Emanuele Lauria per “la Repubblica”
Non conosce soste il tribunale di 5stelle. E il giorno dopo aver sentenziato la cacciata della senatrice Fucksia, fa salire sul banco degli imputati Domenico Messinese, uno degli amministratori simbolo del movimento grillino, sindaco della Gela solo sei mesi fa strappata al Pd di Crocetta.
La possibilità di avviare le procedure d’espulsione di Messinese, ieri sera, veniva presa «in seria considerazione» dai vertici del movimento, al termine di un fitto giro di consultazioni fra i portavoce che ha coinvolto anche Casaleggio.
Messinese, ingegnere di 50 anni, lunedì aveva licenziato in tronco tre assessori: tutti attivisti di un movimento che, in gran parte, a Gela è ostile al primo cittadino. Quattro dei cinque consiglieri comunali di 5stelle hanno preso ufficialmente le distanze dal sindaco, chiedendo che gli venga sottratto l’uso del simbolo. Messinese è rimasto con una maggioranza (si fa per dire) che può vantare un solo consigliere su trenta.
La principale accusa rivolta capo dell’amministrazione è quello di aver tenuto una linea filo-Eni, cosa non di poco conto nella città del petrolchimico: «Messinese ha tenuto una linea contraria ai principi del movimento che non prevede alcuna trattativa: l’azienda - dice il presidente della commissione ambiente Virginia Farruggia - deve garantire il futuro dei lavoratori dopo avere devastato questo territorio».
Ma il ventaglio delle critiche è ampio e da tempo questo sindaco un po’ naif è sotto osservazione: Nuccio Di Paola, uno degli assessori defenestrati, fa riferimento alle ventisette (27!) deleghe assegnate al vice Simone Siciliano, un esterno al mondo pentastellato, e al fatto che Messinese non ha mai seguito il sacro precetto della riduzione dell’indennità.
Uno dei consiglieri, Angelo Amato, ha fatto un accesso agli atti e ha scoperto che la giunta, e in particolare il sindaco, Siciliano e la segretaria Rita Scicolone, nei primi cinque mesi di mandato hanno fatto ben cento missioni istituzionali. Roma e Palermo fra le mete preferite, senza risparmiare puntate a Livorno e Rimini.
Messinese ha preso la decisione di licenziare gli assessori senza consultarsi con la comunità 5stelle («Non devo rispondere a nessuno se non ai miei elettori») e rinfacciando ai suoi detrattori «di aver tramato contro l’amministrazione dando vita a summit esterni, ispirati da misteriosi mandanti, e a minacce di non meglio precisati dossier». I veleni scorrono a fiumi, come i sospetti di un avvicinamento di Messinese al Pd.
Chi comanda, in casa M5S, in realtà in ambasce: la volontà di sanzionare un sindaco che si sarebbe messo fuori dal solco del movimento cozza con il timore di perdere uno dei principali Comuni amministrati dai grillini. «Qualsiasi finale è possibile», commentava ieri mattina il leader dei 5stelle siciliani Giancarlo Cancelleri.
Ma il Pd ha già aperto il fuoco: «Il movimento esiste solo nel blog del duo bananas - dice Ernesto Carbone, membro della segreteria - oggi tocca al sindaco di Gela -Non passa giorno che a contatto con la realtà i grillini non rivelino la loro inadeguatezza». «Grillo e Casaleggio - afferma il deputato pd Marco Di Maio - hanno aperto una vera e propria caccia alle streghe».