veramente indigente.
Ma se, ad esempio, i soldi degli 80 euro o quelli del reddito d' inclusione fossero stati investiti per abbattere le aliquote Irpef, magari chi lavora e guadagna avrebbe avuto in tasca qualcosa in più, avrebbe speso, generato domanda, posti di lavoro e quindi più Pil.
Eh... ma ci sono le elezioni alle porte. Meglio allora fare la mancia ai poveri, tanto loro restano in miseria, ma almeno la poltrona dei politici è salva.