LE PRIMARIE AL CASINÒ - GEORGE W. BUSH INCASSA 250MILA $ PER ROMPERE IL SUO SILENZIO E ATTACCARE OBAMA: "SBAGLIA SU ISIS E IRAN". MA IL FRATELLO JEB LO AZZITTISCE - ANCHE I CANDIDATI REPUBBLICANI BACIANO LA KIPPAH DEL MILIARDARIO ADELSON, IN CAMBIO DI 100 MILIONI IN FINANZIAMENTI (BUTTALI VIA)
1. USA 2016: JEB BUSH, MIO FRATELLO SA CHE DEVE FARSI INDIETRO
(ANSA) - ''Se andro' avanti nella corsa, dovro' mostrare il mio cuore, la mia esperienza'': la candidatura ''non puo' essere'' basata su considerazioni sulla ''dinastia. Quindi mio fratello e' abbastanza intelligente da sapere che deve farsi un po' indietro''. Lo afferma Jeb Bush, l'ex governatore della Florida e probabile candidato alla Casa Bianca 2016. George W. Bush, l'ex presidente americano e fratello di Jeb Bush, ha ammesso potrebbe essere un ostacolo nella sua corsa alla Casa Bianca e che quindi non si fara' vedere molto in giro.
Incontrando alcuni possibili finanziatori della sua campagna elettorale - riporta la stampa americana -, Jeb Bush afferma di aver raccolto da gennaio, quando ha lanciato il super pac, una cifra record fra i repubblicani. ''Non ritengo che sia necessario spendere un miliardo di dollari per essere eletto presidente degli Stati Uniti nel 2016'', afferma Jeb Bush, senza precisare la cifra dei fondi raccolti.
Il record della raccolta fondi nei primi 100 giorni di campagna elettorale e' stato messo a segno da Hillary Clinton, che nel 2008 ha raccolto 36 milioni di dollari nei primi tre mesi di campagna. Nello stesso periodo il presidente Barack Obama aveva raccolto 25,7 milioni di dollari. George W. Bush aveva raccolto 29,7 milioni di dollari nei primi tre mesi di campagna nel 2000.
2. IL FUORIONDA MALIGNO DI BUSH «CHE DISASTRO QUESTO OBAMA»
Glauco Maggi per "Libero Quotidiano"
chris christie a las vegas per le primarie di sheldon adelson repubblicani ebrei
E, alla fine, Obama ne ha combinate tante che persino George W. Bush lo ha criticato per la politica estera. Non lo ha fatto platealmente come Dick Cheney, il suo vice, che ha bastonato in TV, dal 2011, la Casa Bianca su tutto, dall’Iraq all’Iran. Ma siccome George W. non è naif, sapeva bene che le sue opinioni sarebbero uscite, amplificate dal clima della campagna presidenziale appena iniziata, anche se dette in una riunione privata. La stroncatura è stata pronunciata davanti alla Republican Jewish Coalition, in una sala del Casinò Venetian di Las Vegas del miliardario Sheldon Adelson, che finanzierà con oltre 100 milioni i candidati repubblicani.
ted cruz a las vegas per le primarie di sheldon adelson repubblicani ebrei
Le dichiarazioni critiche dell’ex presidente, che dal 2009 si è tappato ufficialmente la bocca sul successore, erano ghiotte e un partecipante al convegno (a cui la stampa non era ammessa) ne ha trascritto varie parti che sono poi arrivate alle agenzie e di qui ai media politici tra cui il Drudge Report, che ne ha fatto la home page. Ecco i concetti più pepati di George W., che ha posato per un giorno il pennello della sua passione da pensionato, la pittura, per riprendere la clava degli attacchi agli avversari politici.
La premessa generale è che Obama sta mettendo gli Usa in una posizione «di ritiro» dagli affari del mondo. Poi Bush ha toccato i due principali teatri di conflitto.
IRAN. Il presidente sta sbagliando a interpretare le intenzioni di Teheran e sta mollando sulle sanzioni troppo facilmente. Il nuovo presidente, Hassan Rouhani, è persona «soave, non dura, ma uno si deve chiedere: c’è una nuova politica o è stato soltanto cambiato il portavoce?».
Il piano di Obama di eliminare le sanzioni con la promessa di poterle ripristinare in ogni momento non è plausibile, ha detto Bush. E il patto sarebbe negativo per la sicurezza nazionale americana nel lungo termine. «Uno pensa che ora il Medioriente sia nel caos? Immagini che cosa apparirà ai nostri nipotini. Questo è l’approccio con cui gli americani dovrebbe giudicare l’accordo».
scott walker a las vegas per le primarie di sheldon adelson repubblicani ebrei
ISIS-IRAQ. Bush ha poi offerto una critica puntuale sulle politiche di Obama per combattere lo Stato Islamico e per affrontare il caos in Iraq. Sulla decisione di ritirare le truppe da Baghdad alla fine del 2011 ha citato il senatore repubblicano Lindsey Graham, tra i probabili candidati del 2016, che lo ha definito «un errore strategico».
George Bush aveva firmato un’intesa con il governo iracheno per ritirare le truppe entro quella data, ma con l’idea che sarebbe stato negoziato un nuovo accordo di prolungamento della presenza americana. L’ex presidente è convinto che un’intesa doveva e poteva essere raggiunta, e invece l’amministrazione Obama ha fallito e mollato la trattativa.
rick perrya las vegas per le primarie di sheldon adelson repubblicani ebrei
Per Bush la crescita dell’Isis è come «un secondo atto» di Al Qaeda: possono aver cambiato il nome ma l’assassinio degli innocenti è ancora la loro tattica favorita. George ha difeso il proprio governo per come ha trattato il terrorismo, notando che Khalid Sheikh Mohammed, che confessò di aver ucciso il giornalista del Wall Street Journal Daniel Pearl, fu catturato sotto la sua supervisione. «Ricordiamoci che il tizio che tagliò la gola a Pearl è a Guantanamo, e adesso loro fanno questo in televisione», ha detto Bush. Barack ha promesso di «ridurre e distruggere» le forze dello Stato Islamico, ma non ha sviluppato una strategia per completare la missione.
«Se hai un obiettivo militare, e ci credi, convochi i generali e chiedi qual è il piano?», ha spiegato Bush. «Quando il piano non funzionava in Iraq, noi lo cambiammo», una chiara allusione all’aumento delle truppe nel 2007 in Iraq che portò alla vittoria contro Al Qaeda. Oggi, invece di rendere più efficace il piano contro l’Isis che avanza, la Casa Bianca sta valutando un drastico cambio di strategia, non nella guerra ma nella gestione delle crisi degli ostaggi. Bush non poteva saperlo e non ne ha parlato, ma Abcnews ha rivelato che le famiglie potranno pagare i riscatti chiesti, procedura oggi legalmente vietata.
«Non vi sarà nessuna possibilità che qualche familiare di americani tenuti in ostaggio all’estero possa rischiare la prigione, e neanche l’incriminazione, per aver cercato di liberare il proprio caro», ha detto uno dei tre ufficiali del National Counterterrorism Center incaricati della revisione. Obama l’ha avviata dopo che un drone ha ucciso per sbaglio due ostaggi, l’americano Warren Weinstein e l’italiano Giovanni Lo Porto. Per Weinstein i parenti avevano versato tre anni fa 250mila dollari, peraltro senza che poi venisse liberato.