Gabriella Cerami,Giovanna Vitale per “la Repubblica” - Estratti
Si allarga ancora il solco tra Pd e M5S che ieri, per tutto il giorno, hanno duellato a distanza, stavolta dopo le nuove accuse di Giuseppe Conte contro i democratici, tacciati di bellicismo e di intelligenza con la “nemica” Giorgia Meloni in Europa.
Un duello a cui la segretaria dem Elly Schlein si sottrae, ribadendo la sua vocazione «testardamente unitaria». Alle parole del presidente 5 Stelle, consegnate ieri a Repubblica , aveva invece replicato dalle colonne di questo giornale Pina Picierno, pungendo l’ex premier e incolpandolo di avere «la stessa posizione di Salvini » sulla guerra in Ucraina.
pina picierno al parlamento europeo
Attaccato, ancora, sulla collocazione «né di destra né di sinistra, ma progressista indipendente » assegnata al Movimento. Un’aggressione «inaccettabile» per i deputati contiani, usciti ieri in massa per difenderlo e censurare i «toni da bar utilizzati contro di lui».
È questo l’ultimo fronte che accende il già tormentato rapporto fra i due (quasi) alleati. Ormai da tempo ingaggiati in una polemica a bassa intensità dalla quale la segretaria del Pd si è sempre chiamata fuori.
«Il mio avversario è Meloni, non dirò mai una sola sillaba contro le altre forze di opposizione», ribadisce Elly Schlein ai fedelissimi. «Le europee e le regionali hanno dimostrato che attaccare il Pd non paga». Anche perché «lei parla al Paese, si confronta davanti alle fabbriche e agli ospedali con i lavoratori, gli studenti, i pensionati che questo governo sta massacrando con una manovra ingiusta e sbagliata», fanno sapere dal Nazareno. La linea del troncare e sopire, dunque, non cambia.
pina picierno al parlamento europeo
Come rimarcato dalla stessa segretaria, martedì sera, negli studi di Giovanni Floris: «Siamo testardamente unitari, è una scelta matematica, il Pd da solo non basta».
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Sta di fatto che, come mai accaduto prima, le truppe dem anziché porgere l’altra guancia si organizzano per rispondere in malo modo agli europarlamentari 5S, tornati ieri ad imputargli di «aver votato con Meloni una commissione di guerra, rinnegato il Green deal e sposato l’austerity».
Chiedendo per di più a Schlein di «prendere le distanze da Picierno». Subito però scudata dai compagni di partito. «È normale che ci sia competizione, ma serve rispetto. Conte non deve tirare troppo la corda, sta scavando un fossato tra noi e loro», avverte il senatore Alessandro Alfieri. «Il tema non è se il M5S è progressista o di sinistra, ma se le loro scelte, specie in politica estera e non solo negli anni gialloverdi, sono o no di destra come io credo», rincara Filippo Sensi.
(…) In serata Conte apre lo scontro pure sul salva Milano, la norma sull’edilizia nelle città: «Ritirate la vostra firma da quel testo se volete costruire un’alternativa di governo. Questa roba lasciatela fare alla destra», esorta. Ma la dem Lia Quartapelle è nettissima, a riprova che nulla resterà più impunito: «Non ci facciamo dare lezioni da chi si vanta di aver regalato 160 miliardi ai benestanti per rifarsi le faccia te a spese dello Stato.
Conte non conosce Milano, non ci va da mesi, da avvocato dovrebbe sapere che, per lo sviluppo economico, non c’è niente di peggio dell’incertezza normativa». L’unità del centrosinistra è servita .