QUALCUNO FERMI RENZI (MATTARELLA?) – TRAVAGLIO: NON SI CAMBIA SURRETTIZIAMENTE LA COSTITUZIONE A COLPI DI FIDUCIA – “L’ITALICUM TRASFORMA DI FATTO L’ITALIA IN UNA REPUBBLICA PRESIDENZIALE” – “ANCHE SOSTITUIRE I MEMBRI DELLA COMMISSIONE È STATO UNO STRAPPO ALLA CARTA”

Marco Travaglio per “Il Fatto Quotidiano

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi che è lì per governare, non per cambiare la Costituzione, dichiaratamente con la riforma del Senato e surrettiziamente con l’Italicum.

RENZI E OBAMA RENZI E OBAMA

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi che le leggi elettorali non le modificano i governi e le loro maggioranze (specie se inesistenti come la sua, che sta in piedi solo grazie al premio di maggioranza del Porcellum abrogato dalla Corte costituzionale), ma i Parlamenti, con maggioranze possibilmente più ampie.

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi che sia lui sia i suoi ministri hanno prestato questo giuramento nelle mani del capo dello Stato: “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la Costituzione...”. La Costituzione del 1948, non quella che hanno in mente lui e Verdini.

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi che il suo consulente per l’Italicum, il professor Roberto D’Alimonte, ha candidamente confessato ciò che molti giuristi, anche su questo giornale, vanno sostenendo da tempo: “In realtà questo sistema elettorale introduce l’elezione diretta del capo del governo”. Cioè non si limita a cambiare le tecniche di voto, ma modifica i rapporti fra il governo e il Parlamento. Di fatto, trasforma l’Italia in una Repubblica presidenziale senza toccare la Costituzione, che invece è costruita intorno alla Repubblica parlamentare, dove la sovranità appartiene al popolo ed è affidata per delega alle due Camere: non al governo, né tantomeno al suo capo.

OBAMA E RENZIOBAMA E RENZI

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi il comma 4 dell’art. 72 della Costituzione: “La procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge in materia costituzionale ed elettorale”; il che sembra escludere il ricorso alla fiducia, che strozza il dibattito, blocca gli emendamenti e coarta la libertà dei parlamentari.

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi l’art.67 della Costituzione: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Sostituire con 10 fedelissimi altrettanti deputati Pd in commissione Affari costituzionali perché non obbediscono ai suoi ordini e minacciano di votare secondo coscienza è un tradimento della Carta. Specie se il mandato che hanno ricevuto dagli elettori, il 25-26 febbraio 2013, non prevedeva alcuna riforma elettorale simile all’Italicum, ma al contrario il superamento del Parlamento dei nominati con un sistema che restituisse la parola ai cittadini.

 

MATTEO RENZI ELEMOSINAMATTEO RENZI ELEMOSINA

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi ciò che diceva il centrosinistra quando, nel 2005, il governo Berlusconi impose a colpi di maggioranza (ma senza fiducia) la controriforma costituzionale “Devolution”e poi quella elettorale “Porcellum”, e in particolare ciò che disse alla Camera il 20-10-2005 il deputato della Margherita Sergio Mattarella: “Oggi voi del governo e della maggioranza vi state facendo la vostra Costituzione, avete escluso di discutere con l’opposizione, siete andati avanti solo per non far cadere il governo, ma le istituzioni sono di tutti, della maggioranza e dell’opposizione”.

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi che porre la questione di fiducia sull’Italicum è un ricatto al Parlamento. E porla sulle pregiudiziali di costituzionalità è un abuso inaudito per impedire alla Camera di ravvisare eventuali profili incostituzionali della legge: infatti nella storia repubblicana i precedenti sono soltanto due, risalgono al 1980 e non riguardano leggi elettorali.

MATTEO RENZI AL TELEFONOMATTEO RENZI AL TELEFONO

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi che le repubbliche presidenziali prevedono robusti contrappesi allo strapotere del presidente della Repubblica- capo del governo. Negli Usa e in Francia accade sovente che il presidente sia di un colore e la maggioranza parlamentare del colore opposto. Nulla di tutto ciò è previsto nel premierato presidenzialista che esce dal combinato disposto Italicum- nuovo Senato. Che, anzi, consegna al capo del governo e del primo partito il controllo assoluto della gran parte dei parlamentari, non più scelti dai cittadini ma nominati con i trucchetti dei capilista bloccati (Camera) e dei consiglieri regionali e sindaci cooptati (Senato).

 

MATTEO RENZI AL TELEFONO MATTEO RENZI AL TELEFONO

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi che un’emergenza umanitaria come l’esodo biblico di decine di migliaia di cittadini in fuga dalle guerre del Medioriente e dell’Africa non può essere affrontata come un problema di ordine pubblico con strumenti militar-polizieschi (peraltro spuntati, come i nostri droni da ricognizione Predator di fabbricazione Usa, che per fortuna sono disarmati e necessitano di riconversione a scopi bellici, previa autorizzazione americana, tempo previsto almeno un anno).

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi che, al di là della propaganda elettorale, le sue recenti missioni a Washington e a Bruxelles spacciate per strepitosi successi hanno ottenuto risultati vicini allo zero: Obama non l’ha autorizzato ad armare i droni, ha respinto le richieste di un coinvolgimento Usa nel Mediterraneo e in Libia e gli ha chiesto di prolungare la missione militare italiana in Afghanistan; e l’Ue ha rinviato ogni decisione seria a data da destinarsi.

RENZIRENZI

 

Ci vuole qualcuno che ricordi a Renzi che perseverare nell’operazione Triton che ha aumentato di 1700 unità i morti nel Mediterraneo nei primi tre mesi e mezzo del 2014, per risparmiare 30 milioni, anziché ripristinare subito la missione Mare Nostrum che salvava più vite perché si proponeva non solo la difesa dei sacri confini, ma anche il recupero e il salvataggio dei migranti, si chiama “strage di Stato”. L'unico che può, e forse deve, ricordare a Renzi tutte queste cose si chiama Sergio Mattarella.

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...