POSSIBILE CHE SOLTANTO ALLA SECONDA BOZZA DEL TESTO SULLE UNIONI CIVILI, CHE HA COMINCIATO IL SUO ITER DUE ANNI FA, SALTANO FUORI PROBLEMI DI COSTITUZIONALITÀ? NESSUNO SE N’ERA ACCORTO PRIMA? MA CHI SCRIVE I DISEGNI DI LEGGE?
Elisa Calessi per “Libero Quotidiano”
Siamo alla seconda bozza di un testo, quello sulle unioni civili, che ha cominciato il suo iter ormai due anni fa. E la relatrice, Monica Cirinnà, non si era accorta che presenta problemi di costituzionalità?
monica cirinna esterino montino
Ai collaboratori più stretti Matteo Renzi non ha nascosto la sua irritazione per la senatrice che da oltre un anno segue il dossier, dopo che, ormai otto giorni fa, gli hanno riferito delle perplessità del Quirinale. Perché dagli uffici della presidenza della Repubblica sono stati segnalati alcuni punti del testo che rischiano di non passare il vaglio costituzionale. Si tratta, in particolare, degli articoli 2, 3 e 5. I primi due sono quelli che stabiliscono i diritti e doveri del nuovo istituto.
Troppo simili, secondo il Quirinale, a quelli del matrimonio, che però è indicato nella Costituzione come unione tra un uomo e una donna. Così come rischiano di essere incostituzionali i riferimenti al matrimonio riguardanti il codice civile e tutti gli altri regolamenti o atti amministrativi. Ma anche l' articolo 5, quella su stepchild adoption, potrebbe subire modifiche, essendo al momento troppo simile a quello previsto per il matrimonio.
Del resto, che ci fossero problemi in questo senso era stato segnalato anche da alcuni giuristi cattolici e vicini al Pd, i quali, in via riservata, avevano avanzato una proposta apparentemente choc: si elimini tutta la parte sulle unioni civili e si tenga solo la parte sulla stepchild adoption. Perché, a loro avviso, il punto delicato è proprio l' istituto in sé: se vengono assegnati diritti e doveri simili a quelli del matrimonio, poi a suon di sentenze verrà equiparato in tutto e per tutto al matrimonio.
E pensare che il passaggio dalla prima alla seconda bozza, si fa notare tra i collaboratori del premier, nacque proprio dall' esigenza di eliminare i troppi riferimenti al matrimonio. «Quando il testo fu riformulato ci dissero che non c' era più questo problema». Invece.
E ancora ieri, su Repubblica, la senatrice Cirinnà insisteva: «Non c' è niente da cambiare nel testo». Va detto che i mugugni attorno al lavoro della relatrice non risalgono a questi ultimi giorni. «È troppo rigida, ha impedito qualsiasi mediazione», si diceva persino tra chi è a favore del testo.
PALAZZO DELLA CORTE COSTITUZIONALE
In ogni caso, ora bisogna correre ai ripari. «Non si tratta di cambiamenti sostanziali, ma di aggiustamento», si spiega nel Pd. La strada decisa è di presentare alcuni emendamenti, ma di iniziativa parlamentare.
Per non impegnare il governo, interessato che il ddl tagli il traguardo, ma deciso a non mettere il cappello su questa o quella soluzione. Tanto più ora che, con la convocazione del Familiy Day per il 30 gennaio, benedetto dal Cardinal Bagnasco, il dibattito uscirà dalle aule parlamentari.
Rilievi formali a parte, è possibile che saranno presentate modifiche anche all' articolo sull' adozione del figlio del partner. Si lavora a inserire nella legge il divieto di maternità surrogata e ad aumentare i requisiti necessari per poter accedere all' adozione. Questa mattina si riuniranno i senatori del Pd e si capirà se queste modifiche ridurranno il dissenso dei cattolici. Anche se il rischio è poi di perdere i voti nel M5S. Alla riunione, comunque, non ci sarà nessun esponente del governo. Altro segnale di presa di distanza.
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