appendino raggi

IL POTERE LOGORA CHI CE L’HA – I GRILLINI STANNO SCOPRENDO CHE GOVERNARE STANCA E STARE ALL’OPPOSIZIONE ERA MOLTO PIÙ FACILE: IL FLOP DEI SINDACI A CINQUE STELLE NE È LA DIMOSTRAZIONE – I MUNICIPI SICILIANI IN DISSESTO, NOGARIN, LA APPENDINO E INFINE LA RAGGI: VIAGGIO NEI PASTICCIACCI PENTASTELLATI...

Alessandro Giuli per “Libero Quotidiano”

 

RAGGI DI MAIO

Il luogo naturale dei Cinquestelle è all' opposizione: puri e duri come una setta di mastini messi a guardia delle viscere italiane; insofferenti al potere purchessia, ossessionati dalla casta politica e dai potenti d' ogni ordine e grado. Stare al governo, invece, invecchia e rabbuia i grillini fino ad accartocciarli, svelandone inadeguatezze e facilonerie, furbizie e ingenuità invalicabili.

 

FILIPPO NOGARIN SINDACO DI LIVORNO

Ma con un po' di pazienza tutto tornerà al proprio posto, da Torino a Gela passando naturalmente per Palazzo Chigi. Perché non tramonta un giorno senza che s' aggiunga un capitolo nuovo al sommario dei pasticciacci pentastellati.

 

Ultimo in ordine di tempo, il caso di Livorno, dove il Movimento e Filippo Nogarin, sindaco grillino dal 2014, a pochi mesi dal voto vengono dati dai sondaggi sotto al 25 per cento (sempre se voglia candidarsi, vista l' aria che tira) e perciò rischiano di restare fuori dall' eventuale ballottaggio. Nel frattempo Nogarin si balocca con l' unico giocattolo che gli resta: l' antifascismo tardivo in nome del quale ha appena revocato la cittadinanza onoraria livornese a Benito Mussolini. Avanti a tutti, nemmeno a dirlo, la Lega di Matteo Salvini; con il Pd che resta al palo incapace com' è di avvantaggiarsi dell' arretramento stellato.

filippo nogarin

 

Le ragioni di tanta sofferenza stanno nei limiti del debuttante Nogarin - lascia una Livorno peggiorata e spenta - ma pure nella feroce nemesi giudiziaria che l' ha investito: tre inchieste per l' azienda dei rifiuti, una per concorso in bancarotta fraudolenta, una per concorso in omicidio colposo plurimo legata all' alluvione del 2017. Dice: vabbè, ma sarà una sfiga tutta sua, un caso eccezionale. No: l' attenzione delle toghe e la delusione dei cittadini sono purtroppo tratti comuni delle promesse grilline fallite.

 

il sindaco di avellino vincenzo ciampi con luigi di maio

Di poche settimane fa è la notizia del tracollo della giunta avellinese messa su dopo il voto dell' estate scorsa. Il grillino Vincenzo Ciampi era riuscito nel prodigio di diventare sindaco al ballottaggio, pur essendo privo di una vera maggioranza consiliare, ma è perfettamente riuscito nel capolavoro di ricompattare una sinistra altrimenti lacerata e divisa. Ragion per cui, dopo l' umiliante sfiducia subìta, potrebbe essergli anche negata la ricandidatura. Chapeau.

 

FAIDE INTERNE

vincenzo ciampi sindaco avellino

Disastri simili erano già avvenuti in primavera nel Lazio: a Pomezia con il sindaco dissidente Fabio Fucci sfiduciato dalla sua maggioranza; e a Nettuno dove Angelo Casto è rimasto vittima della guerra fratricida tra i suoi assessori e i consiglieri pentastellati. Non si può sostenere che Luigi Di Maio abbia scoperto troppo recentemente di rappresentare un Movimento ancora impermeabile all' arte del governare: già nel 2017, nella regione Sicilia che di lì a poco i grillini avrebbero vanamente conteso al centrodestra, si contavano otto comuni pentastellati di cui quattro con bilanci in dissesto (Bagheria, Porto Empedocle, Favara e Augusta) e uno (Gela) nel quale il sindaco è stato preso a pedate da loro stessi a pochi mesi dall' insediamento.

fabio fucci sindaco Pomezia

 

E sempre in Sicilia, a giugno, è stata espugnata con fragore la roccaforte di Ragusa. Intanto in Lombardia non se la passa bene nemmeno la maggioranza di Antonio Ferrari, primo cittadino a Parzanica e unico sindaco grillino della Bergamasca, che a luglio è finito in minoranza in occasione di alcune votazioni sul bilancio. Non fanno in tempo a conquistare una città che subito si azzuffano fra loro su come amministrarla. Dipenderà forse da un' altra caratteristica peculiare del MoVimento: l' autofagia, l' arte di divorare se stessi e le proprie leadership, piccole o grandi che siano, in tempi record.

PIZZAROTTI

 

Esempio lampante: il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, eletto nel 2012 e subito ostracizzato per la sua conversione alla termovalorizzazione dei rifiuti. Rieletto nel 2017 con una lista civica alle spalle, ancora oggi la sua figura è una ferita aperta nelle carni grilline.

 

RAGGI APPENDINO - ADDIO A DARIO FO

E a proposito di bagni di sangue, che dire di Roma e Torino? Nel capoluogo piemontese si cerca ancora una via d' uscita dal vicolo cieco in cui Chiara Appendino ha ficcato la sua sindacatura: travolta dalle polemiche sul Tav, contestata dal popolo delle madamine e dei bottegai per il suo immobilismo ormai leggendario, circondata dalla sfiducia dell' establishment locale per la scadente amministrazione della città, maculata dall' inchiesta per il caos letale scoppiato in piazza San Carlo durante la finale di Champions del 2017.

RAGGI APPENDINO

 

Bilancio pessimo, insomma, con la fondata paura che non sia finita qui. E con un crescente imbarazzo: a differenza di Appendino, che fa la vaga, i più motivati sindaci M5S di Pinerolo e Venaria Reale hanno partecipato al corteo No Tav dell' 8 dicembre con la fascia tricolore.

 

MENTALITÀ

RAGGI MEME

Nella Capitale, Virginia Raggi è stata assolta dall' accusa di falso ma non dall' inappellabile processo quotidiano istruito ogni giorno dalla cittadinanza contro l' abbandono della città da parte del Campidoglio. Lei cerca canali di dialogo, continua a fare promesse angelicate sulla mobilità e in particolare sugli autobus inclini all' autocombustione, si dona ai social network nell' illusione di muovere la curva dei sondaggi, giura che le selve non prevarranno sui marciapiedi perché arriveranno presto le pecore falciaerba; o che le buche non inghiottiranno altri abitanti della città eterna. Intanto cadono a rotta di collo alberi e consensi. Nessuno le crede più.

 

la sindaca virginia raggi alla prima dell opera rigoletto (3)

Qui si potrebbe abbassare il sipario, poiché tutte le strade della dissennatezza si fermano appunto a Roma. E tuttavia sempre qui si sta giocando la partita più grossa: il governo dell' Italia o di quel che ne resta. Dai palazzi romani del potere la vista è impareggiabilmente bella.

 

DI MAIO SALVINI

Ma al loro interno accadono cose inimmaginabili per noi umani. Matteo Salvini deve smentire quasi ogni giorno di voler far saltare il governo più pazzo del mondo. Ma i suoi alti ufficiali non ce la fanno più, soprattutto al Nord, dove i presidenti delle regioni sono penalizzati dall' immobilismo romano sulle infrastrutture e dai nuovi vincoli nel mercato del lavoro. Perché in definitiva è soltanto una questione di mentalità: governare stanca e richiede capacità di mediazione, protestare stando all' opposizione costa assai meno. Questione di tempo e anche Di Maio si rassegnerà.

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…