PRONTI PER LA “GREXIT”? - ORMAI SALVI I CREDITI DELLE SUE BANCHE, L'EUROPA LAVORA A UN “DEFAULT CONTROLLATO” DI ATENE - MERKEL E GLI EURO-RIGORISTI TEMONO DI PIU’ LE CONSEGUENZE POLITICHE DI EVENTUALI CONCESSIONI A TSIPRAS

In molti governi europei sta crescendo la convinzione che fare concessioni significative al governo di sinistra di Atene sarebbe tossico, nel senso che non solo darebbe forza a movimenti simili in altri Paesi ma anche stravolgerebbe le basi politico-economiche sulle quali sono stati costruiti cinque anni di interventi per affrontare la crisi dell’eurozona…

Condividi questo articolo


Danilo Taino per il “Corriere della Sera”

 

alexis tsipras e vladimir putin 4 alexis tsipras e vladimir putin 4

Qualcosa sta succedendo, se il capo economista del Fondo monetario internazionale (Fmi), Olivier Blanchard, dice che l’uscita della Grecia dall’euro non sarebbe, per gli altri membri della moneta unica, «una navigazione tranquilla ma probabilmente potrebbe essere fatta». Tra il 2010 e il 2012, un’affermazione del genere avrebbe provocato onde incontrollabili sui mercati e la paura del contagio avrebbe terremotato i titoli pubblici dei Paesi considerati deboli, Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda.

 

Oggi di Grexit — cioè di uscita di Atene dall’euro — si discute invece apertamente a Berlino, in Europa e intensamente a Washington, al margine degli incontri primaverili dell’Fmi. E nessuno si terrorizza. È che fino a tre anni fa la Grecia era considerata tossica e contagiosa dal punto di vista finanziario. Oggi è considerata tossica e contagiosa dal punto di vista politico.

 

varoufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81d varoufakis e tsipras 3 41b3 a6e4 dc494826e81d

Ma con una conseguenza opposta: allora, la convinzione era che la malattia si sarebbe diffusa se il Paese avesse abbandonato l’Unione monetaria, oggi si ritiene che si diffonderebbe se vi rimanesse nei termini in cui ci vuole restare il governo di sinistra radicale di Alexis Tsipras. Blanchard ritiene probabilmente che, negli scorsi tre anni, l’eurozona sia cambiata al punto di potere sopportare uno choc del genere, pur con i contraccolpi del caso.

 

VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS

Poco prima di lui, un’opinione simile l’hanno sostenuta, sempre dall’America, Warren Buffett — il cosiddetto «Saggio di Omaha» per la sua immensa abilità di investitore — e il finanziere George Soros. Per non dire degli economisti tedeschi, in testa Hans-Werner Sinn, che consigliano ad Atene di abbandonare l’euro per rimettersi in sesto.

 

Anche il politico più potente di Germania dopo Angela Merkel, il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble, non solo ha detto di non aspettarsi risultati nei negoziati tra governo ellenico e partner europei negli incontri previsti la settimana prossima: ha sostenuto che tutte le ipotesi riguardanti la Grecia sono già più o meno considerate dai mercati, che cioè anche le onde di una Grexit sarebbero gestibili.

 

tsipras tsipras

Le stesse indiscrezioni del settimanale tedesco Die Zeit , secondo il quale il governo Merkel starebbe preparando un piano per cercare di gestire il caso ellenico anche se Atene facesse default sul pagamento di una rata di debito, sono il segno più di una presa d’atto della gravità della situazione che non di una soluzione stabile; o forse, addirittura, il posizionamento per evitare che Berlino venga accusata di non avere fatto il possibile per evitare la Grexit (che comunque Merkel tutt’ora non vuole e che dunque subirebbe).

 

tsipras merkel tsipras merkel

Alcune dichiarazioni possono essere tattiche in vista del prossimo giro di negoziati tra ministri delle Finanze dell’eurozona: per il 24 aprile è programmata una riunione in teoria importante (ma forse no). Di base, però, in molti governi europei — quello tedesco ma anche quelli olandese, spagnolo, portoghese, irlandese, slovacco — sta crescendo la convinzione che fare concessioni significative al governo di sinistra di Atene sarebbe tossico, nel senso che non solo darebbe forza a movimenti simili in altri Paesi ma anche stravolgerebbe e minerebbe le basi politico-economiche sulle quali sono stati costruiti cinque anni di interventi per affrontare la crisi dell’eurozona.

tsipras merkel hollande tsipras merkel hollande

 

In più, sta affermandosi un’idea nuova, riassunta in una lettera del presidente dell’Istituto Bruno Leoni, Franco Debenedetti, al Financial Times due giorni fa: «Se avviene per ragioni di democrazia, non c’è motivo che l’uscita dall’euro della Grecia segni la fine dell’euro e dell’Europa. Si potrebbe persino sostenere il contrario, e cioè che il non accettare la scelta democratica di un Paese sia la fine di quello che l’Europa dichiara di essere».

 

 

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - L’INIZIATIVA DI OLAF SCHOLZ DI CHIAMARE PUTIN PER TROVARE UNA SOLUZIONE ALLA GUERRA, CON CONSEGUENTE INCAZZATURA DI ZELENSKY, HA UN COMPLICE: LA POLONIA DI TUSK – LA MOSSA È INNESCATA NON SOLO DALLA CRISI ECONOMICA TEDESCA MA ANCHE DAL TRIONFO DI TRUMP - CON URSULA VON DER LEYEN DEBOLISSIMA, I LEADER DI GERMANIA E POLONIA HANNO CAPITO CHE NON POSSONO LASCIARE L’INIZIATIVA DI UNA TRATTATIVA DI PACE CON PUTIN AL TRUMPONE E ALLA SUA POLITICA ISOLAZIONISTICA CHE DELL’EUROPA SE NE FOTTE...

I PRIMI 90 ANNI DI CARLO DE BENEDETTI INIZIANO ALL’HOTEL PALAZZO PARIGI DI MILANO ALLE 19.30 CON UN APERITIVO E TERMINANO CON UN BRINDISI ALLE 22.30 - 100 ATTOVAGLIATI TRA CUI IL NEO 90ENNE IL PATRON EMERITO DEL POTERE BANCARIO, “ABRAMO’’ BAZOLI, ZANDA E GENTILONI (UNICI POLITICI), EZIO MAURO E GAD LERNER – DA RCS: CAIRO, DE BORTOLI, ALDO GRASSO E LILLI GRUBER (CHE HA SCODELLATO IERI SERA SU LA7 UNA PUNTATA REGISTRATA) - MOLTI HANNO NOTATO L’ASSENZA DELLA MOGLIE DI MARCO, PAOLA FERRARI, DA SEMPRE AVVERSARIA DEL SUOCERO: “E’ IL NONNO DEI MIEI FIGLI MA MI DISSOCIO DALLE PAROLE DISGUSTOSE DETTE SU GIORGIA MELONI” – E CARLETTO NON SOLO NON L’HA INVITATA MA AVREBBE SOTTOLINEATO AL FIGLIO MARCO CHE LA PRESENZA DELLA MOGLIE PAOLA NON ERA PER NULLA GRADITA….

DAGOREPORT – L'EFFETTO TRUMP RINGALLUZZISCE LE DESTRE EUROPEE E LA ''MAGGIORANZA URSULA'' RISCHIA DI IMPLODERE - OLTRE ALL'INETTA SCELTA DI RAFFORZARSI CONCEDENDO A GIORGIA MELONI UNA VICEPRESIDENZA ESECUTIVA (SU FITTO CONTRARI SOCIALISTI E LIBERALI), A DESTABILIZZARE LA VON DER LEYEN SONO I POPOLARI SPAGNOLI CHE MIRANO A FAR CADERE IL GOVERNO SANCHEZ BOCCIANDO IL COMMISSARIO SOCIALISTA RIBEIRA – PER URSULA SI PREFIGURANO TRE SCENARI: 1) LA CRISI RIENTRA E PASSANO LE NOMINE, FITTO COMPRESO; 2) ACCONTENTA I SOCIALISTI E RIFORMULA LE NOMINE DEI COMMISSARI; 3) SALTA LA ''MAGGIORANZA URSULA'' E SI TORNA AL VOTO (COSA MAI SUCCESSA…)