PUTIN STRIZZA L'OCCHIO A SALVINI: “SULLE SANZIONI ALLA RUSSIA QUALCOSA NELL'UE SI MUOVE. ALCUNI NOSTRI PARTNER INIZIANO A DIRE CHE BISOGNA COOPERARE CON NOI” - ZAR VLAD VA IN TV E CRITICA I DAZI DI TRUMP ED ESALTA L'ECONOMIA RUSSA POI METTE IN GUARDIA L'UCRAINA: “CI SARANNO CONSEGUENZE SE CI PROVOCA DURANTE I MONDIALI…”
Giuseppe Agliastro per “la Stampa”
L'economia è in ripresa e la Russia è una potenza di primissimo piano. In estrema sintesi è questo il messaggio lanciato ieri da Vladimir Putin durante la «Linea diretta col presidente», uno show propagandistico quest' anno mandato in onda strategicamente una settimana prima dell' inizio dei Mondiali per i quali Mosca ha investito circa 13 miliardi di dollari. Ma rispondendo in tv per quattro ore e mezza alle domande rivoltegli dai cittadini tramite sms, email e videochiamate, Putin ha anche toccato il delicato tema delle sanzioni Ue facendo intuire che presto potrebbero dissolversi come neve al sole.
Sulle sanzioni - ha detto Putin - «qualcosa si muove» in Europa e «alcuni nostri partner iniziano a dire che bisogna cooperare con la Russia». In realtà la cancellazione delle sanzioni Ue contro Mosca per la crisi ucraina appare piuttosto lontana, ma il variegato fronte dei «filorussi» in Europa non è probabilmente mai stato così ampio come adesso. In alcuni Paesi dell' Unione europea i partiti che guardano con favore al Cremlino sono al potere, in altri esercitano notevoli pressioni sul governo stando all' opposizione.
Una situazione che in parte ha contribuito a creare lo stesso Cremlino coltivando i rapporti con i movimenti euroscettici e populisti. E in parte è stata favorita dalle mosse azzardate di Donald Trump che su alcune questioni ha spinto l' Ue su posizioni simili a quelle russe ammorbidendo anche l' atteggiamento di Parigi e Berlino nei confronti del Cremlino.
Sia Bruxelles sia Mosca hanno ad esempio condannato il ritiro degli Stati Uniti dall' accordo sul nucleare iraniano nonché i dazi Usa su alluminio e acciaio. Ed è anche su questo che ha puntato ieri Putin: «I nostri partner - ha dichiarato - pensavano che non sarebbero mai stati colpiti da questa politica controproducente legata a restrizioni e sanzioni, ma l' introduzione dei dazi, non solo per l' Europa ma anche per Canada e Messico, sono sanzioni, anche se con un altro nome».
Con un tono da «ve l' avevo detto», il leader russo ha affermato che già nel 2007 aveva messo in allerta gli europei per la tendenza Usa a imporre le proprie regole al mondo. «Ecco - ha concluso con un colpo di teatro - la cena è servita, sedetevi e mangiate».
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Mosca sta gradualmente rafforzando la sua influenza in Europa, dove usa anche le esportazioni di gas come grimaldello. Tre giorni fa Putin è stato in Austria, dove il vice cancelliere e leader del partito nazionalista Fpö, Heinz Christian Strache, chiede apertamente l' eliminazione delle restrizioni imposte alla Russia.
Ma anche il nuovo governo italiano targato Lega-M5S punta a cancellare le sanzioni con un colpo di spugna, e ieri il ministero degli Esteri russo ha accolto con ottimismo «l' apertura alla Russia» auspicata da Giuseppe Conte: le parole del premier italiano - sottolineano da Mosca - «manifestano la volontà di cooperare con il nostro Paese». I russi sono però prudenti e sanno che «il nuovo governo di coalizione inizia solo adesso il suo lavoro» e che quindi «le sue priorità di politica estera devono essere ancora definite».
Ieri Putin ha esaltato la potenza militare e politica della Russia e ha lanciato i suoi strali contro gli Stati Uniti. Ha accusato Washington di mettere a rischio gli equilibri internazionali. Ma ha anche aggiunto che «la consapevolezza che la terza guerra mondiale significherebbe la fine della civiltà dovrebbe impedire» alle potenze di sprofondare in un nuovo conflitto del genere.
Poi ha affermato di non prevedere un ritiro immediato delle sue truppe impegnate in Siria al fianco del regime di Assad.
E ha minacciato Kiev: in caso di offensive militari contro i separatisti filorussi del Donbass durante i Mondiali di calcio - ha avvertito - ci saranno «conseguenze gravissime».
Parole che avranno un peso notevole all' incontro dei ministri degli Esteri di Russia, Ucraina, Germania e Francia in programma lunedì a Berlino. E che di certo non favoriscono l' abolizione delle sanzioni contro Mosca.