matteo renzi silvio berlusconi

PROFUMO D’INCIUCIO – IN PARLAMENTO, PD E FARSA ITALIA HANNO FINORA VOTATO INSIEME UNA VOLTA SU TRE. L’AFFINITA’ FRA GRILLINI E LEGHISTI E’ PURE PIU’ ALTA: SUPERA IL 70% - L’OPPOSIZIONE E’ STATA “DURA E PURA” SOLO SUI PROVVEDIMENTI ECONOMICI E SUI MIGRANTI – M5S SI SPOSTA A DESTRA

 

Davide Lessi per la Stampa

 

berlusconi renzi

Uno scenario politico incerto. Dove non è chiaro chi e con quali alleati andrà al governo. Se il Rosatellum dovesse passare anche al Senato l' Italia avrà, alla fine, una nuova legge elettorale. Ma rischierà di essere ingovernabile. «È molto probabile che nessun partito vinca in maniera ampia le elezioni e si tratterà di formare un governo di coalizione con accordi successivi, un po' come accadeva nella Prima Repubblica», sottolinea Alfonso Celotto, professore di diritto costituzionale all' Università degli Studi Roma Tre.

 

GRILLO SALVINI RENZI BERLUSCONI

Per cercare d' immaginare il governo che verrà La Stampa ha studiato i comportamenti delle forze politiche di questa legislatura. Una sorta di radiografia del Parlamento a partire da aprile 2013: dal governo Letta all' attuale esecutivo guidato da Gentiloni, passando per i quasi tre anni di Renzi. L' analisi dei dati parte dalla selezione di 80 voti chiave tra quelli pubblicati da OpenParlamento di OpenPolis. Colpiscono tre cose.

 

berlusconi renzi

Primo: il 32,5% per cento delle volte, praticamente in un caso su tre, Pd e Forza Italia hanno votato insieme. Secondo: l' alleanza post-elezioni tra Lega e Movimento 5 Stelle sembra uno scenario possibile (la convergenza c' è nei 71% dei voti chiave), anche se il sì leghista al Rosatellum sembra aver incrinato i rapporti. Terzo punto, ma collegato: la convergenza tra il Carroccio e Forza Italia (pari al 67,5%) è inferiore a quella tra grillini e forzisti.

 

Un nuovo Nazareno? Stando alle dichiarazioni, Silvio Berlusconi ha escluso le larghe intese «per storia e ideologia». Da parte sua il segretario dem Matteo Renzi ha specificato che il voto «sarà un corpo a corpo con il centrodestra populista». Eppure la convergenza tra Forza Italia e Pd nell' ultima legislatura è stata più alta di quella che ci si potrebbe aspettare. Certo, nella prima parte del governo Letta (fino a novembre 2013) i forzisti erano nella maggioranza. E certo, la successiva stagione del patto del Nazareno (l' accordo sulle riforme costituzionali) ha riavvicinato i due partiti in cinque voti chiave.

GRILLO SALVINI

 

Ma le due formazioni hanno tenuto gli stessi comportamenti in Aula anche per altre tipologie di provvedimenti legati alle infrastrutture (convergenza superiore al 60%) e alla sanità (convergenza pari al 60%): si consideri a tal proposito il via libera alla Tav e al decreto vaccini. Forzisti e dem, poi, si sono allineati su singole leggi: lo scambio elettorale politico-mafioso e il decreto esodati del governo Renzi.

 

L' opposizione netta c' è stata solo sui provvedimenti economici con una divergenza all' 80%: dal Jobs Act al decreto pensioni. Ma in tutto per ben 26 volte (sulle 80 esaminate) Forza Italia ha votato come il Pd o con gli stessi effetti sull' iter parlamentare del provvedimento.

 

VOUCHER JOBS ACT1

L' intesa grillini-Carroccio? Quella che sembra oggi difficile è un' ipotesi di alleanza post-voto proprio tra Lega e M5S. Certo, le due forze politiche erano (e sono) all' opposizione. Ma la loro affinità in Aula c' è stata in 57 voti chiave, pari a oltre il 70% dei casi esaminati. È la più alta registrata. La convergenza è stata totale sull' immigrazione. Sia per il decreto emergenza migranti (novembre 2013, governo Letta) che per l' accelerazione dei procedimenti di protezione internazionale (aprile 2017, governo Gentiloni) i grillini sembrano aver seguito le indicazioni di un elettorato che è cambiato.

 

Dal 2013 al 2017 emerge uno spostamento a destra del Movimento. Un elettore su tre dei Cinque stelle ritiene sbarchi e rifugiati tra i problemi più urgenti da risolvere in Italia (rilevazione Ipsos 2016) e il 70% di loro vede gli immigrati come un «peso» per il Paese. Non stupisce così che un tema come lo Ius soli avvicini, nei comportamenti in Aula, Lega e Movimento. Le divergenze, invece, si sono registrate solo in 11 voti chiave, specie sul tema dei diritti civili (testamento biologico e divorzio breve).

 

LA CASA DELLE LIBERTÀ BIS?

MIGRANTI IN LIBIA CAMPI1

Da ultimo si ferma al 67,5% la convergenza tra Lega Nord e Forza Italia. Ma vola all' 80% per quanto riguarda i provvedimenti economici e arriva al 100% sulle politiche legate al welfare come, per esempio, il decreto pensioni e il reddito di inclusione (entrambi i partiti contrari ai provvedimenti). Convergenza totale anche sul tema infrastrutture e trasporti (Tav e Sblocca-Italia, su tutti).Insomma, la nuova Casa delle libertà, superate le divisioni sulla leadership e quella relativa alla spartizioni dei collegi elettorali, sembra pronta ad essere ricostruita.

 

Ha collaborato Simone Disegni

Ultimi Dagoreport

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…

giuseppe conte beppe grillo ernesto maria ruffini matteo renzi elly schlein

DAGOREPORT – ABBATTUTO PER DUE VOLTE BEPPE GRILLO ALLA COSTITUENTE, UNA VOLTA CASSATO IL LIMITE DEI DUE MANDATI,  LIBERO DA LACCI E STRACCI, GIUSEPPE CONTE POTRA' FINALMENTE ANNUNCIARE, IN VISTA DELLE REGIONALI, L’ACCORDO CON IL PARTITO DI ELLY SCHLEIN – AD AIUTARE I DEM, CONCENTRATI SULLA CREAZIONE DI UN PARTITO DI CENTRO DI STAMPO CATTOLICO ORIENTATO A SINISTRA (MA FUORI DAL PD), C'E' ANCHE RENZI: MAGARI HA FINALMENTE CAPITO DI ESSERE PIÙ UTILE E MENO DIVISIVO COME MANOVRATORE DIETRO LE QUINTE CHE COME LEADER…

alessandro sallusti beppe sala mario calabresi duomo milano

DAGOREPORT – CERCASI UN SINDACO A MISURA DUOMO - A DESTRA NON SANNO CHE PESCI PRENDERE: SALLUSTI PIACE A FRATELLI D’ITALIA MA NON AI FRATELLI BERLUSCONI, CHE LO CONSIDERANO UN “TRADITORE” (IERI AI PIEDI DEL CAVALIERE, OGGI BIOGRAFO DI MELONI) – A SINISTRA, C'E' BEPPE SALA CHE VUOLE IL TERZO MANDATO, CERCANDO DI RECUPERARE IL CONSENSO PERDUTO SUL TEMA DELLA SICUREZZA CITTADINA CON L'ORGANIZZAZIONE DELLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA 2026 - SI RAFFORZA L’IPOTESI DI CANDIDARE MARIO CALABRESI (IN BARBA ALLE SUE SMENTITE)...

nancy pelosi - donald trump - joe biden - michelle e barack obama

DAGOREPORT – FINALMENTE UNA DONNA CON LE PALLE: MICHELLE OBAMA NON CEDE AI VENTI DI TRUMPISMO E SI RIFIUTA DI PARTECIPARE ALL’INAUGURATION DAY. L’EX FIRST LADY SI ERA GIÀ RIFIUTATA DI ANDARE AL FUNERALE DI JIMMY CARTER: UNA VOLTA SAPUTO CHE AVREBBE DOVUTO POSARE LE CHIAPPONE ACCANTO A QUELLE DI TRUMP, SI È CHIAMATA FUORI – UNA SCELTA DI INDIPENDENZA E FERMEZZA CHE HA UN ENORME VALORE POLITICO, DI FRONTE A UNA SCHIERA DI BANDERUOLE AL VENTO CHE SALGONO SUL CARRO DEL TRUMPONE. E CHE IN FUTURO POTREBBE PAGARE…

giorgia meloni daniela santanche matteo salvini renzi

CHE SUCCEDE ORA CHE DANIELA SANTANCHÈ È STATA RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO IN BILANCIO? NIENTE! PER GIORGIA MELONI UN RIMPASTO È INDIGERIBILE, E PER QUESTO, ALMENO PER ORA, LASCERÀ LA "PITONESSA" AL SUO POSTO - LA DUCETTA TEME, A RAGIONE, UN EFFETTO A CASCATA DAGLI ESITI INCONTROLLABILI: SE ZOMPA UN MINISTRO, LEGA E FORZA ITALIA CHIEDERANNO POLTRONE – IL DAGOREPORT DI DICEMBRE CHE RIVELAVA IL PIANO STUDIATO INSIEME A FAZZOLARI: IL PROCESSO DI SALVINI ERA DI NATURA POLITICA, QUELLO DELLA “PITONESSA” È “ECONOMICO”, COME QUELLO SULLA FONDAZIONE OPEN CHE VEDEVA IMPUTATO RENZI. E VISTO CHE MATTEONZO È STATO POI ASSOLTO IN PRIMO GRADO, COME DEL RESTO IL "CAPITONE" PER IL CASO "OPEN ARMS", PERCHÉ LA “SANTADECHÈ” DOVREBBE LASCIARE? – IL SUSSULTO DI ELLY SCHLEIN: “MELONI PRETENDA LE DIMISSIONI DI SANTANCHÈ”